Streets of Rage 4 – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Sono passati dieci anni nell’universo di Streets of Rage da quando Axel e Blaze hanno sgominato per l’ennesima volta i piani di Mr. X. Axel Stone si è lasciato crescere una folta barba e fili d’argento sono comparsi tra i capelli di Max Hatchett. Il tempo è trascorso anche nel mondo reale: ben ventisei anni. Nella grande clessidra si sono date il cambio diverse generazioni videoludiche, e dopo un quarto di secolo più mani hanno resuscitato una saga data per scomparsa, ma rimasta indelebile nella storia.

Wood Oak City ha bisogno ancora una volta di noi. Bisogna calcare ancora una volta… le Streets of Rage.

Double Trouble

Questa volta il signore del crimine conosciuto come Mr. X non fa parte della partita. Il trono su cui sedeva con spavalderia adesso è diviso in due, occupato dai suoi figli: i gemelli Y. Questi hanno re-instaurato un impero del crimine volto a controllare la città, ed è un motivo più che valido per Axel per infilarsi di nuovo i guantoni rossi e ripulire le strade con i suoi amici al seguito.

Streets of Rage 4 rimane fedele alla saga partita su Sega Mega Drive con una premessa che non fa dormire sogni tranquilli agli abitanti di Wood Oak City. Axel non è da solo, naturalmente: nel cast prescelto da Lizardcube, Guard Crush e DotEmu si uniscono l’immancabile Blaze Fielding e due nuovi personaggi, Cherry Hunter, figlia del più famoso Adam, e Floyd Iraia, l’apprendista del Dr. Zan, più una piccola sorpresa che si aggiungerà nel corso delle “fasi” e che farà di certo felici i fan.

Streets of Rage 4

In questo capitolo-omaggio alla serie picchiaduro Cherry non ha solo il merito di essere il secondo personaggio femminile giocabile di Streets of Rage dopo anni di Blaze, ma quello di essere la più veloce del gruppo. Floyd, invece, è un devastante omaccione che seguendo le orme di Max fa delle prese e del crowd control armi vincenti. Axel e Blaze, purtroppo, hanno perso la capacità di correre regredendo così al primo Streets of Rage – e se per Floyd è tutto sommato comprensibile, non siamo riusciti a venire a capo del perché il team di sviluppo abbia deciso di menomare così i protagonisti di Streets of Rage, negando loro meccaniche alternative come una rotolata per Blaze e una parata per Axel in modo da diversificare ancor di più l’offerta di gioco.

La mancanza, comunque, fa presto spazio all’abitudine: abbiamo giocato sia in singolo che in co-op (fino a un massimo di 4 giocatori offline, 2 online) specialmente con i nuovi arrivati, sia per il fattore novità ma anche per essere in grado di avere una certa libertà nei vari livelli che compongono Streets of Rage 4, e dopo aver completato il gioco in modalità difficile ci sentiamo di eleggere Cherry e Floyd a migliori del roster.

Streets of Rage 4

Il motivo è presto detto: oltre alle mosse che più classiche non si può – pugni, attacchi in salto, combo – i personaggi battono le strade piene di nemici con nuove funzionalità, che sono utilissime quando ci si ritrova imbottigliati. La prima è una mossa speciale perfetta per il crowd control che assorbe un tot di vita dal personaggio, che diventa verde. A questo punto parte una sorta di mini gioco, che abbiamo molto apprezzato: c’è la possibilità di riprendere la vita persa, basta non essere colpiti e martellare i nemici. Su quest’aspetto ognuno dei personaggi può dire la propria: Cherry, per esempio, utilizzerà la chitarra che porta sulla schiena schiantandola sui nemici, Axel scatenerà una combo di pugni degna di Ken di Street Fighter, Floyd allungherà le sue braccia cibernetiche per arraffare un nemico e lanciarlo come fosse un fuscello e così via.

La seconda novità è rappresentata dalla mossa stella, che in parole pratiche è l’attacco più forte a disposizione del nostro lottatore. In questo caso Blaze darà prova delle sue abilità mistiche, mentre Floyd… ve lo lasciamo scoprire, ma ha risultati devastanti. Le stelle che servono per attivare queste abilità peculiari si trovano sparse per il livello a mo’ di pick up, come il classico pollo che rigenera la vita, che non poteva di certo mancare (in più in ogni livello si inizia con una stella in tasca).

