Hall of Fame: Kratos – Una vita in guerra

Diamo il benvenuto a Kratos, un personaggio all'apparenza piatto ma che negli anni ha mostrato diverse sfaccettature entrando giustamente nella Hall of Fame dei videogiochi.

Un padre, uno spietato generale spartano, un semi-dio, un dio, sterminatore di dei e infine di nuovo un padre; questo è Kratos. Il nostro obbiettivo oggi è quello di esaminare la vita del personaggio concentrando l’attenzione su quegli eventi che l’hanno reso ciò che è oggi, e che sarà nel prossimo capitolo: perdite, sconfitte, tradimenti, vendetta e redenzione saranno le nostre parole chiavi.

ATTENZIONE: da qui in poi troverete spoiler su tutta la serie di God of War

Kratos

La storia di Kratos, il nostro Kratos, inizia nel momento in cui si trovava a un passo dalla morte: il generale spartano era stato ferito gravemente in battaglia mentre le sue truppe stavano per essere massacrate, solo una cosa restava da fare al nostro uomo, affidarsi agli dei. Ares, dio della guerra, risponde alla sua richiesta donando a Kratos le famose Lame del Caos e facendolo sopravvivere. Ma possiamo parlare davvero di “dono”? Ares si prese l’anima dello spartano in cambio della sua sopravvivenza e Kratos divenne il suo spietato servitore e pedina durante le battaglie. Questa condizione durò per anni finché Kratos, nella foga di uno scontro, finì per uccidere sua moglie e sua figlia, le uniche cose che avesse mai amato. Nasce così il Fantasma di Sparta: le ceneri della sua famiglia gli si attaccarono sulla pelle, una tortura che Kratos dovrà sopportare per sempre, ma nessuno, neanche gli dei, gli avrebbero impedito di vendicarsi.

Già nel prologo del primo capitolo comprendiamo come la storia di Kratos non è, e non sarà mai semplice. Un uomo destinato a vivere nel dolore e con la rabbia che costantemente lo consumerà dall’interno senza mai abbandonarlo. Di una cosa siamo certi, chiunque (uomo, mostro o dio) si metterà in mezzo tra lui e la sua vendetta morirà.

Kratos

Ares aveva ormai vita breve, Kratos avrebbe fatto di tutto per sconfiggerlo (anche aprire il vaso di Pandora), e infatti il primo capitolo si conclude con il nostro protagonista che prende il posto del dio della guerra. L’Olimpo viene scosso da questo evento e Zeus non tarda a intervenire. Dopo i primi minuti di God of War 2 il padre degli dei si presenta di fronte a Kratos e dopo una breve lotta lo trafigge con la sua spada, Kratos è morto. Questo è quello che crede Zeus, ma lo spartano è duro a morire, e dopo essere stato nell’Ade e aver affrontato migliaia di nemici e mostri riesce a tornare al momento della sua morte, indietro nel tempo. Questo è uno dei punti di svolta nella vita del fantasma di Sparta: le suo origini vengono svelate, la sua rabbia si intensifica e per la prima volta la sua vendetta non si consuma. Era a un passo dal trafiggere Zeus con la sua stessa spada, quando Atena si mette in mezzo e viene colpita. In punto di morte la dea della saggezza rivela a Kratos che il dio che ha cercato di uccidere fino a quel momento era in realtà suo padre. Ora oltre che furioso per l’abbandono da parte degli dei si sente anche tradito dal suo stesso padre.

Da questo momento la figura paterna diventa quasi un topos all’interno della serie, anche negli spin-off per PSP viene approfondito questo aspetto, e capiamo ancora di più quanto Kratos sia tormento da ciò che ha fatto alla sua famiglia e alla sua piccola Calliope: Kratos è un uomo a cui è stato tolto il privilegio di essere padre, un uomo abbandonato dal suo stesso genitore ma che forse, prima o poi, riuscirà a trovare la pace e diventare ciò che non è mai riuscito a essere. Ma prima doveva punire tutti quelli che l’avevano ferito, tradito e abbandonato… l’Olimpo trema ancora.

Kratos

“La mia vendetta si compie ora”, una promessa che preannuncia il destino degli dei greci, si apre così God of War 3. Non c’è molto da dire su questo capitolo della vita di Kratos, ha una missione e lo porterà a termine, costi quel che costi. Tutto l’Olimpo gli si rivolta contro e lui non esita mai un secondo a distruggere chiunque lo ostacoli. Arriva di nuovo di fronte al padre, Zeus questa volta non si salverà, ma quanto costerà tutto questo al fantasma di Sparta?

Il mondo degli uomini ora è dominato dal caos senza le divinità a controllare il tutto, e Kratos si ritrova senza più uno scopo ma con il potere della Speranza ottenuto grazie al vaso di Pandora nel primo capitolo. Lo spirito di Atena gli chiede di darle quel poter ma Kratos ha ormai perso tutta la fiducia negli dei e decide di uccidersi con la spada del padre, liberando così la Speranza nel mondo.

Kratos

Non poteva finire qui la sua vita, c’erano ancora delle cose da risolvere e da completare: la vendetta l’aveva ottenuta, la sua rabbia si era placata, ma era comunque solo, senza una famiglia e con ancora gli incubi di quello che aveva fatto. L’unico modo era fuggire dalla sua terra e crearsi una nuova vita. Non sappiamo molto di questa fase della vita di Kratos, ma abbiamo vissuto, nell’ultimo capitolo, forse la fase più importante di tutte: qui viene approfondito come non mai il rapporto genitore-figlio, Kratos e Atreus, Kratos e Zeus, Freya e Baldur, possiamo citare anche Odino, Thor e i suoi figli. Dopo la morte della moglie è costretto a viaggiare con Atreus, e ritrovare il suo lato paterno nelle profondità del suo essere, quel lato che era andato perso anni prima. Durante il viaggio con il figlio, Kratos non trova la pace interiore ma accetta ciò che è, e questo gli basta per poter vivere senza gli incubi del passato.

Non è stata una vita semplice quella dello spartano, e le difficoltà non sembrano essere finite visto il finale dell’ultimo God of War. Sappiamo però che ora Kratos ha trovato una sorta di equilibrio, quell’equilibrio che non aveva mai trovato in Grecia e che ora, insieme alla sua nuova famiglia, sembra averlo reso più forte che mai.

Eccoci arrivati alla fine anche di questa puntata, e come al solito vi invitiamo a farci sapere la vostra e a suggerirci il prossimo personaggio di cui parlare. In più vi lasciamo gli scorsi due episodi così da poterli recuperare in caso ve li foste persi (Hall of Fame: Joel Miller, Hall of Fame: Vaas).

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