A Hat in Time – Recensione

C’è un inaspettato filo rosso che connette due titoli apparentemente molto diversi come Super Mario Odyssey e l’indie A Hat in Time e no, non stiamo parlando solo della bizzarra passione per i cappelli di entrambi i team di sviluppo. L’ispirazione che ha mosso Gears for Breakfast deriva infatti dai grandi platform 3D dell’era a 32 e 128 bit: Super Mario 64, Banjo-Kazooie e Crash Bandicoot solo per citarne alcuni. Questa ispirazione, lasciatecelo dire, si vede tutta. La fluidità del platforming, il level design, le scelte artistiche: tutto riporta alla mente quei gloriosi anni, attuando al contempo una sapiente operazione di ammodernamenti di alcune meccaniche ormai non più attuali. Ecco, già da questa breve introduzione avrete capito che A Hat in Time è un titolo che merita senz’altro la vostra attenzione. Svisceriamo allora insieme il nuovo titolo di Gears for Breakfast, vi promettiamo che ne varrà la pena.

A Hat in Time

Tralasciando la trama in sé, molto semplice e leggera in quanto a temi e toni, ciò che colpisce davvero di A Hat in Time è come questa viene narrata. L’ironia è infatti l’elemento su cui Gears for Breakfast ha voluto puntare e in più di un’occasione ci ritroveremo ad avere a che fare con personaggi assolutamente buffi e sopra le righe. I richiami alla pop culture sono poi numerosi e non mancano nemmeno momenti in cui urlerete “kawai!” anche se non siete per niente giappofili. A ciò aggiungete che ogni mondo in cui sarete catapultati ha il suo (seppur minimo) background e otterrete un universo di gioco sì molto eterogeneo nelle sue varie parti, ma al contempo coerente nel modo in cui si presenta al pubblico.

Il vero fiore all’occhiello della produzione, però, è proprio nelle meccaniche di platforming: Gears for Breakfast ha lavorato duramente per offrire un sistema di controllo fluido e reattivo tanto che i risultati ottenuti riescono, a nostro parere, a superare decisamente quanto fatto con Yooka-Laylee; il che è notevole se considerate che il team dietro a quest’ultimo è composto da veterani provenienti da Rare. Per imparare ad eseguire una sequenza di salti, scatti e arrampicate sarà necessario davvero poco tempo e, grazie anche a una telecamera che segue ottimamente il personaggio, gli errori dovuti alla prospettiva sono ridotti all’osso. Tutto ciò è stato realizzato in funzione del level design di A Hat in Time, che in più di un’occasione ci ha stupito per il livello di sfida che propone e per la capacità di svilupparsi sia verticalmente che orizzontalmente.

 A Hat in Time

Un level design che viene sfruttato per presentare un discreto numero di tipologie di missione che, seppur sempre incentrate sulle dinamiche di platforming, rappresentano una piacevole variante sul tema. Ecco quindi che capiterà di avere a che fare con delle semplici dinamiche stealth o ancora a gareggiare contro il cronometro: niente che i Super Mario 3D non abbiano già fatto negli anni, vederlo però riproposto con un così alto livello di qualità da un team indipendente è cosa assai gradita. Ciò consente, in definitiva, di tenere sempre alto l’interesse dei giocatori e di evitare il pericoloso demone della noia, purtroppo sempre dietro l’angolo quando si parla di platform. E i boss di fine livello? Ci sono eccome e risultano anche piuttosto impegnativi da sconfiggere, con pattern d’attacco diversificati e frequenti cambi di prospettiva.

Come in ogni platform che si rispetti, non mancano poi i power-up, che assumono due forme: quella dei cappelli e quella delle spillette, che grazie alle opportune combinazioni daranno accesso a una vasta gamma di abilità. I power-up verranno sbloccati con il proseguo dell’avventura e saranno fondamentali per poter completare specifiche missioni o raccogliere alcuni oggetti; i cappelli andranno inoltre a modificare l’aspetto della simpatica Hat Girl e sarà possibile personalizzarne il pattern di colori. Una volta ottenuto un cappello, questo resterà per sempre con noi e parte delle meccaniche platforming si baseranno proprio sull’utilizzo dell’accessorio più adatto a ciò che starà accadendo a schermo.

A Hat in Time


A Hat in Time si può senza dubbio definire un piccolo gioiello. Certo, non porta nessuna innovazione all’interno del genere e la sua longevità è un po’ risicata. Il modo in cui si propone al giocatore, però, ricorda dannatamente da vicino produzioni tripla A di “aziendine” come Nintendo o Rare. Ciò può essere individuato anche nel comparto tecnico, che in più occasioni appare originale ed estremamente curato, così come nella selezione di brani che compongono la colonna sonora. Se questo è il primo lavoro di Gears for Breakfast, non vediamo l’ora di sapere cosa ci riserverà il team per il futuro.

8.4

Pro

  • Ottimo level design
  • Telecamera quasi sempre impeccabile
  • Buona varietà

Contro

  • Nessuna vera innovazione al genere
  • Non troppo longevo
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