Thief (2014) – Thief – Provato

Qualche giorno fa siamo stati invitati presso gli studi di Halifax per giocare una lunga sessione di Thief, l’atteso reboot del celebre gioco stealth sviluppato dal talentuoso team di Eidos Montreal, rinomati per l’eccelso lavoro svolto con Deus Ex Human Revolution. Abbiamo provato il titolo per circa 3-4 ore partendo dal prologo fino ad arrivare alla fine del capitolo 3, che ci regala la possibilità di vedere in modo nettamente più approfondito le meccaniche del gioco che nella build precedentemente provata non ci aveva del tutto convinto.

Questa volta la versione di riferimento era quella per PS4 che ha mostrato lo stato di avanzamento dei lavori anche sulle console di nuova (ormai corrente) generazione e che ci è sembrata particolarmente convincente nonostante la sua natura multipiattaforma che comprende anche le versioni della generazione precedente. La versione della console Sony inoltre utilizza alcune feature del nuovo joypad per dare la possibilità ai giocatori (se lo desiderano) di mirare tramite i sensori di movimento, sfruttare il touchpad per gestire l’inventario, capire grazie al led quando si è vicino a fonti di luce o usare la voce per attirare l’attenzione dei nemici.

Tutto comincia quando Garrett, il signore dei ladri, accetta un lavoro dal suo caro e vecchio “amico” Basso il cui obiettivo è quello di rubare una particolare pietra al Barone, l’uomo che governa La Città. Assieme a Garrett ci sarà Erin, una ladra che in passato aveva già lavorato con lui, ma che per via dei differenti modi di agire si congedò dal nostro protagonista.



Questa prima parte della storia viene sfruttata come tutorial per il giocatore che apprenderà le basi della meccanica di gioco: rubare, stare nell’ombra, camminare in modo silenzioso e sfruttare i primi gadget a disposizione, frecce e manganello. Tutto scorre in maniera piuttosto fluida e senza problemi, Garrett corre, salta e scavalca quasi in stile Assassin’s Creed dimostrando che il gioco è sensibilmente migliorato anche sotto questo punto di vista rispetto all’ultima volta che lo abbiamo provato.

La missione sembra procedere secondo i piani, ma un tragico imprevisto, (che non vi raccontimao per evitare spoiler) cambia le carte in tavola e assistiamo a un salto temporale di un anno in cui ritroviamo un Garrett che fa ritorno alla Città intento a scoprire cosa è successo durante il suo anno di assenza. Molte cose sono cambiate: malattie e miseria si aggirano per le strade, mentre i ricchi si godono i loro privilegi grazie alla dittatura del Barone che ha imposto maggiori tasse riempiendo le tasche della nobiltà.

Garrett fa rientro nel suo covo allocato all’interno della torre dell’orologio, un luogo in cui il nostro re dei ladri espone tutta la refurtiva più particolare e di suo gradimento. All’inizio del gioco ovviamente le varie teche e vetrine saranno vuote, ma man mano che ruberemo oggetti rari questi andranno a completare la collezione. La torre dell’orologio è anche il posto per immagazinare gli oggetti più utili che si vogliono conservare per le missioni future, dal momento che il nostro inventario è limitato a una decina di oggetti al massimo.



Dopo aver fatto un salto al suo nascondiglio, il maestro dei furti decide di andare a trovare il caro e vecchio amico Basso, non solo per rimettersi a lavoro, ma anche per avere un quadro della situazione e colmare l’anno di vuoto che non riesce a ricordare. Basso si rivelerà ben presto un personaggio essenziale non solo per i suoi legami con Garrett e il suo ruolo nella trama, ma anche perchè periodicamente sarà possibile ottenere da lui delle missioni secondarie con cui accumulare parecchio oro, aspetto da non sottovalutare visto che grazie a quest’ultimo sarà possibile non solo acquistare vari oggetti per la propria sopravvivenza, ma anche diversi potenziamenti o nuovi gadget che aiuteranno tantissimo nel proseguimento dell’avventura. Abbiamo infatti notato che avendo a disposizione diversi tool come lo svita bulloni o le tronche potremo accedere a scorciatoie o disattivare le trappole. Non solo per alcuni missioni secondarie sono passaggi quasi d’obbligo, ma possederle sin da subito durante le missioni principali semplifica il tutto in maniera tangibile.

