Bright Memory – Recensione

Recensito su Xbox Series X

Nonostante al lancio di Xbox Series X e Xbox Series S mancassero giochi first party di punta come Halo Infinite, insieme alle nuove console sono arrivati tutta una serie di titoli indie di buon livello, come The Falconeer e Observer: System Redux; tra questi è presente anche Bright Memory, un frenetico fps made in China e realizzato da FYQD-Studio alias Zeng Xian Cheng. Rilasciato in origine su Steam da Playism tramite early access a inizio 2019, e come primo episodio di un titolo più ampio, ha finito poi per evolversi nel marzo del 2020 nella formula del prologo\demo di Bright Memory: Infinite, atteso titolo in  uscita nel corso del 2021. La sua peculiarità riguarda la sua stessa realizzazione: opera nata dalla mente e dal lavoro di un’unica persona, il già citato Zeng Xian Cheng, tramite sviluppo su Unreal Engine 4, ha raggiunto e ottenuto i consensi dell’attenta community Steam per poi entrare nelle grazie di Microsoft e raggiungere quindi il mercato console con l’annuncio prima di Infinite e poi dell’arrivo di Bright Memory – Episode 1 su Xbox.

Questa lunga premessa era necessaria per giustificare l’ingresso di Bright Memory tra i titoli ottimizzati per Xbox Series X e Xbox Series S. In realtà il primo lavoro di FYQD-Studio può essere apprezzato su console esclusivamente sulle nuove arrivate della casa di Redmond, configurandosi come piccola esclusiva next-gen nonostante tecnicamente sia tutt’altro che avveniristica. C’è da dire però che Bright Memory è un’opera che fa trasparire la passione del suo creatore e la sua volontà di tributare tutta una serie di titoli iconici e che vengono in parte esplicitati — soprattutto se pensiamo alla serie Dark Souls — durante il breve e frenetico gameplay in cui combatteremo e spareremo nei panni di Shelia.

Bright Memory

Deja-vu

La trama di Bright Memory è tutt’altro che scontata e non facilmente comprensibile per via della frenesia che caratterizza questo FPS spiccatamente action. Sappiamo però che la protagonista Shelia è un’agente della SRO (Supernatural Science Research Organization) che muove i suoi passi in un distopico e decisamente più futuristico 2020 dove la scoperta di due spade millenarie,  Kanshou e Bakuya, porta alla luce una misteriosa sostanza contenuta nei loro nuclei, denominata l’Anima di Jiu Xuan, in grado di riportare in vita i morti. L’irruzione della SAI – organizzazione terroristica spiccatamente militarizzata – nei laboratori SRO, utilizzando la tecnologia Quantum Trasporter mette a rischio preziosi informazioni ivi custodite.

Bright Memory

Ecco che l’intervento di Shelia attiva inavvertitamente la misteriosa tecnologia risucchiando lei e i terroristi lì presenti verso una misteriosa isola sospesa sopra il Polo Nord e popolata da strane creature bestiali e non morti. Inutile girarci attorno: i dettagli della trama giungono direttamente dal materiale informativo fornito da Microsoft sul suo store e mentre tutti questi eventi avvengono nei primi 2 minuti di gioco difficilmente sarà possibile carpire certi dettagli della trama esclusivamente facendo affidamento ai brevi dialoghi presenti.

Ne consegue che l’incipit dei primi minuti di gioco ben riassume la rapidità con cui affronteremo i successivi eventi di Bright Memory, titolo che sicuramente non sarà ricordato per la sua longevità nonostante il tentativo di risultare rigiocabile grazie alla classica “Nuova partita+” sbloccabile dopo la prima run. Con la sua impostazione da FPS rapido e frenetico, il titolo fornisce una valutazione in tempo reale su schermo delle nostre sparatorie e affettamenti vari, ricordando per certi aspetti la serie Shadow Warrior, soprattutto per l’alternanza tra armi da fuoco e katana, eppure c’è ben altro nel calderone: non mancano infatti enigmi, molto semplicistici e in buona parte goffi, fasi di platforming e boss fight che strizzano l’occhio alle produzioni FromSoftware. Elencati così in rapida successione, tutti questi elementi sembrano un’accozzaglia raggruppata per l’occasione, eppure funzionano regalando pochi ma intensi minuti di divertimento.

