Alwa’s Awakening – Recensione

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’esplosione di titoli indie che ammiccavano, in parte per i limiti tecnici ed economici degli studi indipendenti ma soprattutto per grande nostalgia, a generi e produzioni che ancora oggi riescono a emozionare chi è cresciuto con macchine quali NES, Master System, Commodore 64 e così via.

Alwa’s Awakening è un progetto realizzato da Elden Pixels, un piccolo team nato per passione che ha fuso le proprie abilità per realizzare un’avventura di dichiarata ispirazione NES. Fin dalle prime fasi di gioco è infatti evidente come la piattaforma 8-bit di Nintendo, recentemente tornata in auge grazie al Nintendo Classic Mini, rappresenti un modello a cui attingere non solo per la tipologia del titolo ma anche per l’alto livello di sfida proposto.

Alwa's Awakening

La terra di Alwa, rigogliosa e prospera, mantiene la sua pace tramite il possesso di alcune reliquie, conservate con estrema cura in alcuni villaggi. L’idillio di questa terra viene però interrotto quando un misterioso e malvagio personaggio noto come il Vicario, con l’aiuto di quattro sottoposti, distrugge questi villaggi e ottiene il potere delle reliquie. Sembra la fine per Alwa, ma un insperato aiuto giunge con l’arrivo di un’eroina, altrettanto misteriosa, da un altro mondo.

Alwa's Awakening

Così come il gameplay anche la trama di Alwa’s Awakening riprende canoni e cliché di quelli che sono ormai titoli appartenenti al retrogaming. La semplicità di questo filo conduttore si rispecchia anche nei comandi di gioco. Fin da subito sarà immediato, e quasi naturale, padroneggiare uno schema fatto di tre tasti: un tasto per colpire, un tasto per saltare e infine un tasto per visualizzare la mappa e le opzioni.

Alwa's Awakening

Ciò che però va sottolineato è il tentativo, in buona parte riuscito, di ricreare quel livello di sfida e difficoltà che costringevano il giocatore a ripetere all’infinito quadri di gioco apparentemente impossibili. In questo, Alwa’s Awakening riesce a convincere grazie a un buon mix di elementi platform, puzzle e boss fight.

La colonna sonora del titolo è allo stesso modo apprezzabile e disturbante, con alcune cadenze che alla lunga risultano estenuanti e ripetitive. Da un lato lo scopo da operazione nostalgia è raggiunto, grazie a sensazioni di malinconico piacere, ma dall’altro il loop di alcune sonorità fanno propendere a un divertimento privo di audio.

Alwa's Awakening

Le boss fight rappresentano senza dubbio un ottimo modo per mettere in pratica la maestria che andremo ad apprendere nelle varie zone che compongono la terra di Alwa. Come nel più classico dei giochi old school andremo ad affrontare prima tutta una serie di sgherri — per l’esattezza i quattro citati qualche paragrafo fa, per poi concludere il nostro viaggio affrontando il pezzo grosso.

La soddisfazione nel riuscire a completare una boss fight dopo aver fallito alcune volte è innegabile, ma c’è da sottolineare che individuare i “giri” che compiono i nemici non risulterà poi così difficile. Una buona dose di pazienza e tempismo saranno sufficienti a raggiungere il nostro scopo.

Alwa's Awakening

La difficoltà maggiore di Alwa’s Awakening, con relativo aumento della longevità – già discreta per un titolo del genere, riguarda la fase platform: non ci sono errori perdonabili, un salto incerto o un proiettile non schivato significheranno morte. Fortunatamente i ragazzi di Elden Pixels hanno inserito la possibilità di continuare in eterno, con un semplice contatore, come monito al numero di errori fatali in cui saremo incappati.


Alwa’s Awakening è un’idea interessante e in controtendenza con un panorama videoludico dove l’aspetto narrativo sta tendendo, in buona parte delle produzioni, a superare di gran lunga il lato hardcore e impegnativo. Con qualche dettaglio in più e con la presenza di personaggi meglio caratterizzati e carismatici, la produzione dei ragazzi di Elden Pixels avrebbe avuto quel pizzico di genialità in più che la sola difficoltà non è in grado di raggiungere. Consigliatissimo per nostalgici e retrogamer, considerato anche il prezzo budget, sarà però difficilmente digeribile dal giocatore moderno che punta a un equilibrio maturo tra tutti gli aspetti che possono trasformare un videogioco in capolavoro.

7

Pro

  • Operazione nostalgia riuscita
  • Difficile e appagante
  • Colonna sonora a volte intelligente

Contro

  • A volte disturbante
  • Personaggi e boss un po' anonimi
  • Boss fight troppo immediate
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