Windstorm: Ari’s Arrival – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Windstorm: Ari’s Arrival è un gioco multipiattaforma per PC, PlayStation 4, Nintendo SwitchXbox One che prende il nome dall’omonimo (più o meno, considerato che il titolo originale è in lingua tedesca e non è mai stato tradotto) film live action di Constantin Film, distribuito durante febbraio 2019.

La storia ha inizio con una scena di tensione, con Mika (ragazza già conosciuta nel precedente Windstorm) in groppa allo stallone nero, in fuga da un terribile incendio ma già sul punto di perdere i sensi. I due scampano alla morte per il rotto della cuffia, ma pagando un grande costo: la giovane finisce in coma e il cavallo rimane profondamente traumatizzato sia dall’incidente che dalla perdita della sua migliore amica.

Protagonista di Windstorm: Ari’s Arrival non è infatti Mika, ma l’Ari che appare anche nel nome del gioco. Orfana dal carattere assai difficile, dopo l’ennesimo allontanamento da una famiglia adottiva viene portata presso la tenuta Kaltenbach, che i giocatori riconosceranno dal gioco prequel di questo Windstorm: Ari’s Arrival, dove farà conoscenza con tutti gli altri personaggi della storia, tra cui ovviamente il campione Windstorm, ormai relegato in un paddock solitario: chiunque provi a montargli in groppa, finisce inevitabilmente disarcionato.

Come prevedibile, Ari scopre di avere un potentissimo legame con Windstorm, che si capirà in seguito dipendere dal suo spirito da guerriera, ancora sopito ma potente tanto quanto (se non persino più di) quello di Mika: la ragazza dai capelli rossi appare ad Ari tanto in sogno quanto in vere e proprie visioni e insieme al signor Kaan aiuterà la giovanissima nel far superare allo stallone il trauma dell’incidente e dell’incendio… oltre che a sventare i piani di loschi figuri, fra cui la scaltra e cinica Isabel.

Windstorm: Ari's Arrival

In quanto titolo tie-in della serie di film dedicati a Windstorm/Ostwind, Windstorm: Ari’s Arrival non si discosta quasi per nulla dai lavori live action, mantenendo quindi tanto l’atmosfera quanto il tipo di pubblico; per questa ragione, il gioco punta a un target assai giovane ed estremamente casual di videogiocatori (e videogiocatrici), ripresentando le meccaniche del precedente titolo con pochissime differenze e una difficoltà d’esecuzione quasi nulla.

La narrazione segue in tutto e per tutto il format classico del film per famiglie anni ’90, con il/la protagonista, l’animale parlante e/o particolarmente intelligente, “adulti buoni” che non crederanno al protagonista tranne che alla fine e “adulti cattivi” che vogliono separare protagonista e animale e/o danneggiare l’ambiente per fini di lucro. E così Windstorm: Ari’s Arrival prende un po’ da Free Willy, un po’ dal Manuale del Guerriero Della Luce di Coelho, senza però l’affascinante orca addestrata Keiko del primo o la profondità esistenziale del secondo.

Anche la caratterizzazione dei personaggi e l’oggettiva bellezza dei paesaggi mostrati nella versione cinematografica di Windstorm: Ari’s Arrival vengono a mancare all’interno della trasposizione videoludica, a causa di un budget evidentemente risicato; tutte le conversazioni del gioco sono realizzate tramite banter con sprite 2D animati in modo blando, per fortuna accompagnati da un buon doppiaggio in lingua inglese e persino una localizzazione italiana di menu e sottotitoli, che pur con qualche sbavatura (e dimenticanza, dato che alcune frasi e nomi di missioni rimangono in inglese) è comunque comprensibile.

Windstorm: Ari's Arrival

Se gli scambi di battute tra comprimari sono – quasi – scampate al disastro, lo stesso non può dirsi dell’aspetto tecnico del titolo: il mondo di gioco è insospettabilmente grande e vario nei tipi d’ambiente che propone, anche molto credibili, ma graficamente mostra il fianco a ogni tipo di critica, dalla povertà poligonale dei modelli alla legnosità delle loro animazioni, proseguendo con la desolazione delle aree (anche quelle teoricamente urbane) e la generale mancanza di varietà del gameplay.

Il 90% del tempo Ari e Windstorm dovranno ascoltare una conversazione, spostarsi dal punto A al punto B, ascoltare una seconda conversazione e dirigersi al punto C, dove parteciperanno (entrambi, dato che anche il cavallo a modo suo riesce a farsi capire dagli amici umani) a un terzo dialogo, che li spingerà verso il punto D… il tutto ripetuto meccanicamente per circa 6-8 ore di durata, con brevi deviazioni dal percorso per la raccolta di qualche mela da donare all’equino e la distruzione di alcuni cartelloni pubblicitari a colpi di frecce.

Windstorm: Ari's Arrival

Pensare che il gioco richieda poca attenzione potrebbe rivelarsi un errore fatale: un bug letale può nascondersi dopo ogni salto, in ogni strettoia e vicino ogni albero e cespuglio dalle misteriose, quasi casuali hitbox. È sufficiente una curva calcolata male per incastrare cavallo e amazzone in una dimensione parallela da cui è impossibile sfuggire e che obbliga il giocatore a ricaricare la partita, pregando che il salvataggio automatico abbia funzionato.

Chi ha scritto questa recensione ha perso in questo modo oltre tre ore di gioco, incastrandosi diverse volte in punti differenti durante la stessa missione e trovandosi davanti una quest di trama bloccata da un glitch che non la faceva proseguire. Se un giovanissimo videogiocatore può bypassare il problema con la calma che solo un ingenuo e puro di cuore possiede, si può star certi che chiunque abbia superato una certa età avrà modo di sfogare lo spirito del Guerriero tanto spesso nominato durante la storia attraverso espressioni verbali variopinte e poco adatte a un prodotto pensato per tutta la famiglia.

Windstorm: Ari’s Arrival è un titolo davvero mediocre, che non riesce a trasporre la bellezza estetica della pellicola (già non brillante) da cui è tratto e che prende dalla trama del film solo gli aspetti più banali, privando buona parte dei personaggi di qualunque carisma e profondità a causa di modelli poligonali scadenti e male animati. Il mondo di gioco è l’aspetto meglio riuscito e nonostante questo risulta vuoto e monotono da esplorare, con giusto qualche sporadico (e inutile) luogo segreto da scoprire.

Windstorm: Ari's Arrival

Gli appassionati di equitazione sono senza dubbio affamati di titoli dedicati a quest’antica e nobile arte e potrebbero, per disperazione e masochismo, apprezzare l’idea – seppur poco credibile e accurata nella realizzazione – di galoppare in groppa a Windstorm per la salvezza della tenuta Kaltenbach e di Mika, ma esclusa questa a dir poco nicchia di persone e i videogiocatori giovanissimi, Windstorm: Ari’s Arrival è un titolo venduto a prezzo decisamente troppo alto per il contenuto offerto e rischia di far annoiare – e infuriare – gli sventurati, ingenui acquirenti.

6.1

Pro

  • Messaggio ambientale ed ecologico senza dubbio positivo
  • La mappa di gioco offre insospettabile varietà
  • Adatto anche a chi non ha mai preso un controller in mano
  • Localizzazione italiana discreta

Contro

  • Mika infrange almeno una decina di leggi per salvare il suo amico quadrupede
  • Grafica indietro di almeno due generazioni
  • Ripetitivo e pieno di bug
  • Le missioni di trama sono annacquate da spostamenti inutilmente lunghi e noiosi
Vai alla scheda di Windstorm: Ari’s Arrival
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