Back in Time – Dead Space: Extraction

Quando i light gun shooter erano tornati di moda.

Anche se adesso non se lo ricorda quasi più nessuno, dieci anni fa buona parte dell’industria videoludica era convinta che i motion controller sarebbero stati il futuro grazie al macroscopico e inopinato successo di Wii. Fra gli accessori per il WiiMote c’era Wii Zapper, che “trasformava” il controller in una light gun, riaccendendo l’interesse per un genere che sembrava essersi estinto con le sale giochi.

Fra i tanti che si cimentarono in questo genere, non possiamo dimenticare Capcom, con ben due Resident Evil dedicati, e Sega, con le riedizioni di The House of the Dead e con un capitolo inedito, Overkill. Ci provò anche Electronic Arts, con lo spin-off di una nuova IP di grande successo. Queste, in breve, le premesse che hanno portato a Dead Space: Extraction, uscito su Wii dieci anni fa, e in seguito anche su PlayStation 3.

Dead Space si svolgeva in gran parte sulla nave da trasporto Ishimura, infestata da terribili creature che avevano fatto fuori gran parte dell’equipaggio. La causa di tutto era legata alla presenza sulla nave del Marchio, un artefatto apparentemente alieno, rinvenuto sulla superficie del pianeta Aegis IV. A rendere la situazione ancora più intricata ci pensava poi una setta religiosa, chiamata Unitology, invischiata nei misteri legati al Marchio e alla comparsa dei famelici necromorfi.

In Extraction, invece, Visceral Games ha pensato di illustrare cos’è accaduto nel momento del ritrovamento del Marchio: insomma, ci troviamo dinnanzi a un prequel in cui verranno spiegate le origini di cotanta distruzione e saranno chiariti alcuni punti della trama che erano rimasti oscuri. Sicuramente una scelta saggia vista la piattaforma a cui è destinato il titolo: su Wii il primo episodio non è uscito e nemmeno sarebbe stata intelligente la scelta di una conversione visti i limiti tecnici della macchina. Realizzare un prequel, fruibile anche da chi non conosce l’originale, è stata una mossa azzeccata.

Extraction

Appena annunciati piattaforma e genere di Extraction, molti storsero il naso. Dead Space faceva un massiccio utilizzo della potenza di calcolo offerta dalle allora nuove console per ricreare un’atmosfera terrificante, grazie a giochi di luce, effetti e altro ancora; su Wii molti di questi elementi sarebbero inevitabilmente spariti. Anche sapere che si trattava di un on-rail shooter non aiutava, visto che molti temevano una banalizzazione delle meccaniche. Provate, però, a collegare le due cose: come mantenere il più possibile fedeli le atmosfere e il comparto tecnico se non realizzando uno sparatutto su binari, genere che grazie alla sua natura, permette un maggior dettaglio?

Resta ancora da capire come il talentoso studio abbia portato il gameplay dell’episodio originale in questo spin-off. Precisiamo subito che non si tratta affatto del solito on rail shooter: come The Umbrella Chronicles, Extraction fa dell’esplorazione, seppur veloce e frenetica, un punto cardine. Ogni scenario è ricco di casse da rompere o oggetti da raccogliere quali kit medici, armi, munizioni, potenziamenti, file, audiolog e altro ancora. Anche abbattere i nemici non è banale: come nell’originale, anche qui dobbiamo smembrare i necromorfi, che ci attaccano con le canoniche armi o con oggetti raccolti dallo scenario; abbiamo poi a disposizione la stasi per rallentarli. Per sopperire all’assenza del pugno, per allontanare i nemici è stato introdotto un “picchetto”. Insomma, l’avanzamento guidato, tipico degli sparatutto su binari, non implica un gameplay banale ed eccessivamente semplificato. Inoltre, a spezzare e variare l’azione ci pensano alcuni simpatici e veloci enigmi, ben integrati e mai invasivi.

Il sistema di controllo è reattivo e si giova di una buona mappatura. Il pulsante A gestisce il raggio gancio, B spara, C aziona la stasi, Z ricarica l’arma e l’analogico permette di selezionare una delle quattro armi che potremo scegliere da una notevole gamma. Inclinando il WiiMote di 90° si attiva il fuoco secondario, mentre scuotendo il Nunchuk si aziona il picchetto.

Extraction

Andiamo ora ad analizzare il comparto tecnico. I modelli poligonali dei nemici possono contare su un livello di dettaglio e su animazioni incredibili; lo stesso si può dire degli alleati, i quali hanno inoltre una serie di movenze facciali notevoli. Gli ambienti sono stati costruiti a regola d’arte, grazie a un design ispirato e originale, in pieno stile fantascientifico. Infine, anche gli effetti speciali e il sistema di illuminazione sono degni di nota, seppur non possano competere con le versioni in alta definizione. Non scordiamoci inoltre l’ottimo frame rate, elemento non così scontato, nemmeno in uno sparatutto su binari, in quanto il rivale The Umbrella Chronicles soffre di numerosi cali di fluidità. Graficamente Extraction è un gioiellino: non solo da un punto di vista tecnico è stato curato sin nei più piccoli dettagli, ma anche le atmosfere sono state riprodotte in maniera fedelissima grazie anche a un sonoro da cardiopalma, nel quale fanno capolino effetti sonori e musiche veramente terrorizzanti.

Che sparatutto su binario sarebbe senza una degna modalità cooperativa? La modalità per due giocatori permette di affrontare la campagna in compagnia di un amico sfidandosi nella classica corsa al punteggio più alto. Oltre alla campagna è stata poi inserita un’interessantissima modalità chiamata “sfida” (anch’essa affrontabile con un amico), nella quale dovremo sconfiggere nei vari livelli di gioco orde di nemici che spuntano da ogni angolo. La longevità è garantita.

Extraction


Visceral Games ha confezionato un piccolo capolavoro nel suo genere: il gameplay di Dead Space è stato in parte portato nella struttura su binari di Extraction e anche le atmosfere sono rimaste pressoché intatte. Lo stile è poi quello già largamente apprezzato nel primo capitolo e le modalità sfida e cooperativa aumentano la già discreta longevità. Difetti? In certi punti si dà troppo spazio ai dialoghi piuttosto che all’azione, e manca la modalità online, anche per le sole classifiche.

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