Bright Memory

Ma dov’è la next-gen?

La domanda che chiunque, pad Xbox alla mano, farà è molto semplice: l’ottimizzazione next-gen dov’è? Consci del fatto che si tratta del lavoro di uno one-man studio, Bright Memory è, per riassumere in maniera concisa, un porting 1:1 del titolo già visto su PC. Lo si evince già dai menù in cui è presente il classico puntatore, familiare per chi utilizza abitualmente mouse e tastiera per giocare, e dalla possibilità di regolare determinate impostazioni grafiche avanzate (dal livello di dettaglio delle texture alla fov), un’anomalia non da poco per il mercato console che ci ha abituato, nella maggior parte dei casi, a poter regolare solamente luminosità, sensibilità dei comandi e poche altre impostazioni.

Per essere il lavoro di uno one-man studio, Bright Memory è tecnicamente valido, per la generazione appena trascorsa, grazie a un buon uso dell’Unreal Engine 4, ma in ottica più moderna vi sono diverse mancanze. Le più evidenti è che non vi sono una risoluzione 4K e nemmeno il supporto all’HDR mentre i 60fps garantiti dall’ottimizzazione Xbox Series X non sono purtroppo esenti da cali di frame-rate. Dunque con molta naturalezza, visto il quasi contemporaneo impegno sul titolo principale Bright Memory: Infinite, è facile pensare che Playism abbia optato per la via più semplice, vista la potenza hardware della nuova console Microsoft, scegliendo la strada del porting e non impegnando tempo e risorse su un lavoro di ottimizzazione console più marcato.

Bright Memory

Dunque ha senso acquistarlo su Xbox Series X? Sì e no. Da una parte è utile per prendere dimistichezza col mondo di gioco pensato da Zeng Xian Cheng, accessibile anche a chi non possiede un PC, d’altro canto però su Series X, nella sua oretta scarsa di gioco, non regala niente di più di ciò che viene affrontato sulla controparte Steam nè tecnicamente nè a livello di gameplay.

Già, perché Bright Memory era ed è tutt’ora un gioco-prologo, quasi una demo, dall’impostazione frenetica e action caratterizzato da un concept che ricalca lo stile dei videoclip grazie alla sua esigua durata, cadenzata da una musica altrettanto rapida e frenetica, e con il suo mettere al fuoco in brevissimo tempo tanti, forse troppi, elementi e tante caratteristiche assimilabili normalmente in un gameplay di più ampio respiro. Eppure qualcosa spinge a non bocciare del tutto questo titolo e, al contrario, voler provare a cimentarsi nella bozza di ciò che FYQD-Studio ha in mente di realizzare e da cui emergono anche diversi spunti interessanti, insieme ai tanti limiti tecnici e di gameplay per i quali è auspicabile una risoluzione e un affinamento con l’uscita di Bright Memory: Infinite.

Bright Memory


La sensazione dopo aver provato e giocato alcune volte la brevissima esperienza di Bright Memory è riassumibile con l’immagine del sorriso bonario di un professore che guarda allo studente simpatico, dalle buone capacità ancora non del tutto espresse e forse un po’ pigro, mentre concede una sufficienza risicata, conscio del fatto che l’interrogazione non è andata proprio bene. Ecco allora che dopo tutti i difetti elencati, i limiti tecnici, la durata troppo esigua e la mancanza di caratteristiche univoche e spiccatamente next-gen della versione Xbox Series X, non ci sentiamo di bocciare del tutto Bright Memory ma, anzi, vi mettiamo di fronte a una scommessa invogliandovi a provarlo e supportare i sogni e la passione di Zeng Xian Cheng e del suo FYQD-Studio.

6

Pro

  • Discreta resa grafica
  • Buone potenzialità...

Contro

  • ...ma solo abbozzate
  • Decisamente troppo breve
  • Non è una vera e propria ottimizzazione da next-gen
Vai alla scheda di Bright Memory
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