Lenovo: “il remoto: ora necessità, domani scelta”

Lenovo ci mostra come è cambiata e cambia l'idea di ufficio, oggi.

Lenovo ha da poco condotto uno studio a livello globale sui dipendenti di aziende che hanno adottato il lavoro da remoto e ne sono saltati fuori alcuni dati interessanti. Qualche esempio?

Il 70% dei dipendenti intervistati risulta più soddisfatto dal proprio lavoro e addirittura c’è un 56% di persone che ritiene di essere più produttivo lavorando da casa. Si pensa infatti che, quando finalmente ci saremo lasciati questa pandemia alle spalle, più del 50% del lavoro sarà condotto da remoto. Altra cosa interessante è l’uso della terminologia DaaS (Device as a Service), forma sintattica che i più attenti potranno istintivamente associare a qualcosa di simile a  Microsoft e il suo Xbox Game Pass: il servizio di DaaS è essenzialmente ​​l’offerta di PC, smartphone e altri dispositivi servizio a pagamento, permettendo quindi ad un’azienda prima di tutto di esternalizzare hardware, software e gestione delle apparecchiature a fornitori esterni, e secondariamente di ridimensionare ed aggiornare rapidamente l’hardware senza troppi pensieri.

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Secondo la ricerca effettuata da Lenovo, il 63% delle aziende è interessata a soluzioni DaaS o simili.

 A riguardo, raccogliamo anche il commento del COO di Lenovo, Gianfranco Lanci:

Lo studio Future of Work and Digital Transformation mostra sempre più aziende e dipendenti interessati ad un futuro di lavoro ibrido, quindi oggi più che mai c’è bisogno di partner tecnologici affidabili e di un maggior livello di sicurezza nella gestione hardware e software.

Se il 60% degli intervistati si è espresso favorevole a rimanere operativo al 50% da remoto anche post-COVID, un terzo circa del campione totale punterebbe ad alzare quella percentuale al 100%, diventando in effetti lavoratori completamente da remoto. Ma veniamo a quello che è in grado di smorzare questi entusiasmi, problema che affligge anche molti studenti in DAD: la connessione. Sotto questo aspetto, circa la metà degli intervistati riferisce pesanti ritardi da parte del supporto IT in risposta alla risoluzione di problemi di connettività: per le aziende si fa ancora più prioritario, in queste condizioni, l’affidarsi a dispositivi con connettività LTE/5G in modo da svincolare i dipendenti dalle catene delle reti Wi-Fi domestiche.

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Sono molti quelli che, per loro stessa ammissione, utilizzano i propri dispositivi personali per lavoro (79%), ma con il salire di questa percentuale salgono anche le necessità relative a questi dispositivi. Tra le caratteristiche più richieste troviamo la cancellazione del rumore durante le videochiamate, webcam con otturatore per la privacy, funzionalità per la riduzione della luce blu che affatica la vista, e sistemi più efficienti per il raffreddamento dei dispositivi.

Ultimo ma altrettanto interessante dato è quello relativo alla sicurezza dei dati: molti degli operatori IT intervistati affermano di sentirsi più preparati a gestire una eventuale situazione emergenziale come quella vissuta recentemente con la pandemia, piuttosto che una qualsiasi minaccia legata alla fuga di dati aziendali. Molte aziende mostrano già strategie atte a togliere ossigeno a questo pericolo, come backup dei dati basato su cloud (45%), backup fisico (39%) o attività di formazione sulla sicurezza dei dati (39%).

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Ciononostante c’è un costante e crescente interesse verso le soluzioni DaaS e EaasS, trend che prevedibilmente vedrà un accorciarsi dei tempi di installazione di soluzioni domestiche e professionali da mesi a giorni, trend nel quale non possiamo che sperare.

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