Enchanted Arms – Recensione Enchanted Arms

JRPG, questi sconosciuti

Enchanted Arms è il primo JRPG a sbarcare sulla piattaforma Microsoft, apripista di un genere di giochi che non ha mai visto un gran numero di esponenti sulla console di Bill Gates. Uscito con l’obiettivo di riconquistare una fetta di pubblico giapponese, da sempre piuttosto ostile alle console della casa di Redmond, il prodotto di From Software giunge dalle nostre parti soltanto in lingua inglese. Ma vediamo di scoprire se questo titolo merita la nostra attenzione o se si tratta solo di un salvagente uscito in fretta e furia per tappare il buco di un genere carente.

A salvare il mondo, tra Golem e magia

Da buon JRPG che si rispetti, Enchanted Arms ci mette nei panni di un ragazzo, Atsuma, che da semplice studente presso l’Accademia dell’Incantamento di Yokohama si ritroverà a dover salvare il mondo. A far compagnia al nostro eroe per caso ci sono il suo grande amico Toya, studente come lui, e Makoto, caratterizzato da una particolarità raramente presa in considerazione nei videogiochi. L’avventura darà una buona rilevanza alla storia portando a conoscere passato, presente e futuro dei personaggi, avanzando di pari passo al loro percorso di formazione.
La trama non si discosta dai tipici canoni cui i classici JRPG ci hanno abituati, ma questa volta c’è una piccola aggiunta: i Golem; servi dall’aspetto umanoide creati artificialmente molti anni prima. Questi Golem saranno utilizzabili nelle battaglie e ognuno di loro avrà il proprio set di abilità, lasciando al giocatore carta bianca per strategie e tattiche di combattimento. Ed è proprio sul combattimento che si concentra principalmente il tipo di interazione che ci viene concessa: la narrazione, infatti, proseguirà in modo autonomo man mano che completeremo le diverse fasi di gioco e si svilupperà attraverso filmati in CG, flashback e principalmente dialoghi.
Vittoria dopo vittoria, potenzieremo il nostro party e acquisiremo nuovi Golem scoprendone tutte le peculiarità, fino alla sconfitta del cattivone finale di turno.


Nel segno della tradizione, ma con qualche azzardo di troppo

Nonostante l’introduzione di questi nuovi mostri da combattimento, Enchanted Arms preserva quanto di buono già inventato fino ad oggi, presentando una struttura a turni con scontri casuali, gestita attraverso le solite opzioni di attacco e difesa. Il campo di battaglia è, per comodità, impostato attraverso una griglia in cui tendenzialmente ogni personaggio occuperà un quadrante. Come sempre i nostri eroi hanno tutti i loro attributi e le loro statistiche, compresi poteri elementali di tipo terra, vento, acqua, fuoco, luce e tenebre ed i rispettivi rapporti di efficacia/debolezza.
Nonostante le buone premesse, difetti facilmente notabili sono la frequenza di scontri casuali, decisamente troppo elevata, cosa che può causare frustrazione e far perdere al giocatore l’immedesimazione con il gioco. Gli sviluppatori sembrano essersene accorti, ma quello che hanno fatto è stato inserire due comandi inediti: l’auto battle, che permetterà ai nostri personaggi di agire autonomamente, e il fast forward, che permette di far avanzare più rapidamente il tempo. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che ogni volta i nostri eroi appariranno casualmente in posizione avanzata o arretrata sulla griglia, difficilmente saremo in grado di pianificare delle strategie precise: in generale l’impostazione è semplicemente sul fare più danni possibili utilizzando combo e mosse speciali.
Un’altra strana introduzione è data dai VP (Vitality Point): questi punti continueranno a calare battaglia dopo battaglia a seconda dei colpi ricevuti o delle fughe effettuate, diversamente dai punti vita HP tradizionali, che verranno ricaricati dopo ogni scontro. Una volta esauriti i VP il personaggio inizierà la battaglia con soli 1 HP ed 1 AP. Per recuperare i VP è necessario ricercare alcune oasi o utilizzare alcuni strumenti curativi. L’intento era probabilmente indurre il giocatore a cambiare spesso le formazioni, ma per i motivi già elencati non risulta molto facile e logico decidere le sostituzioni da effettuare.
Il gioco si sviluppa in maniera abbastanza lineare; nonostante sia possibile mettersi alla ricerca di tutti i Golem, le effettive possibilità di esplorazione sono veramente scarse.

Mostri da tutto il mondo

Una buona scelta invece è stata sicuramente quella di includere anche il supporto a Xbox Live: online è possibile mettere alla prova il proprio party contro quello di altre persone in sfide 1 vs 1, con tanto di classifica ufficiale o, alternativamente, effettuare delle partite libere.
Sono anche disponibili alcune simpatiche opzioni “Casinò”, che allungano ulteriormente la longevità globale del prodotto. Insomma, l’online è un ottimo modo per ripagare gli sforzi conseguiti nella modalità offline e per mettersi alla prova contro altri giocatori. Una caratteristica più che rara per un gioco di ruolo di stampo giapponese.

Tecnicamente parlando

Graficamente Enchanted Arms si presenta in modo molto gradevole, pur senza far gridare al miracolo. Le scene in CG, seppur poche, sono splendide; i personaggi inoltre appaiono piuttosto curati e particolareggiati. Salta all’occhio però, in modo particolare, l’impressione che il gioco sia stato concluso un po’ frettolosamente, in quanto proprio verso la fine c’è una diminuzione della qualità delle texture, ambienti spesso spogli e cali di dettagli. L’utilizzo di luci ed ombre è in compenso estremamente accurato, così come gli effetti nelle battaglie, che risaltano molto all’occhio. Lo stile degli ambienti, sul fantasy-futuristico, è complessivamente di grande effetto. In generale, le scelte grafiche sono molto piacevoli e il livello qualitativo è solido, nonostante la potenza della 360 non sia sfruttata intensamente.
Un appunto lo meritano i Golem, i quali spaziano dall’essere a volte veramente folli e a volte molto seriosi nell’aspetto.
Passando al comparto uditivo, nel gioco è presente un doppiaggio in inglese, ma non è sempre utilizzato e la qualità non è ad alti livelli. Inoltre, in Italia, non è stato tradotto e sono totalmente assenti testi in italiano.
Le cose vanno un po’ meglio con la colonna sonora, che si rivela piuttosto funzionale e il rapporto musica-contesto risulta piuttosto curato. Nonostante ciò, le musiche scorrono via senza troppa enfasi e difficilmente le ricorderete negli anni a venire.

Concludendo

Enchanted Arms è un titolo sicuramente valido, ed uno dei pochi esponenti di questo genere sulla console Microsoft. Una trama solida, una realizzazione tecnica adeguata e delle scelte di gameplay tutto sommato accettabili, fanno sì che il titolo si lasci giocare piuttosto piacevolmente; l’aggiunta dell’opzione Live ne espande ulteriormente la durata.
I problemi nascono per via di una struttura estremamente ripetitiva e della scarsa quantità di segreti e bonus, che difficilmente ve lo faranno riprendere in mano una volta finito, se non per giocare online, nonostante il gioco garantisca in singolo almeno sulle 40 ore di avventura. Consigliato dunque a chi possiede la console Microsoft ed ama i JRPG.

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