LC&G 2023 – Abbiamo provato Prince of Persia: The Lost Crown

Annunciato a sorpresa durante il Summer Game Fest 2023, Prince of Persia: The Lost Crown riporta la serie a quel 2D che nel 1989 la rese un successo internazionale.

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Dopo il suo acclamato debutto alla fine degli anni ‘80, la serie Prince of Persia ha vissuto una seconda giovinezza grazie alla Saga delle Sabbie del Tempo pubblicata tra il 2003 e il 2005 sul PlayStation 2, Xbox e GameCube, e caratterizzata da un’inedita veste 3D in un’epoca nella quale il 2D era sinonimo di arretratezza.

Oggi, la percezione del pubblico riguardo alle due dimensioni è cambiata profondamente, e dopo che il controverso remake di The Sands of Time è sparito dai radar, il principe di Persia torna alla bidimensionalità degli esordi, trasformando la fluidità delle animazioni che ne caratterizzò il successo in rapidità di movimento e di combat system.

A Lucca Comics & Games, grazie a Nintendo sono riuscito a provare una demo di 15 minuti di Prince of Persia: The Lost Crown durante la quale il protagonista Sargon ha dato sfoggio di tutta la propria destrezza.

Prince of Persia: The Lost Crown

Parola chiave: agilità

Come nei migliori platform/metroidvania in 2D, in Prince of Persia: The Lost Crown sono presenti doppio salto, dash e scivolate; tuttavia, è dalla loro combinazione che si possono esplorare in maniera estremamente soddisfacente i livelli, sfidando verticalità e trappole offerti da un level design tentacolare ma mai dispersivo. Tale agilità vi permetterà inoltre di evitare i nemici che vi si pareranno davanti nel caso in cui doveste trovarvi in carenza di vita o di voglia di combattere.

La buona qualità del level design è da subito esperibile grazie alla voglia di esplorazione che è in grado di stimolare nel giocatore. Le aree traboccano di zone nascoste e passaggi segreti, alcuni dei quali inaccessibili in un primo momento come da caratteristica imprescindibile del genere di appartenenza.

Anche il riavvolgimento del tempo, elemento caratterizzante del successo di The Sands of Time, torna in questo Prince of Persia: The Lost Crown, seppure in maniera differente. Non sarà infatti possibile riavvolgere l’azione di gioco dopo un salto sbagliato o un combattimento andato male, ma si potranno temporaneamente ripristinare una serie di piattaforme crollate durante alcune sezioni di platforming a tempo.

Prince of Persia: The Lost Crown

Combattimenti frenetici

L’agilità del principe è chiaramente stata mantenuta anche nel combat system. Velocità e varietà sono gli aggettivi che descrivono perfettamente gli attacchi che potremo infliggere ai nemici. Si va infatti dai classici colpi leggeri e pesanti, a veloci scariche di frecce, fino ad abilità offensive più elaborate in grado di infliggere grandi danni.

Così come per l’esplorazione dei livelli tuttavia, in Prince of Persia: The Lost Crown anche sconfiggere gli avversari richiede una combinazione di tutte le abilità offensive che ci vengono messe a disposizione. Colpire solo con gli attacchi più semplici porterà infatti anche gli scontri più casuali a diventare abbastanza lunghi e ripetitivi, lasciando inoltre ai nemici la possibilità di contrattaccare e infliggerci grandi quantità di danni. Combinare sapientemente i nostri attacchi e le nostre abilità di movimento permetterà invece di sopraffare letteralmente gli avversari, ad esempio lanciandoli in aria e crivellandoli di frecce, sbilanciandoli con un parry all’ultimo istante e colpendoli con una pioggia di attacchi, o eseguendo schivate con il dash e cogliendoli alle spalle.

Il tutto è ulteriormente arricchito da una varietà di nemici di certo non originalissima, ma funzionale nello stimolare il giocatore a provare approcci di combattimento differenti. Si va dal classico nemico dotato di spada, all’arciere sempre pronto a cecchinarvi dalla distanza, dai fastidiosi mostriciattoli volanti, fino ai guerrieri dotati di grandi scudi che dovrete colpire alle spalle. Insomma, un combat system vario e profondo che richiede tempo per essere padroneggiato a dovere (sicuramente di più dei 15 minuti avuti a disposizione, almeno per il sottoscritto) ma che una volta dominato sarà in grado di donare enormi soddisfazioni.

Prince of Persia: The Lost Crown

Un’art direction non incisiva

L’ambientazione medio orientale è ben rappresentata nel primo livello che abbiamo potuto provare. La palette presenta una predominanza di tinte ocra, con particolari dello scenario che vengono evidenziati da un azzeccato blu utile nel donare contrasto e profondità a determinati elementi.

Tuttavia, dal lato artistico il primo livello di Prince of Persia: The Lost Crown non presenta caratteristiche che hanno stupito per originalità. La caratterizzazione dell’ambientazione appare infatti piuttosto basilare e senza elementi in grado di restare particolarmente impressi. Come il genere ci ha abituati tuttavia, ci aspettiamo che i livelli successivi possano presentare ambientazioni e biomi differenti, magari proponendo elementi decisamente più memorabili rispetto a quanto visto finora.

Nonostante questo, il livello di dettaglio si presenta buono e gli scenari sono ricchi di elementi in costante movimento.

Ineccepibile il lavoro di Ubisoft Montpellier dal punto di vista tecnico. I 60 frame al secondo sono granitici nonostante gli effetti visivi, gli elementi in movimento e l’azione spesso frenetica; cosa decisamente non scontata su un hardware datato come Nintendo Switch.

Prince of Persia: The Lost Crown

Prince of Persia: The Lost Crown | Un titolo da tenere d’occhio

Insomma, in un momento nel quale la sostenibilità dei tripla A è in discussione, la risposta di Ubisoft è la realizzazione di un prodotto dai costi produttivi più contenuti ma non per questo meno interessante. Prince of Persia: The Lost Crown si presenta come un prodotto attuale nelle meccaniche, profondo nel combat system e soddisfacente nell’esplorazione. L’unica pecca risiede in una caratterizzazione artistica non particolarmente originale e che rischia di relegare all’anonimato un titolo così ben congeniato.

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