Dragon’s Dogma 2 | L’elogio di un continuo viaggio

Siete sicuri che il viaggio rapido sia realmente un viaggio?

Dragon's Dogma 2 | L'elogio di un continuo viaggio

“No, non è un problema”. Ecco cosa mi ripetevo, riferendomi all’assenza del viaggio rapido, durante le prime affannose ore in Dragon’s Dogma 2, perso nel destreggiarmi tra una quantità spropositata di informazioni che il titolo mi scaraventava addosso e la gestione di un gruppo composto da personalità ondivaghe e non sempre compatibili.

Il gioco ha fatto storcere il naso a molti per la sua peculiare, quasi anacronistica, scelta di non includere un sistema di viaggio veloce. Dopotutto, in un’epoca videoludica (e non solo) dominata dalla comodità e dall’immediatezza, la decisione controcorrente presa da Capcom si erge sì a manifesto di una scelta di design volta a valorizzare l’immersione e la scoperta, ma, dall’altro, rischia di allontanare una fetta considerevole di pubblico.

Hideaki Itsuno, forte sostenitore di tale filosofia, sul punto ha evidenziato che il viaggio in Dragon’s Dogma 2 costituisce una parte integrante dell’esperienza ludica proposta e ha spinto (nei mesi che precedevano l’uscita del gioco) i giocatori a esplorare il mondo di gioco con un’attenzione completa, che non si limitasse al solo piano orizzontale ma che volgesse lo sguardo all’intero panorama.

Ho seguito alla lettera il consiglio del Director e mi sono approcciato al gioco con la dose di incoscienza necessaria per restare sbalordito dinanzi alle continue meraviglie che Dragon’s Dogma 2 propone, che si tratti di incontri casuali con individualità bizzarre o di scorci degni di essere incorniciati in salotto.

Dragon's Dogma 2 | L'elogio di un continuo viaggio

Dragon’s Dogma 2 | L’elogio di un continuo viaggio

Nei giochi open-world, si è consolidata una forma di consuetudine, così ben radicata da divenire legge, che ruota attorno a una serie di azioni da ripetere in serie: esplorazione, raccolta di risorse, completamento di missioni e, in via prioritaria, lo sblocco di punti di viaggio rapido per facilitare il ritorno in aree già visitate.

Lo sanno tutti, oramai. Si prendano come riferimenti opere del calibro di Elden Ring e Red Dead Redemption 2: in tali titoli, se pur non inizialmente, il giocatore viene invogliato, quasi accompagnato, a utilizzare il sistema di viaggio rapido per trasferirsi da un luogo all’altro. Il motivo? Risparmiare tempo prezioso e dunque evitare di imbattersi in luoghi inospitali abitati da nemici di varia natura.

Persino The Legend of Zelda, in entrambi i capitoli, pur favorendo un approccio incentrato sulla continua scoperta di ogni angolo del mondo di gioco e sull’emergent gameplaypermette al giocatore di saltare da un punto all’altro, sopra o sotto il suolo, attraverso le note Torri Topografiche, Sacrari, Radici o i Medaglioni di Viaggio.

Lo schema proposto, quindi, dai più recenti giochi a mondo aperto si traduce in una continua reiterazione di una meccanica che meccanica non è: il viaggio, infatti, viene privato di quell’elemento di sorpresa e scoperta che dovrebbe essere uno dei capisaldi del genere open-world ma che, al contrario, viene ridotto a perdita di tempo.

La proposta alternativa di Dragon’s Dogma 2

Un po’ ci avevo fatto l’abitudine, lo ammetto. Per questo, le prime ore in Dragon’s Dogma 2 hanno messo a dura prova la mia pazienza. Dopotutto, anche io sono inserito all’interno di un sistema ben rodato e la (quasi) assenza di un meccanismo di spostamento rapido mi ha fatto un po’ storcere il naso.

Eppure, il gioco, in luogo del classico spostamento rapido, magari più semplicisticamente, propone un sistema di viaggio, ispirato pregevolmente all’Odisseo di Omero: il viaggio viene concepito alla stregua di una scoperta per chi lo compie, volto alla conoscenza di luoghi fantastici e diversi tra loro ma disseminato di pericoli e peripezie.

La mappa di Dragon’s Dogma 2 è infatti ricca di attività e di incontri casuali. Potreste imbattervi in un maestoso grifone volante, in un drago addormentato alle pendici di una montagna, in un ciclope preso a combattere con un Minotauro ovvero in una banda di infimi troll che sbucano dal terreno per attaccarvi.

Dragon's Dogma 2 | L'elogio di un continuo viaggio
Il viaggio con i carri scortati da forze armate

Ma Dragon’s Dogma 2 non è solo un susseguirsi di pericoli e sfide. Il mondo così ricco e dettagliato, offre al giocatore una varietà di paesaggi mozzafiato che meritano di essere ammirati. Dalle pendici delle montagne alle rovine di antiche civiltà, passando per boschi fitti e deserti aridi in cui l’erba non cresce, immortalare la bellezza degli scorci offerti vale certamente il prezzo.

Non basta, però, imbarcarsi sul sentiero e iniziare a camminare: soprattutto nei tratti più lunghi, è fondamentale pianificare con cura e gestire le risorse a disposizione. Cibo, medicine e altri oggetti curativi dovranno infatti essere riforniti regolarmente, pena il rischio, parecchio elevato, di trovarsi in difficoltà in caso di continui imprevisti.

Il tutto non muta neppure sfruttando uno dei due sistemi di viaggio automatizzato che il gioco propone ovvero i carri trainati dai buoi e le funivie. I primi, dolorosamente lenti, si muovono attraverso alcuni percorsi prestabiliti tra le città e, sebbene tu possa fare un pisolino per passare il tempo, il tuo viaggio potrebbe essere interrotto da attacchi di banditi o mostri.

La percezione delle distanze

Non vi sono mezze misure. Dragon’s Dogma 2 riesce nell’incredibile impresa di far percepire concretamente il peso di un viaggio, sia in termini di distanze, sia in termini di fatica. L’impatto emotivo di una esplorazione lenta, mi ha permesso di assaporare il mondo di gioco e di creare un legame più profondo con esso.

La presenza delle pedine ha alleviato notevolmente il senso di solitudine: i continui dialoghi tra di loro hanno contribuito ad aumentare la coesione del gruppo, complice la splendida meccanica per cui una pedina, che già conosce qualche segreto presente in un punto della mappa, è sempre propositiva nel fartelo scoprire.

In un’epoca in cui l’ottimizzazione del tempo pare essere divenuta un diktat, Dragon’s Dogma 2 vuole fermamente opporsi all’inganno dell’immediatezza. Il gioco invita sempre a vivere il momento del viaggio, senza mai farti chiedere “quando arriviamo?”, permettendoti di assaporare la bellezza dello stesso. L’elogio del viaggio in Dragon’s Dogma 2 è un invito a riscoprire il valore del tempo e dell’esplorazione.

Se stai giocando Dragon’s Dogma 2, ti invitiamo a consultare la nostra guida generale alle missioni secondarie e a leggera la nostra recensione del titolo. Resta connesso con Gamesource per ulteriori approfondimenti a tema videoludico.

Vai alla scheda di Dragon’s Dogma II
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