Crash Bandicoot 4: It’s About Time – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Dopo le prove generali è arrivato il momento della prima: Activision ha finito di sondare il terreno e dopo la N. Sane Trilogy e Nitro-Fueled è finalmente il momento per Crash Bandicoot per un nuovo capitolo, che avrebbe continuerà la storia lasciata in sospeso nel 1998 con Crash Bandicoot 3: Warped.

Con un ovvio gioco di parole, Crash Bandicoot 4: It’s About Time ha risucchiato in un attimo 22 anni di attesa e speranza e resuscitato definitivamente l’ex mascotte PlayStation con una storia originale, possibile solo con un’unione di forze. A partecipare al progetto tutti i protagonisti che hanno riportato Crash alla modernità quali Vicarious Visions, Beenox e Toys for Bob, a cui è stata data la responsabilità maggiore: dopo l’ottimo Spyro Reignited Trilogy, quello di essere a capo di un gioco che si trova come esempio nella definizione di “platform” del dizionario videoludico.

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Il risveglio delle maschere

Crash Bandicoot 4 è arrivato sul mercato dopo una campagna marketing che ha lasciato purtroppo poco spazio alle sorprese – davvero troppe le informazioni rivelate – ma, frutto dell’esperienza accumulata in questi anni, si pone come naturale continuo di Warped, con Cortex e N. Tropy ancora bloccati in un’altra dimensione e Crash a sonnecchiare sul divano dopo l’ennesima vittoria sul duo di scienziati malvagi.

Sfruttando ogni goccia di energia, Uka Uka riesce ad aprire un portale che permette a Cortex e N. Tropy di fuggire dalla loro prigione dimensionale, per meditare vendetta contro i bandicoot. Naturalmente, Aku Aku capta il disturbo e come se non fosse successo niente nel mondo reale risveglia Crash dal suo lungo sonno, che con pochi fronzoli si getta al centro dell’azione. Gli antagonisti stanno facendo diavolerie con lo spazio-tempo, ma non è niente che qualche giravolta non possa sistemare.

crash bandicoot 4: it's about time

Il fattore novità di Crash Bandicoot 4 è affidato alle Maschere Quantiche, quattro conoscenze di Aku Aku con il potere di cambiare la realtà attorno a loro, oltre che gli unici oggetti in grado di rimettere insieme le dimensioni convergenti che permettono a Crash di saltare da un’era all’altra e giustificare così i livelli di gioco. Ogni maschera è integrata nel gameplay, donando poteri specifici ai bandicoot e permettendo così a Toys for Bob una creatività di level design senza precedenti. Quello che più colpisce dei livelli non è tanto la mole di dettagli, quanto la profondità tridimensionale e il senso di progressione che si percepisce avanzando con Crash e Coco, grazie a escamotage come scivolare su liane, cambi di gravità e altre diverse novità che rendono il gameplay molto più dinamico. Un’altra piccola ma significativa new entry è rappresentata dall’ombra proiettata dai protagonisti quando saltano permettendo così di vedere dove si atterrerà, funzione che in alcuni frangenti può decidere tra la vita e la morte.

crash bandicoot 4: it's about time

Toys for Bob ha deciso quindi di puntare tutto sul gameplay tralasciando la storia – che è più un grande pretesto per il ritorno di Crash – dalle solite note leggere ma con vari dettagli rimasti poco approfonditi. Sembra che per esigenze di far avanzare in qualche modo la storia – a cui forse daranno peso solo gli indefessi fan di Crash – alcuni personaggi abbiano ricevuto uno screen time ingeneroso, lasciando alcune domande in sospeso, e difficilmente vedremo risposte in un ipotetico Crash Bandicoot 5.

La meticolosità mostrata negli scenari temporali di questo quarto capitolo non riflette, invece, il carattere “facilone” della narrativa, e a riprova di ciò possiamo prendere come esempio il senso di minaccia avvertito, che si affievolisce con il passare dei livelli, complice anche il fatto che le maschere non siano così protette o cercate ossessivamente dagli antagonisti, ma relegate in fin dei conti a chincaglieria da gameplay. Il gioco, inoltre, dà per scontato che si conosca Crash e che chi lo affronta sia stato un giocatore della trilogia, e con rimandi e incontri fulminei taglia fuori chi ancora non ne ha avuto la possibilità.

