Elex – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Le fanbase di fantasy e fantascienza sono spesso agli antipodi: i primi amano miti, leggende e fenomeni totalmente irreali come la magia, mentre i secondi adorano ipotizzare su futuri alquanto improbabili ma con fondamenta logiche, e capita sovente che i lettori di Tolkien non vadano per nulla d’accordo con chi vive di pane e Star Trek.

Qualora sia mai sorto il dubbio su chi vincerebbe tra un mago in grado di controllare la forza della natura e un soldato del futuro fornito delle armi più avanzate, Piranha Byte invita a scegliere la risposta con Elex, un gioco di ruolo che incrocia fantasy, fantascienza e, addirittura, dieselpunk. Mischiare generi così diversi è affascinante quanto rischioso, tuttavia non è per questo che Elex ha finito col non lasciarci impressionati.

Elex
Questo pianeta attende solo noi

Malagan, il pianeta dove è ambientato il gioco, è un mondo contemporaneo colpito (letteralmente) da un evento apocalittico: un meteorite ha annullato l’intera civiltà umana, riducendo il mondo a una distesa desertica. Il meteorite inoltre, ha portato con sé un elemento sconosciuto: l’Elex, le cui proprietà hanno trasformato in mutanti molte delle creature e delle persone che ne sono venute a contatto.

Tuttavia l’Elex è anche una potente fonte energetica dotata di proprietà incredibili, il che porta i superstiti a dividersi in fazioni divise dalle rispettive idee su come usare al meglio il nuovo materiale: i Berserkers, che ripudiano la tecnologia ed hanno scoperto come utilizzare l’Elex per ottenere la magia e dare nuova linfa vitale al deserto trasformandolo in foresta; i Clerics, convinti che l’Elex sia il dono di una divinità e che vada usato per l’avanzamento tecnologico più estremo; gli Outlaws, essenzialmente i classici punk del deserto usciti da Mad Max, totalmente disinteressati alla ricostruzione della civiltà e il cui unico scopo è vivere in libertà e accumulare ricchezza a discapito dei più deboli; infine gli Albs, tecnologicamente avanzati quanto i Clerics ma assuefatti dall’Elex, che utilizzano per aumentare le proprie capacità logiche e cognitive al prezzo delle loro emozioni, e nemici di chiunque non accetti di diventare come loro.

Per la prima volta in un gioco Piranha Bytes il protagonista ha un nome: Jax, un membro d’alto rango degli Albs, che a inizio avventura viene accusato di tradimento da un’altro membro della fazione, quindi colpito e lasciato cadere in un precipizio (il riferimento al primo Gothic è ovvio). Ferito quasi mortalmente, Jax perde completamente tutte le capacità donatogli dall’Elex e viene inoltre derubato di armatura ed equipaggiamento. Senza rivelare ulteriori particolari sulla prima parte del gioco, Jax finisce col trovarsi da solo in mondo pieno di pericoli, desideroso di vendetta contro una punizione ingiustificata, e costretto a nascondere la sua identità a chiunque.

Elex
Alcuni residui bellici del vecchio mondo. E un dinosauro

La formula di questo gioco di ruolo d’azione è quella che i fan di Gothic e Risen conoscono molto bene: un mondo enorme da esplorare e completamente prodotto “a mano”, senza l’abusata generazione procedurale, tre fazioni molto diverse fra loro (in questo caso più che mai), ampia libertà d’azione, una quantità infinita di quest e cose da fare, e tantissimi difetti strutturali.

Il gioco ha inizio in territorio Berserker, in cui abbiamo modo di saggiare la componente più fantasy del gioco in mezzo a una società a metà tra l’alto medioevo e l’età tribale, nascosta in un ambiente dove la natura selvaggia prende il sopravvento e la devastazione del resto del mondo pare un ricordo lontano. Come solito, la scalata al successo parte dal nulla e il primo obbiettivo è trovare un modo per sopravvivere più facilmente: all’inizio del gioco, infatti, qualsiasi creatura è in grado di uccidere il giocatore. Questo ci porta a parlare del primo difetto concettuale del gioco: le tre fazioni giocabili (Berkserker, Clerics e Outlaws) sono geograficamente molto distanti l’una dall’altra, e non esiste un percorso tra le basi privo di nemici in grado di uccidere con un solo colpo.

La difficoltà non rappresenta un problema di per sé, ma di fatto costringe il giocatore a dover spendere del tempo con i Berserker anche nel caso non fosse assolutamente interessato ad unirsi a loro (per chiarezza, precisiamo che ad un certo punto del gioco si è costretti a schierarsi con una fazione) per poter quantomeno essere in grado di sopportare qualche attacco prima di perire stupidamente mentre cerca di evitare qualsiasi contatto lungo il percorso per la fazione desiderata. Ma perché tutto uccide il giocatore così facilmente?

Elex
Non svegliate il can che dorme, specialmente se così grosso

Parliamo del sistema di combattimento premettendo da subito che, incredibilmente, Piranha Bytes è riuscita a peggiorare sé stessa. Quando a combattere fra di loro ci sono guerrieri, maghi, arcieri, soldati del futuro con armi laser, droni, mech, tossici con spade motosega e lanciarazzi, dinosauri, mutanti, ragni giganti e qualsiasi altra cosa possibile, è evidente che si debba scendere a compromessi incredibili per bilanciare tutto. Il sistema di combattimento di Elex si divide tra corpo a corpo e distanza: il primo si basa sulla stamina, utilizzata per attacchi rapidi o pesanti, schivate, parate e corsa. Ogni colpo messo a segno contribuisce ad aumentare il danno inflitto e permette di concludere con un attacco speciale particolarmente dannoso.

