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[E3 2014]Hellraid

Luglio 13th, 2014 Giorgio Crosali
A cura di Giorgio Crosali pubblicata il 01/07/2014
Non solo zombie: anche scheletri e demoni. A Techland hanno preso gusto a prendere a mazzate “cose” in prima persona, pertanto oltre a Dying Light abbiamo potuto vedere per la prima volta Hellraid, un hack’n’slash in prima persona ambientato in un medioevo dark-fantasy dove le forze dell’inferno hanno invaso la terra (qualcuno ha detto Lords of the Fallen?).

La presentazione si è svolta senza troppi convenevoli, spiegando brevemente la trama sopracitata e il ruolo del protagonista della medesima, ovvero un reietto alleato coi maghi per sconfiggere demoni e non-morti (e ripetiamo: qualcuno ha detto Lords of the Fallen?), per poi concentrarsi direttamente sul gameplay.
In Hellraid lo scopo del giocatore è uno e molto semplice: avanzare e uccidere, con stile e brutalità. Stile, perché a vederlo ci è venuta davvero voglia di provarlo, e brutalità, perché il gioco non lesina certo di teste che volano, arti amputati e mutilazioni varie. Se nell’ormai lontano 2005 avete giocato Dark Messiah of Might & Magic, il concetto vi sarà piuttosto familiare. Le similitudini però finiscono qua: come dicevamo, Hellraid è in tutto e per tutto un hack’n’slash nel quale, partendo dal canonico villaggio, andrete in giro a completare quest e uccidere demoni dai quali raccogliere armi e armature generati casualmente, che potrete potenziare dandovi al crafting e all’incantamento, oppure sostituire comprandone di nuove dal fabbro locale.

Il gioco, concettualmente, è semplice come ve lo abbiamo presentato, ma ciò non implica che manchi di cura: sebbene la data di rilascio non sia vicinissima, il prodotto pare davvero pronto al rilancio, in particolar modo nei confronti delle nuove piattaforme, grazie al motore proprietario Chrome Engine 6 che alimenta anche l’acclamato Dying Light. L’aspetto che risalta maggiormente è la fluidità che esso ha nonostante l’alto livello di dettaglio, specie se confrontato alle precedenti produzioni dello sviluppatore polacco, che spesso peccavano proprio sotto l’aspetto della pesantezza del gioco in termini di prestazioni. Peraltro, questa evoluzione si riflette anche nel gameplay: chiunque abbia apprezzato l’evoluzione dei combattimenti in The Elder Scrolls V: Skyrim rispetto ai suoi predecessori sarà felice di avere a che fare un esperienza meno ruolistica e più incentrata sull’azione, riuscita mille volte meglio rispetto al titolo di Bethesda. Non abbiamo potuto provare con mano, ma l’impressione è che il feeling di combattimento fosse davvero coinvolgente, grazie alla reattività dei nemici rispetto ai colpi subiti, alle possibilità di attacco offerte, e all’interazione con l’ambiente.

Ciò che però non sappiamo ancora del gioco è come si sviluppa il personaggio: è noto che non ci sia una scelta di classi quanto piuttosto una rosa di abilità tra cui scegliere di investire i punti, ma non si sa molto più di preciso, né quante siano, né quante di queste si potranno sbloccare durante il gioco – e conseguentemente, non sappiamo nulla sul fattore rigiocabilità, cosa importante per un titolo di questo genere.
In compenso, pare esserci una certa attenzione al multiplayer, con tre modalità di gioco differenti: lo “story mode”, che permette di giocare la campagna in cooperativa, la modalità “arena”, che è essenzialmente un survival a ondate, e infine il “mission mode”, con mappe a obiettivi dedicati e che permette ai giocatori di compiere delle combo per ottenere più punti possibili alla fine.

Per i nostalgici di Hexen, per chi ha amato Dark Messiah of Might & Magic, e, più in generale, per chi adora prendere a letterali mazzate i demoni, questo è il gioco che aspettiamo. Nessuna rivoluzione in arrivo, ma se le aspettative verranno rispettate, Hellraid sarà sicuramente un titolo apprezzabilissimo. Scopriremo come sarà andata a inizio 2015 su PC, Xbox One e PlayStation 4, ma i più impazienti potranno già provarlo su Steam Early Access a partire dall’autunno.

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Giorgio Crosali

Impegnato a ignorare i giochi popolari, rovinare il proprio fegato, portare Gamesource in giro per le fiere italiane e viaggiare per il mondo in cerca di giochi sconosciuti da spacciare per capolavori.


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