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I collezionabili

Tolti dall’equazione i cristalli, comunque, lato storia sono le maschere i collezionabili regina di Crash Bandicoot 4, insieme alle gemme, spalmate a decine in ogni livello con la funzione di sbloccare skin alternative dei personaggi per affrontare tematicamente i livelli, nonché ovviamente di completismo, caratteristica di cui Crash ha sempre potuto farsi un vanto. La parola d’ordine di Crash Bandicoot 4 è rigiocabilità: i livelli andranno ripetuti più volte, e non solo per raccogliere le sei gemme canoniche (e le sei della modalità N. Verted), donate in condizioni speciali come morire meno di tre volte e trovando la gemma nascosta in ogni livello, ma anche le immancabili reliquie. Queste ultime andranno conquistate andando il più velocemente possibile, come sempre, anche se bisognerà fare a meno della corsa, qui sostituita con una meccanica molto meno efficace.

Completano il tutto le famose gemme colorate, nascostissime, e le VHS dei livelli flashback, ovvero prove di platforming e bravura giustificate con l’intenso allenamento che Cortex sottopose a Crash anni addietro, quando era generale delle sue armate prima della sua fuga dalla finestra che diede il via a Crash Bandicoot, nel 1996.

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Abbiamo accennato alla modalità N. Verted, lavoro compiuto da Vicarious Visions allo scopo di allungare il tempo di permanenza su Crash Bandicoot 4. Si sblocca sconfiggendo un certo boss, e dà la possibilità di passeggiare tra i livelli già completati con una veste grafica nuova, un “effetto fotocamera” che cambia ora l’aspetto ora il ritmo di ciascuna dimensione, compresi i Frutti Wumpa che nell’universo negativo diventano le Bacche Bumpa ma hanno il medesimo obiettivo. Lo ammettiamo: non siamo grandi fan di questa modalità speculare, spesso più disturbante per gli occhi che altro, in cui alcuni filtri sono meno riusciti di altri. Alcuni di questi prevedono spruzzare colori in un livello bianco e nero vivacizzandolo, oppure rendono il giocatore  improvvisamente pesante e lento immergendolo sott’acqua.

Alleati dimensionali

Crash e Coco non sono gli unici personaggi giocabili di Crash Bandicoot 4: i trailer non ne hanno fatto segreto, vendendo la possibilità di vestire i panni di Tawna, Dingodile e nientemeno che Cortex. I primi due sono giocabili in un capitolo numerato per la prima volta, mentre il dottore era già stato co-protagonista di Crash Twinsanity. Tawna è la River Song di Crash Bandicoot 4, una versione alternativa dell’ex fiamma di Crash dall’animo indipendente che salta da un’era all’altra sfoggiando un rampino e una vena atletica per rattoppare alcuni percorsi dei suoi alleati. Dingo invece deve tornare a casa, e ha un amichevole aspiratore anziché il suo lanciafiamme, rendendo possibile l’aspirazione di numerose casse wumpa e il controllo sulle TNT. Cortex, infine, è naturalmente il più losco del trio, e forse il più limitato: ha la capacità di trasmutare i nemici in piattaforme, potere che compensa  la sua impossibilità di compiere un doppio salto.

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Gli squarci temporali permettono di seguire le sottotrame dei vari personaggi secondari con dei livelli ad hoc dove poter sfoggiare le loro caratteristiche, mentre aiutano Crash e Coco ad avanzare nella storia principali. Il loro contributo indiretto sui livelli principali fa sì che spesso Tawna, Dingo e Cortex siano disponibili solo per piccole porzioni di gioco, passando poi il controllo ai titolari. Per questo motivo, avremmo voluto che fosse stato dedicato loro più spazio per giocare di più nelle loro vesti.

Passaggio di testimone

Parlando di libertà di scelta è naturale citare alcune modalità in cui è possibile giocare Crash Bandicoot 4: Moderna e Retrò. La modalità Moderna elimina il faccione di Crash e alleati in alto a destra che simboleggia le vite, di fatto facendo continuare il gioco a ogni checkpoint senza malus, mentre quella Retrò è la modalità a cui Crash ci ha sempre abituato, ovvero tentativi limitati a seconda delle vite ottenute con i frutti wumpa fino ad arrivare alla schermata di Game Over. Data anche la difficoltà crescente di Crash Bandicoot 4 è consigliabile iniziare in modalità Moderna. Il gioco non è infatti sicuramente pensato per i giocatori in erba: gli sviluppatori si sono sbizzarriti, e il quarto capitolo di Crash Bandicoot è davvero difficile date tutte le nuove implementazioni di Toys for Bob. Per questo motivo lo consigliamo con reticenza agli avventori, che dovrebbero dirigersi prima sulla Crash Bandicoot N. Sane Trilogy – che, ricordiamo, veniva chiamato il “Dark Souls dei platform”. In ogni caso, il gioco viene incontro al giocatore attraverso un Aku Aku, checkpoint aggiuntivi in caso noti troppi fallimenti e naturalmente la pratica, frutto dei livelli da ripetere più volte in caso si sia a caccia di tutti i collezionabili presenti nel gioco.