Il combattimento a distanza, d’altro canto, non è altro che un mirino con il quale tirare frecce e sparare: per la cronaca, il bilanciamento tra fazioni in questo caso è stato livellato dando ai proiettili la stessa velocità delle frecce. Il giocatore, inoltre, dispone di un jet-pack che accresce incredibilmente la mobilità verticale. Aldilà della legnosità e scarsa gratificazione del sistema, il vero problema risiede in come l’IA si comporta: ogni qualvolta che Jax incrocia una creatura o un NPC ostile, questi inizierà ad inseguirlo e, come precedentemente citato, molto probabilmente lo ucciderà al primo colpo. Il jet-pack potrebbe sembrare una soluzione pratica per la fuga, tuttavia Piranha Bytes ha pensato ad una soluzione “geniale” per eliminare la possibilità che un giocatore si salvi sempre rifugiandosi su un tetto, una roccia o, più in generale, su un’altezza maggiore rispetto al nemico (cosa che avviene di sovente in moltissimi giochi open world): dotare pressoché qualunque avversario di attacchi a distanza.

Scoprirete così che delle talpe troppo cresciute sono in grado di sputare acido, che alcuni mutanti sparano nuvole di plasma, e che i velociraptor (perché, ovviamente, ci sono velociraptor) sputano chiazze di sangue in grado di uccidervi.

Elex
In mancanza di alternative migliori, ecco come divertirsi: strip club

Esiste comunque una soluzione che garantisce quasi sempre la sopravvivenza quando la sola fuga non basta: i compagni d’avventura. Esistono diversi personaggi reclutabili all’interno del gioco, i quali avranno un differente livello di reputazione di voi in base alla fazione che supporterete e come vi comporterete nei confronti di altri NPC. Il loro contributo alla storia è molto limitato e, in genere, non sono degli efficenti combattenti, tuttavia svolgono un’importantissima funzione di bersaglio al vostro posto mentre correte da una parte all’altra, dal momento che non possono essere uccisi. Certamente, ad un certo punto del gioco Jax sarà sufficientemente forte da poter vagare liberamente senza doversi preoccupare troppo, ma fino a quel momento la frustrazione e la semi-linearità forzata si fanno sentire.

Un altro fattore causa di vari mal di testa è l’arretratezza tecnica del titolo, in particolar modo nella versione PlayStation 4 (quella da noi provata). Sebbene i paesaggi siano mozzafiato e il mondo sia ricco di dettagli, Elex non regge in alcun modo il paragone con qualsiasi gioco open world moderno, e la versione console è dovuta scendere a compromessi tali da dover oscurare la visione sulla lunga distanza. La cura nella disposizione di elementi nel mondo del gioco inoltre, talvolta viene minata da texture o modelli che, per qualche ragione a noi ignota, sono stati palesemente meno curati di altri. Sulle animazioni non ci esprimiamo: grezze e talvolta irreali, sono sempre state il tallone di achille di Piranha Bytes, che chiaramente non ha alcuna intenzione di porre rimedio alla situazione. A volte si manifestano anche bug piuttosto pesanti sui menù che forzano il giocatore a chiudere l’applicazione e riavviarla, ma confidiamo che verranno presto risolti dalle patch.

Come ormai evidente, Elex è un gioco problematico: si parla spesso di “sindrome da The Witcher 3” per indicare la difficoltà di apprezzare i giochi di ruolo open world con un livello qualitativo obbiettivamente inferiore al capolavoro di CD Projekt Red, ed in questo caso i difetti tecnici, grafici e di design non fanno altro che accentuare il dislivello. Tuttavia, per quanto fino ad ora abbiamo espresso continuamente disappunto, Elex è comunque un prodotto con delle qualità innegabili: il mondo di gioco è curato nei minimi dettagli, senza mai dare l’impressione che i suoi elementi siano stati creati solo per riempire spazio vuoto, le quest sono generalmente interessanti e difficilmente ripetitive o troppo simili fra di loro, ci sono tantissimi modi per sviluppare le capacità del personaggio seguendo strade completamente diverse fra di loro, e l’evoluzione del medesimo va a braccetto con l’esplorazione grazie alla necessità di trovare personaggi disponibili ad addestrare Jax per poter ottenere nuove abilità.

Elex
Fantasy e fantascienza a confronto, ma non vince nessuno

La proverbiale rigidità tedesca si manifesta appieno nei videogiochi: generi come gli strategici a turni e, più in generale, titoli con meccaniche poco immediate e difficilmente apprezzate dal grande pubblico di oggi, in Germania hanno ancora ampio successo. Lo stesso vale per la produzione: perché un’azienda come Piranha Bytes dovrebbe scegliere di stravolgere la formula per la quale i suoi fan l’hanno sempre sostenuta? La risposta logica è “per poter guadagnare più giocatori e non annoiare i fan”, ma evidentemente la compagnia è molto sicura di sé.

6.8

Pro

  • Fantasy e fantascienza si incrociano in un mondo post-apocalittico
  • Un gioco vasto in un mondo ricco di cose da fare
  • Adatto a tutti i fan di Gothic e Risen...

Contro

  • ...per tutti gli altri, un'esperienza non certo irrinunciabile
  • Graficamente obsoleto
  • Combattimento tedioso
  • IA inesistente
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