Werewolf: The Apocalypse – Recensione

Recensito su PlayStation 5

Spesso avere tra le mani una licenza importante non è sinonimo di successo e talvolta non basta nemmeno per attirare a se una fanbase molto vasta. Avere tra le mani grandi licenze, bisogna essere in grado di supportare il progetto con concept validi e solo in questo modo si può rendere giustizia al modello di riferimento. Sin dal suo annuncio nell’ormai lontano 2017, i ragazzi di Cyanide non hanno mai mostrato molto del loro Werewolf: The Apocalypse – action GDR – i cui pochi video del gameplay mostravano un prodotto concettualmente arretrato.

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood

È evidente come i ragazzi di Cyanide hanno atteso l’ultimo semestre del 2020 al fine di poter presentare un progetto quasi completo; in queste presentazioni sono riusciti mostrare al pubblico video gameplay incentrati sull’esplorazione, sul combattimento e li sono emersi i primi limiti del gioco, ovvero il presentarsi al pubblico con un level design vecchio. Dall’ultima presentazione a oggi sono trascorsi quasi due mesi e ci chiediamo se la software house è riuscita sistemare con alcune pezze, alcuni “limiti” emerse nelle precedenti interazioni. Per sapere tutto questo, vi invitiamo a proseguire la lettura con la nostra recensione.

Werewolf The Apocalypse

Bisogna essere sinceri nell’ultimo semestre Werewolf The Apocalypse non si è presentato nel migliore dei modi al pubblico, ma questi ultimi due mesi hanno permesso alla software house di rifinire, per quanto possibile, il loro progetto. Le aspettative che si erano create attorno al titolo sono in gran parte disattese, il World of Darkness nonché l’universo in cui si trova Vampire: The Masquerade – Bloodlines, in Werewolf The Apocalypse non è reso nel migliore dei modi, causa un’arretratezza concettuale tipica di due generazioni fa.

Werewolf The Apocalypse ci mette nei panni di Cahal, un lupo mannaro ecoterrorista la cui tribù vede espropriata la propria terra natia dalla società petrolifera Endron. Il tema ambientalista è composto da alcune storie legate all’appropriazione del territorio, allo sfruttamento delle risorse naturali e dalla marginalizzazione di minoranze, argomenti molto interessanti se trattati col giusto tatto, purtroppo i ragazzi di Cyanide hanno utilizzato questo tema come pretesto per far poi spazio a una trama superficiale vista e rivista in centinaia di produzioni.

Werewolf The Apocalypse

La vendetta di Cahal è a base di artigli, scontri furtivi e interazioni sociali. Werewolf: The Apocalypse si focalizza tutto su combattimenti e scontri fantasy, dove il protagonista è intento ad appagare la propria sete di vendetta. Come premesso nelle prime battute della nostra recensione la struttura di gioco è ancorata a due generazioni fa: il protagonista si muove di livello in livello in modo abbastanza schematico facendosi strada dal punto A a punto B con l’ausilio della forza brutta, nonostante sulla carta il titolo presenta diversi approcci alle missioni.

Cahal può assumere tre diverse forme: quella umana utilizzata per hackerare porte e telecamere e passare inosservati in alcune zone, questa forma è utile anche per le uccisioni furtive con la balestra; la seconda forma è quella del lupo, anch’essa pensata per un approccio stealth sfruttando le coperture sparse nei livelli e per esplorare gli impianti di ventilazione. Infine è presente la forma licantropo denominata “Crinos”. Questa forma esprime la forza distruttiva di Cahal, la soluzione ideale per il 90% del gioco grazie anche alla possibilità di essere utilizzata in due posture: quella agile utile per i nemici esili e privi di scudo e la postura aggressiva che permette a Cahal di eliminare i nemici più resistenti e corazzati a discapito dell’agilità.

Werewolf The Apocalypse

Dai semplici nemici, passando a quelli corazzati fino ai mech, la forma Crinos è la soluzione ideale per una gran parte del gioco, visto che da lupo mannaro non esiste ostacolo per Cahal. Inserire una varietà di approcci porta a pensare che il gioco offre un gameplay sfaccettato tuttavia dopo i primi due livelli (tutorial compreso) la realtà dei fatti è che tutto il potenziale che il titolo lascia trasparire è completamente sprecato, spingendo il giocatore verso una direzione specifica, senza motivarlo a sperimentare soluzioni alternative.

