PokePark Wii: Pikachu’s Adventure – Recensione PokePark Wii: Pikachu’s Big Adventure

Se l’attesa si fa snervante…

Quanti di noi stanno aspettando con impazienza Pokémon Black and White? O per lo meno, quanti di noi che sono cresciuti con i celeberrimi mostriciattoli collezionabili nati dalla mente di quel tizio che risponde al nome di Satoshi Tajiri? Di certo siamo in molti, ma ahimè, come accade a volte per gli album più attesi dai fan dei gruppi musicali più famosi che hanno lasciato le scene tempo addietro, c’è da aspettare, perché magari quel prodotto di cui si vocifera non è ancora completo o è ancora in fase di miglioramento ulteriore. E dunque, come fare per placare questi fan in fermento? Nintendo, in questo caso, ha probabilmente fatto una buona scelta, offrendo un qualcosa di diverso dagli schemi usuali. Infatti, in questo Poképark: La Grande Avventura di Pikachu, lasceremo i panni del classico allenatore/collezionista e ci inoltreremo invece in quelli del simpatico e famoso roditore elettrico, per imbarcarci in un’avventura in forma di platform volta a catturare i cuori di tutti i "poké-enthusiasts" che ne entreranno in possesso.

 

Una scena in cui la celebre musica di "Momenti di Gloria" starebbe a pennello…

 


"Pika-pika!"

In questo spin-off dell’enorme saga dedicata ai mostri tascabili, verremo reclutati nientemeno che da Mew per recuperare dei pezzi di cristallo magico (o prisma magico per essere più corretti) dal cui recupero dipende la salvezza del Poképark, ovvero il mondo che ci troveremo ad esplorare. La trama, per quanto sia abbastanza infantile, riesce a svolgere egregiamente il suo lavoro di "collante" fra le varie missioni che dovremo portare a termine nei panni del piccolo roditore giallo. Dal punto di vista strutturale possiamo affermare che Poképark è simile a un gioco di ruolo con scene di esplorazione che si alternano a dialoghi e combattimenti, che qua sono invece rimpiazzati da minigiochi. Infatti, dopo una specie di tutorial (in cui ci vengono spiegati in maniera esauriente i basilari controlli di gioco), avremo la possibilità di girare liberamente per il parco, stringere amicizia con gli altri Pokémon presenti, collezionare bacche (la valuta del mondo di Poképark) e prendere parte a delle gare. Queste sono divise in tre tipi: acchiapparello, combattimento e quiz. Vincendole, ci guadagneremo l’amicizia del Pokémon sfidante, e, in alcuni casi, anche l’accesso ad aree segrete del parco. Per quanto le sfide siano divertenti, però, vengono penalizzate in modo non indifferente dalla scarsa varietà. Infatti, non avrebbe fatto male proporre qualcosa di aggiuntivo, magari ai combattimenti, in modo da non rendere così morbida la curva di difficoltà e offrire qualche sfida anche per i giocatori più "hardcore". Altro appunto va fatto per il sistema di controllo: in questo titolo il Wiimote va tenuto in orizzontale come un comune gamepad. Per quanto questa soluzione si riveli buona per i giocatori alle prime armi, purtroppo va detto che grazie a ciò Poképark non sfrutta appieno le potenzialità della Wii in campo di sensori di movimento, e oltretutto la soluzione di usare la croce direzionale per muovere Pikachu si rivela estremamente macchinosa e ci complicherà non poco la vita quando ad esempio dovremo sferrare degli attacchi e dovremo trovarci alla distanza precisa dal bersaglio designato. Tuttavia, la semplicità del gameplay e l’immediatezza con cui prenderemo confidenza coi comandi sono alcuni dei motivi per cui questi difetti passano in secondo piano.

 

"E mi sa che mi son perso…"

Un mondo di colori

Poképark si presenta con un comparto grafico ben concepito, con delle ambientazioni colorate e dal design accattivante. Le versioni poligonali dei nostri amici animaletti non sono invece troppo dissimili da quelle già presentate in giochi come il vetusto Pokémon Snap! per Nintendo 64, ma comunque sono delle fedeli trasposizioni in 3D dagli sprite originari dei giochi 2D. Per quanto riguarda l’ambientazione, c’è da dire che ci troveremo di fronte a un mondo ben strutturato, che brilla per varietà di territori: da tetri castelli a pianure verdeggianti e spaventose distese di lava. Di particolare merito è anche il lavoro svolto dalla telecamera, che offre una buona profondità di campo ed enfatizza anche l’efficacia del semplice motore grafico implementato.

Evoluzione

Con piacere notiamo che il sonoro gode della stessa cura dedicata alla grafica: la colonna sonora è discreta, ma fa un ottimo lavoro nell’accompagnare il giocatore durante la sua avventura. Inoltre, finalmente c’è da notare come i Pokémon possono godere di un "parlato" simile a quello delle serie animate al posto dei vari "bleep" elettronici delle versioni Gameboy. Anche qui vale la regola della semplicità per la qualità: per quanto privo di eccessi, infatti, il sonoro fa comunque un buon lavoro.

 

Non fatevi ingannare dall’aspetto innocente del titolo: non mancheranno i combattimenti all’ultimo sangue!

Niente eccessi

Le idee in questo titolo sono molte, e bisogna dire che sono state messe insieme con lo scopo preciso di ottenere un buon titolo con una semplicità di fondo, in modo che non possa per forza essere considerata come un difetto. Certo è che però il titolo è penalizzato da una varietà un po’ povera e il sistema di controllo perfezionabile, ma è un titolo Pokémon, ricordiamoci, e il coinvolgimento è tale che non vi stancherete di questo gioco finché non li avrete proprio acchiappati tutti. Una buona scelta per i fan più sfegatati del celebre franchise Nintendo e per chi vi si avvicina per la prima volta.

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