Ovviamente sta a discrezione del giocatore decidere se e quando acquistare determinati oggetti, così come il tipo di approccio da scegliere durante le varie missioni, nonostante soffrano di una certa linearità di fondo. Il gioco invita comunque il giocatore all’approccio stealth puro, non solo per omaggiare la sua origine, ma anche per trarne i maggiori benefici visto che a ogni fine capitolo o quest secondarie si verrà valutati a seconda delle nostre prestazioni da ladro, tenendo conto di quante volte si è stati scoperti, quanti oggetti si è riusciti a rubare e così via.



Lungo il corso dei capitoli da noi giocati un plauso va fatto sicuramente alla buona varietà di ambientazioni che ci ha permesso di visitare parecchi interni della Città fortemente ispirata alla Londra vittoriana, ammirando bordelli, cimiteri, ville lussuose e sotterranei segreti. Quest’ultimi tutti da visitare per alcuni enigmi interessati e che richiedono attenzione e un sapiente utilizzo del focus, che per chi non se lo ricorda, si tratta di un’abilità acquisita da Garrett (che anche qui per motivi di NDA non possiamo svelarvi) che gli permette di mettere in evidenza gli oggetti con cui è possibile interagire o facilitare alcune azioni particolari, come lo scassinamento o il combattimento. Nonostante questa abilità faciliti ulteriormente il gioco, va sottolineato che non si può abusarne visto che è limitata da un apposita barra, esattamente come l’energia, ed è ripristinabile solo attraverso oggetti specifici che possono essere accumulati limitatamente nell’inventario, come già accennato in precedenza.

I fan più hardcore della serie che probabilmente storceranno il naso a fronte di alcune semplificazioni del gameplay atte a rendere accessibile il gioco a più gente possibile, possono rallegrarsi sapendo che non solo esiste una modalità parecchio tosta chiamata Iron Man, ma anche un livello di difficoltà denominato Personalizzata in cui è possibile sbizzarrirsi con le infinite opzioni a disposizione togliendo qualsiasi tipo di aiuto, riducendo i salvataggi al minimo, determinando il game over al primo avvistamento dei nemici, morte in un solo colpo e così via. Fidatevi quando vi diciamo che c’è da perdersi nella customizzazione della difficoltà, cosi da renderla quanto più simile o identica a quella proposta dai Thief originali.



Tirando le somme, queste 3-4 ore di prova ci hanno ben impressionato e fatto tirare un sospiro di sollievo, specie dopo l’ultima build che avevamo testato e che ci aveva lasciato parecchio perplessi. La versione che abbiamo provato aveva bisogno ancora di qualche rifinitura, ma nel complesso ne esce sicuramente bene mostrando un gameplay che per quanto ciclico e un pò lineare, si lascia giocare con estremo piacere grazie alla fluidità dei movimenti di Garrett e alle abilità con cui si muove nell’ombra.

Non ci ha convinti il doppiaggio italiano (il gioco è completamente localizzato), non tanto per alcune questioni tecniche che vanno imputate alla semplice versione della demo che non si tratta di quella definitiva, quanto per la mancata scelta dei doppiatori e per  eccessi di enfasi laddove non sono richiesti che rendono alcuni dialoghi poco coerenti con quanto accade su schermo.

I fan di Thief, ma non solo, saranno ben lieti di questo nuovo ritorno: ormai manca poco più di un mese all’uscita del gioco che arriverà, ricordiamo, il 28 Febbraio 2014.
 

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