Nessuna novità per il black-out PSN. Ed è ancora mistero sulle cause.

Siamo ormai a ben 5 giorni di inattività per il PlayStation Network (accompagnato da Qriocity) e nell’ultimo bollettino di Sony non ci sono novità. Non è chiaro quando il servizio tornerà disponibile, non è chiaro quali informazioni sensibili siano state compromesse (come i dati relativi alle carte di credito) e cosa, in effetti, sia davvero accaduto.
Sony ha parlato di attacco hacker. Secondo alcune ultime indiscrezioni, si sarebbe trattato di un attacco LOIC, dal nome di un software open-source che genera grandi quantità di traffico di rete verso un obiettivo prestabilito. Parliamo di un attacco di tipo DDoS (Distributed Denial of Service) verso un determinato IP, il quale viene saturato da pacchetti UDP, TCP o da richieste HTTP, al fine di rendere inagibile il servizio dell’host. E’ un metodo noto, già utilizzato in passato da Anonymous o da gruppi affiliati. L’ultimo eclatante impiego è quello inerente l’oscuramento dei siti pro-WikiLeaks.

Da parte sua, il gruppo Anonymous dichiara, mediante il video che vi abbiamo mostrato quì, di essere estraneo alla faccenda. Nessun attacco pianificato, nessuna ostilità mirata, questo è quello che assicurano. Certo, non escludono neanche che possa essere l’opera isolata di qualche loro esponente, ma si dicono fermamente convinti di un’altra possibilità: Sony ha deciso di puntare il dito contro noi hacker per dissimulare, per mascherare qualche suo problema interno, così da guadagnare tempo.
Questo tanto per non considerare l’ipotesi di un terzo fantomatico gruppo pirata in guerra con il colosso nipponico. Di sicuro, nonostante alcune fonti non confermate parlino di una risoluzione imminente (al massimo entro domani), in via ufficiale lo stop continua sino a data da destinarsi.