Streets of Rage 4

C’è del marcio a Wood Oak City

Streets of Rage 4 offre varie difficoltà per la modalità storia, a partire dalla facile con ben sei vite a disposizione, passando per la difficile e arrivando a quella “mania”. A fine livello si è poi ricompensati con dei punti tramite un sistema a punteggio che abbiamo faticato a comprendere all’inizio, soprattutto in 2 giocatori. Il punteggio tiene conto di vari fattori come tempo, stelle e salute rimaste, applicando poi un malus se, dopo un fallimento, si è deciso di scegliere una o più vite extra al costo di un punteggio minore finale. Una vita in più, per esempio, taglia di netto lo score del 50%, e i punti vanno poi a sommarsi in una barra che ha lo scopo di sbloccare nuovi personaggi.

Nella schermata post-livello compare quindi il rango e il punteggio totale “finale” già sottratto. Per dare un’idea della confusione (forse solo personale) ci avvaliamo dell’immagine che segue: il nostro totale “reale” del livello ammonta a 16.000, che viene diviso dal malus 50% per la vita extra. Per come è scritto, sembra invece che il numero guadagnato sia zero; sarebbe bastata una riga per rendere il tutto molto più chiaro.

Streets of Rage 4

Apriamo una veloce parentesi sempre sulle vite. Gli stage del gioco non tengono sempre considerazione la presenza di più giocatori: lo score e il contatore delle combo sono in comune, ma gli oggetti che è possibile trovare non aumentano mai per far fronte al bisogno doppio (o quadruplo!). Si finisce, quindi, per rinunciare sempre a qualcosa in favore dell’altro giocatore con una maggior difficoltà di accumulare punti e avere vite extra – se da soli averne una è quasi sempre garantito, buona fortuna da 2 giocatori in su: si dividono cibo, stelle e soldi.

La storia di Streets of Rage 4 arriva alla sua conclusione in 4-5 ore di gioco. Se è vero che è in linea con il sottogenere, bisogna anche ammettere che sarebbe stato lecito aspettarsi un po’ di più dopo ventisei anni. Il fatto che porti avanti la tradizione dei picchiaduro a scorrimento non toglie la possibilità di rinnovarsi e di offrire una campagna più completa con più stage. Non fraintendiamo, la formula è sempre un successo: Streets of Rage 4 è divertente, sembra non bastare mai e si presta a essere riaffrontato più volte per sbloccare gli altri personaggi, ma i livelli (disposizione di nemici e oggetti inclusi) non cambiano mai. Tra rigiocabilità e ripetitività il passo è breve: avremmo gradito un focus maggiore sulla modalità cardine del titolo.

Streets of Rage 4

Dalla storia si sblocca tutto il resto che Streets of Rage 4 ha per diversificare la sua nostalgica offerta. Oltre la campagna principale, i team di sviluppo offre tante possibilità: selezionare un livello specifico, la boss rush, una modalità versus non riuscitissima e una modalità arcade che non è per i deboli di cuore. Quest’ultima mima i vecchi giochi e il simbolico gettone dei cabinati, che va inserito per rigiocare la campagna dall’inizio alla fine senza morire. C’è infine l’online, che permette di unirsi alla partita di un altro giocatore. L’offerta sulla carta è ricca, ma ben presto gli stage presenti in Streets of Rage 4 si conosceranno a menadito e non avranno più sorprese sul lato gameplay – a parte i retro stage.

La trama di questo quarto capitolo è connotata da una qualità decrescente e da un finale piuttosto repentino. Essa svolge il suo compito di contorno a botte da orbi e cerca di caratterizzare i personaggi in poche battute con l’aiuto di diapositive a fumetti, specialmente gli antagonisti, i gemelli Y, che cercano di tenere in alto la bandiera del padre con apparizioni sporadiche e alcune leggerezze. Alcuni personaggi storici della saga si limitano a brevi cameo, lasciando l’amaro in bocca quando non si uniscono al team nonostante ne abbiano motivo. Sul roster ci sarebbe potuto essere un lavoro più generoso, guardando magari con ammirazione l’amatoriale Streets of Rage Remake.

