Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands – Provato

Grazie alla closed beta di Ubisoft siamo riusciti a mettere la mani su Ghost Recon Wildlands per vedere e toccare con mano lo stato dell’arte e dare un’occhiata agli aspetti salienti del gioco.

Diciamo da subito che, vista e considerata la natura intrinseca di una closed beta, più che metterci a giudicare le sottigliezze e alcune piccole defezioni cercheremo di non dare un giudizio di valore assoluto. Anche perché Ghost Recon Wildlands, da quello che abbiamo potuto vedere, non si presta agilmente a opinioni settarie e dichiarazioni troppo sicure né pendenti da un lato, né dall’altro, della bilancia qualitativa.

Ghost Recon Wildlands è uno sparatutto tattico in terza persona ambientato in Bolivia ai giorni nostri. La missione della nostra squadra è quella di smantellare un’organizzazione di narcos che spedisce droga in tutta l’America (soprattutto negli Stati Uniti) e si macchia di efferati delitti, oltre a perpetrare le classiche atrocità cui i videogiochi ci hanno abituati. Le autorità boliviane, non riuscendo più a controllare questo cartello, il Santa Blanca, decidono di farsi aiutare, guarda caso, dai reparti speciali degli Stati Uniti. Verremo così catapultati in loco per cominciare la nostra avventura.

Per prima cosa, tuttavia, dovremo passare per la simpatica (ma non veloce) creazione del personaggio. Le opzioni sono molte e, seppure non infinite, permetteranno di creare un personaggio piuttosto unico. Gli accessori, soprattutto per quanto riguarda il vestiario, sono tantissimi (la maggior parte bloccati in questa beta) e potremo rendere il nostro personaggio davvero unico tramite set di tatuaggi, occhiali da sole e altre diavolerie che, nelle funzioni online come la co-op, ci renderanno inconfondibili.

Il gioco, di per sé, è molto ben strutturato. Non si fanno notare bug, compenetrazioni varie e altre amenità che sarebbero comunque comprensibili in una beta. La qualità grafica, tuttavia, non è eccelsa. Se l’ambiente, nel complesso, appare come uno spettacolo raro, va anche fatto notare che le texture lasciano a desiderare. Soprattutto quelle del terreno le quali risultano tristemente abbozzate anche a qualità grafica impostata su “Molto Alta“.

Il fatto che questa beta pesi però solo 25 GB ci fa sperare che siano state volutamente abbassate per non rendere troppo pesante scaricare il gioco. Se la vegetazione è realizzata in modo sublime lo stesso non si può dire dei modelli, i quali risultano leggermente poligonali. A dare questa impressione sono soprattutto le braccia del nostro personaggio ma soprattutto quelle dei personaggi non giocanti. Altra remora viene sollevata dai civili, cioè quei personaggi che non fanno parte di nessuna fazione. Questi appaiono più come animazioni che come characters veri e propri. Le animazioni non sono da meno ma, anche in questo caso, di sicuro ce ne saranno di migliori al rilascio finale. Vero?

Per quanto concerne il gameplay vero e proprio, Ghost Recon Wildlands non introduce alcunché di peculiare o mai visto. Il drone è già divenuto un classico della serie e gli ordini tattici alla squadra altrettanto. Le “novità” riguardano più che altro l’approccio al gioco vero e proprio il quale diviene open world (parola ormai molto inflazionata) e pieno zeppo di piccole (oserei dire microscopiche) missioni secondarie, esemplificantesi in attacchi ai convogli, segnalazione di risorse cruciali e interrogazione di capi locali del cartello Santa Blanca.

Ripetitivo? Tanto. Ma non solo il gameplay risulta ripetitivo. Ripetitivo risulta anche il paesaggio. Infatti, sebbene in questa closed beta sia disponibile soltanto una piccolissima porzione di territorio boliviano, ci sono fin troppi elementi ripetuti. Modelli ripetuti. Case e baracche tutte uguali ma in posizioni differenti ecc…

Un altro difetto che, si spera, verrà risolto è quello relativo alla luminosità e agli effetti di luce. Su PC l’opzione gamma risulta fuoriviante. Abbassandola, vedremo il giorno in modo molto bello, con riflessi e fasci di luce molto particolari, ma la notte sarà un inferno. Mettendo i gamma al 50% il risultato non cambia di notte: i fari di qualsiasi mezzo non ci faranno scorgere più in là di due metri davanti al veicolo. Se poi ci mettiamo anche che la componente stealth di Ghost Recon è sempre stata il fiore all’occhiello della serie, dovremo convenire sul fatto che, in questo Wildlands, portare avanti azioni notturne senza un visore notturno o addirittura termico, diviene un suicidio bello e buono.


Dov’è il buono? Il buono c’è ed è tanto. Ghost Recon Wildlands ha tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori giochi del 2017 ma c’è ancora molto lavoro da fare. Di sublime c’è tutto il comparto tattico che già conoscevamo ma per il rilascio finale bisognerà lavorare su molti aspetti, altrimenti ci troveremo davanti all’ennesimo gioco ben fatto ma ottimizzato male.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento