Soulstice – Anteprima

L'action di matrice italica si è mostrato in una breve anteprima.

Pochi giorni fa ho avuto la fortuna di assistere all’anteprima di Soulstice, un ambizioso hack ‘n’ slash in lavorazione da 4 anni e mezzo e del quale ci hanno parlato Fabio Pagetti, Marco Mortillaro e Samuele Perseo, parte del team Forge Reply. In poche righe ti parlerò di quello che ho visto, che si prospetta sicuramente un titolo interessante che metaforicamente parlando non mirerà forse a reinventare la ruota, ma a dimostrare che c’è ancora modo di provare a “renderla propria”.

Soulstice

Il core del gioco, che sarà pubblicato da Modus Games, sembra essere il dual character system, tanto al centro del gameplay quanto al centro della narrazione. Ma faccio qualche passo indietro: dopo una intro cinematica che pesca a piene mani dal modus narrandi dei Souls (voce eterea che spiega la situazione del mondo, mood dell’ambiente, ecc), pur sfociando in un info dump che spero sia relegato solamente alla demo, facciamo la conoscenza di Briar e Lute, due sorelle toccate da una maledizione che le ha trasformate in una Chimera, definita dai dev come una sorta di guerrieri ibridi forgiati dall’unione di due diverse anime. Briar, la parte umana di questa coppia, ha acquisito poteri al limite del sovrumano, mentre Lute, ora in forma di spirito, detiene poteri mistici. Il loro scopo, te lo confesso, non mi è risultato chiarissimo – almeno dalla presentazione e da quanto raccontato a schermo – ma il passaggio quasi immediato al gameplay mi ha distratto velocemente da questa relativa mancanza.

Soulstice

Il setting fin da subito mi è sembrato originale, senza quel passetto in più per poter diventare iconico ma comunque capace di immergere chi osserva (e gioca) nell’ambiente portuale nel quale si è svolta la sezione di gioco mostratami: i vari quartieri della città apparentemente varieranno molto, offrendo di volta in volta mood, esperienze e immersività di carattere diverso. Le ispirazioni, anche a detta degli sviluppatori stessi, sono molti manga e anime (Berserk compreso), ma ancora non ho visto qualcosa di realmente unico, almeno nella sua identità apparente. Chiaro, sto parlando del primo livello di gioco, non dell’esperienza ludica completa, ma le prime impressioni servono a volte anche per essere smentite e demolite, no?

Non so dirti se il sound design è all’altezza dello storytelling ambientale che il team di Forge Reply promette ma, dopo qualche run in più sulla demo procuratami, potrò meglio esprimermi a riguardo. Altro aspetto sul quale rimando a un’eventuale opinione futura è la UI, molto essenziale ma che non mi ha restituito un’idea di polished che mi aspetterei da un titolo in uscita questo autunno; parte di questo aspetto è la sua forte assonanza con uno degli elementi chiave di Devil May Cry, come di altri, ossia il Rating alla fine di ogni scontro, che un po’ sembra stonare rispetto al tono del resto di Soulstice, o, almeno, di quello che ho potuto vedere finora.

Soulstice

I nemici che ci troveremo ad affrontare sono principalmente di due tipi: Corrotti e Posseduti. I due non sembrano offrire varietà di gameplay nel modo in cui si devono affrontare, almeno per ora, ma permettono sicuramente di sperimentare con il combat system di Soulstice: in totale avremo 7 diverse armi tra le quali switchare agilmente per poter restituire la maggior percentuale di danno ai nemici, sia in corpo a corpo che sulla distanza, dato che ho potuto osservare diversi attacchi eseguti con un arco. Mentre il giocatore ha pieno controllo di Briar, Lute è quasi completamente controllata dall’IA, specialmente nel suo aspetto offensivo, ma è utilizzabile per effettuare dei counter che, attivati nel momento giusto, permettono di continuare senza interruzioni il flow di combattimento e, quindi, la combo. Meglio si combatterà, migliore sarà l’unione di Briar e Lute, tanto da arrivare a poter scatenare una sorta di “super”, qui chiamato Rapture, che cambia e si potenzia a seconda dell’evoluzione delle skill di Lute. Interagendo con il mercante che troveremo in punti prestabiliti della mappa e investendo dei cristalli che recupereremo combattendo ed esplorando, infatti, accederemo al sistema di progressione, che per Briar si concentra principalmente sulle armi e su tratti passivi minori, mentre per Lute comporta l’upgrade di statistiche di attacco/difesa o del livello di Rapture di cui ti parlavo prima.

Soulstice

Soulstice non sarà solo combattimento, però, perché per darci un po’ di respiro il team di Forge Reply ha inserito anche diversi elementi da puzzle game: interessante, in questo contesto, che per la loro risoluzione ci potremo trovare a usare gli stessi counter (“Evocation Field” e “Banishment Field”) utilizzabili in combattimento, da Lute e Briar rispettivamente. È senza dubbio un buon utilizzo del connubio “verbo-oggetto” che sta al centro del loop di ogni videogioco mai esistito, e sono curioso di scoprire quanto questa meccanica possa essere approfondita.


Cercando già di tirare le fila di questa breve anteprima, torno sulle mie parole iniziali: Soulstice ha alcuni elementi interessanti che, pur non risultando estremamente originali, hanno il potenziale di risultare ben fatti. Aspirazione, in toto, tutt’altro che umile. La preoccupazione che il titolo non sappia ritagliarsi un proprio spazio nelle nostre console rimane, complice un’identità che mi sembra voglia essere troppe cose senza essere nessuna, ma molto di questo è dettato dal poco che si è potuto giocare finora, quindi per un eventuale conferma o smentita ti rimando alla recensione del titolo in zona release. Spero personalmente che spingano ancora maggiormente sull’enemy design, aspetto che, pur a singhiozzo, è riuscito a sollevare un po’ di interesse nel titolo in chi ti scrive.

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