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I bonus, che nei giochi precedenti erano un’occasione per tirare il fiato e accumulare più vite possibile, qui sono enigmi in piena regola. Spesso basta una mossa sbagliata per compromettere l’intero bonus e per costringere a ricominciare da capo, finché non si è compreso il giusto ordine degli eventi, integrando le Maschere Quantiche di tanto in tanto per non farsi mancare nulla. Queste ultime, come già vi abbiamo accennato, sono fondamentali per superare alcuni livelli: abbiamo Lani Loli, che ha il potere di cambiare dimensione e materializzare alcuni oggetti delineati da un’aura blu; Akano, la maschera della materia oscura, che permette di effettuare una rotazione capace di rompere anche le casse più coriacee, e planare per lunghe distanze; Kapuna-Wa, che controlla il tempo e può rallentarlo a suo piacimento; Ika-Ika, con la capacità di invertire la gravità. Insieme, permettono di compiere prodezze altrimenti impossibili.

Due cuori e un controller

Crash Bandicoot 4 non dimentica i 2-4 giocatori, e arricchisce l’offerta con le modalità Passa e Gioca e Battaglia Bandicoot. Entrambe prevedono l’utilizzo di un solo joypad: il controllo viene semplicemente passato all’altro giocatore. La Battaglia Bandicoot è una modalità pensata per qualche partita casuale, ed è infatti accessibile dallo (scarno) title screen del gioco. È possibile giocare a tutti i livelli principali, che risultano già sbloccati, e battagliare per il miglior tempo o accumulare punti distruggendo casse. Passa e Gioca invece permette di percorrere l’avventura principale insieme e scambiarsi di posto a seconda del checkpoint o la morte prematura, facendo di Crash Bandicoot 4 un gioco a suo modo cooperativo, col fine comune di superare un livello, raccogliere tutte le casse e chissà, magari scovare una gemma colorata. È la prima volta che un titolo principale di Crash si presta a questa meccanica e speriamo di rivederla riproposta in futuro, perché sfidarsi o collaborare a colpi di platforming si è dimostrato vincente e divertente.

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Dal punto di vista grafico Crash non è mai stato così bello, luminoso e nitido: Toys for Bob ha raggiunto la maturazione del marsupiale con molti più elementi su schermo, tali da far impiegare a PlayStation 4 Pro circa 30 secondi per caricare un livello. In maniera simile al primo Crash Bandicoot, superata l’idea di una Warp Room è possibile spostarsi fisicamente su una mappa che mostra ogni scenario, composto da varie epoche che portano Crash a respirare la salsedine dei mari caraibici o nello spazio più remoto. Il tutto si fonde con battute e citazioni sparse alla storia della creatura di Naughty Dog, intervallando musiche nuove di zecca a rimandi nostalgici nei livelli flashback, creando un anello di congiunzione tra passato e presente per una serie che sì, è ripartita ufficialmente dopo 22 anni, ma è sempre stata immortale.

crash bandicoot 4: it's about time

Crash Bandicoot 4: It’s About Time segna il ritorno del marsupiale più famoso dei videogiochi quando le speranze si erano affievolite, a cavallo di due generazioni. Riportare Crash Bandicoot in vita con un nuovo capitolo è stata di sicuro la prova del fuoco di Toys for Bob, che ha sentito la responsabilità dell’impresa scegliendo di privilegiare un gameplay evoluto sotto tutti i punti di vista piuttosto che delineare una storia in maniera più nitida. L’aggiunta di comprimari come Tawna e Dingodile, i tanti collezionabili e le modalità a più giocatori rendono Crash Bandicoot 4 un gioco destinato a durare nel tempo, incasellandosi come uno dei platformer moderni più riusciti.

8

Pro

  • Rigiocabilità elevata
  • Gameplay articolato
  • La modalità Passa e Gioca è ottima
  • Citazioni alla serie
  • Preso a sé, un ottimo platform

Contro

  • Trama fatiscente
  • Modalità N. Verted non molto riuscita
  • Non c'è la corsa
  • Punitivo
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