Streets of Rage 4

Nuove strade, vecchie strade

Con Streets of Rage 4 gli sviluppatori strizzano l’occhio ai fan della saga, e non potrebbe essere altrimenti: i livelli sono ricchi di dettagli e riferimenti ai giochi passati (come vetrate di Mr. X, poster vari), per i nuovi arrivati invece l’immersione potrebbe risultare più difficile, dato che non viene proposto un riassunto di Streets of Rage finora ma solo una leggera infarinatura indiretta tramite le bio dei personaggi.

Il nuovo stile grafico denota la grande cura lesinata altrove: il tutto è disegnato a mano e poi implementato nel gioco in un secondo momento, dagli sfondi ai personaggi, il che restituisce un mondo urbano più vivo, con tanto di insegne e graffiti ovunque. Il design di vecchi e nuovi protagonisti è convincente e non risulta mai fuori posto: gli ex detective hanno così un’identità più definita rispetto alle loro controparti; Axel ha l’aspetto da vero brawler, Blaze ringiovanisce dai pixel (ma forse è un po’ troppo… prorompente), e in pochi attimi si finisce voler bene a Cherry Hunter e Floyd Iraia come se fossero personaggi storici della serie. I bozzetti vari restituiscono l’idea di come il gioco si sia evoluto nel corso dei mesi e di cosa sia stato scartato, ma la sensazione sul lato grafico è quella che la via imboccata sia quella giusta, da seguire e incoraggiare. Axel e soci si muovono quindi non solo in un primo stage che rimanda alle vecchie glorie, ma in una decina di altri caratterizzati da nemici su schermo, divisi per colore e rango, una curva di difficoltà maggiore e ambienti che spaziano tra fogne e musei pur di sventare i terribili piani dei gemelli serpenti.

Streets of Rage 4

Un altro elemento fondamentale quando si parla di Streets of Rage è la colonna sonora. Streets of Rage è ritenuta una nave scuola da questo punto di vista, con Yuzo Koshiro come suo capitano, che è riuscito ai tempi a far brillare il chip audio del Sega Mega Drive e Genesis con melodie tecno/funk/dance di ampio respiro. Koshiro torna nella sala di registrazione per il quarto capitolo per aiutare il compositore principale, Olivier Deriviere (Vampyr e A Plague Tale: Innocence tra i suoi ultimi lavori) e guest star come Motohiro Yamashima, Yoko Shimomura e altri che firmano alcune tracce.

Il risultato è una colonna sonora di tutto rispetto sia presa da sé che nei confronti degli originali, variegata tra tracce techno, funk, rock, vibrazioni anni ’80 e un cocktail di altre sonorità. Deriviere dimostra di saperci fare con alcune tracce che sono tra le migliori del titolo (ascoltate Call the Cops o Rising Up e provate a dire il contrario), ma c’è anche la possibilità di passare alla soundtrack retro dei primi Streets of Rage, per riascoltare la premiata ditta Koshiro-Yamashima alle prese con i nuovi livelli.

Streets of Rage 4


Streets of Rage 4 non si discosta molto dagli originali, e per molti potrebbe andare bene così. Potrebbe bastare che la serie si riaffacci su console e PC dopo ventisei anni di sospensione con una grafica nuova, moderna e curata e una colonna sonora in pieno stile Bare Knuckle, ma a volte bisogna chiedere uno sforzo in più. Si sarebbe potuto osare con altri personaggi sbloccabili, una storia più curata e una modalità che cambiasse le carte in tavola, piuttosto che rimestarle in una salsa simile. Ciononostante Streets of Rage 4 è un titolo valido, divertente e rispettoso verso la saga, con riferimenti e pochi cambiamenti ma buoni. I picchiaduro a scorrimento anni ’90 possono ancora dire la loro, ma speriamo che in futuro Streets of Rage proponga un’offerta ancora più sfaccettata tale da far impallidire i progetti amatoriali.

7.5

Pro

  • Colonna sonora all'altezza
  • Grafica convincente
  • Abbastanza rigiocabile

Contro

  • Campagna in linea, ma breve
  • Storia non eccelsa
  • Non solo retro: avremmo gradito altri personaggi
Vai alla scheda di Streets of Rage 4
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