Ogni livello presenta a grandi linee la medesima struttura: barili esplosivi al centro dell’arena, porte con la sola utilità di far uscire rinforzi a volontà, animazioni legnose e un’intelligenza artificiale alquanto superficiale. Le dodici ore trascorse in Werewolf The Apocalypse nel complesso ci hanno divertito ma è innegabile che il titolo soffra di limiti tecnici e ludici davvero evidenti.

Werewolf The Apocalypse

I nemici escono in massa dalle porte senza reagire ai colpi subiti, le sezioni stealth sono limitate in alcune zone specifiche dei livelli e il nemico, nonostante intercetti la posizione di Cahal, non si muove dalla zona di pattuglia. Le animazioni facciali sono prive di spessore senza trasmettere nulla al giocatore. Per ovviare il problema dell’intelligenza artificiale, basta aumentare il tasso di difficoltà, in questo modo il giocatore può vivere un’esperienza di gioco leggermente impegnativa trovando dei nemici aggressivi in massa. Purtroppo però i limiti permangono.

All’interno dei livelli di gioco trovano spazio, anche se in maniera superficiale, alcune quest secondarie che si sviluppano in parallelo a quella principale e alla raccolta di collezionabili che approfondiscono la trama. Oltre alle quest secondarie il giocatore a un certo punto dell’avventura è chiamato a raccogliere alcuni spiriti, utili per alcune scelte di gameplay che vi evitiamo di spoilerare. Da notare come l’aspetto GDR all’interno del titolo sia solamente abbozzato e strettamente legato alle abilità che si possono acquisire nel corso dell’avventura, tralasciando tutte quelle sfaccettature a cui siamo abituati assistere in altri titoli del genere.

Considerando le caratteristiche del titolo le scelte adoperate da Cyanide calzano appieno con la natura del progetto: un titolo concettualmente vecchio non poteva presentare scelte alternative rispetto a quelle presenti nel prodotto completo e per questo non ci sentiamo di penalizzarlo. Naturalmente un prodotto distribuito nel corso del 2021 “dovrebbe” rispettare degli standard odierni, anche se lo sviluppatore ne ha concepito sviluppo stesso in un ottica datata: ci si pone quindi il quesito se analizzarla per come l’avevamo attesa o per come lo sviluppatore l’ha costruita.

Werewolf The Apocalypse

L’aspetto grafico di Werewolf The Apocalypse su PlayStation 5 (piattaforma di riferimento per la realizzazione della nostra recensione) si difende molto bene. Rispetto le precedenti interazioni e ai fugaci video gameplay, il titolo è stato rifinito e pulito sotto l’aspetto tecnico. Animazioni facciali e poca varietà dei nemici permangono, ma complessivamente il titolo su console next-gen non sfigura. I caricamenti su console PlayStation 5 sono totalmente assenti: il titolo si avvia in modo rapido, a ogni morte di Cahal il respawn è immediato cosi come il passaggio da un livello all’altro, intramezzato da un filmato la cui transazione è priva di ogni caricamento. La componente sonora del titolo è orecchiabile e mai ripetitiva. Il titolo presenta la localizzazione italiana solo per la parte testuale e anch’essa risulta ben curata.

Werewolf The Apocalypse a livello di difficoltà normale offre una longevità di circa 12 ore, mettendo in difficoltà il giocatore solo in alcune situazione “scriptate” presenti a metà avventura. Terminato il gioco, l’unico modo per proseguire la raccolta di collezionabili o svolgere determinate quest secondarie tralasciate nei vari livelli di gioco è quello d’iniziare il titolo dal principio, in quanto non è possibile selezionare il livello di gioco desiderato.


Analizzare Werewolf The Apocalypse non è affatto facile. Ci troviamo di fronte a un gioco nato concettualmente vecchio ma distribuito nel 2021 dove gli standard odierni ci hanno abituato a ben altre produzioni. Il titolo offre una buona longevità a un prezzo complessivamente budget e non mira a competere con i grandi tripla A ma contempo non vuole essere etichettato titolo indie. Werewolf The Apocalypse uscendo in un periodo privo di titoli di spessore, complessivamente risulta essere un titolo divertente e godibile nonostante i suoi evidenti limiti. Ci dispiace però vedere così mal sfruttato l’universo World of Darkness che a nostro avviso merita maggiore attenzione.

7

Pro

  • Caricamenti inesistenti su PlayStation 5
  • Godibile, longevo e divertente
  • Primo titolo action adattato dall'omonimo franchise
  • Buon potenziale...

Contro

  • ... peccato che non sia stato sfruttato a dovere
  • Scarsa IA
  • Tematica poco approfondita
Vai alla scheda di Werewolf: The Apocalypse
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