Dark Fall 3: Lost Souls – Recensione Dark Fall: Lost Souls

Ancora una volta Jonathan Boakes, assieme al suo piccolo team di sviluppo Darkling Room, torna sugli scaffali con una nuova e terrificante avventura grafica. Non sono poche le case videoludiche che cercano di riproporre le atmosfere in stile Stephen King  nel mondo dei punta e clicca, ma abbiamo visto come la mente geniale di Jonathan Boakes sia riuscita a partorire con Dark Fall: The Journal un degno racconto horror nella terra madre delle storie sui fantasmi. Dopo aver realizzato il secondo capitolo di questa, per così dire, trilogia, ovvero Dark Fall: Lighthouse, dove lo sfondo si presentava più sul genere thriller-fantascientifico, con questo nuovo e terzo titolo la sperimentazione dell’etichetta horror è stata maggiormente esaltata, portandola più ad una visione odierna. 
 

 

 Lo Station Hotel in tutto il suo magnifico splendore.

 

 

Mi scusi, la chiave per la mia camera?

Dopo le spettrali avventure percorse in Dark Fall: The Journal, Boakes ripropone nuovamente il lugubre Station Hotel come ambientazione di questo terzo capitolo, ponendo la storia alcuni anni dopo le vicende del primo titolo. L’hotel, rispetto a quanto visto in The journal, è in uno stato avanzato di decadimento, tant’è che potremo notare come lo scorrere del tempo sia riuscito a devastare la struttura dell’edificio stesso. Molte zone non sono più accessibili a causa di crolli e cedimenti, e a popolare le stanze ed i corridoi della stazione e dell’hotel ci saranno terrificanti manichini. Ogni cosa appare in rovina, e se l’atmosfera del primo titolo appariva nel complesso tetra e spettrale, ora è completamente ribaltata verso l’angoscia e l’inquietudine; lo Station Hotel è completamente nuovo e proposto in una visione più macabra, con siringhe e forbici ad ornare le pareti caratterizzate da perversi graffiti. Se in The Journal era la tensione a predominare fra i sentimenti del giocatore, questa volta sarà la vera paura a risalire lungo la vostra schiena durante il soggiorno presso l’hotel, il tutto tra colpi di scena imprevedibili e apparizioni di spettri irritati dalla nostra presenza.

In Lost Souls impersoneremo uno sventurato ispettore della polizia, a cui era stato affidato il caso della scomparsa di una bambina undicenne: Amy. Ancora una volta la nostra avventura avrà inizio sulle rotaie che conducono alla stazione di Dowerton, cittadina dove è collocato il misterioso Station Hotel. Sin da subito terrificanti sospiri e macabri manichini ci accoglieranno nel mondo di Dark Fall, dando l’avvio a quella che sarà una disperata ricerca di una bambina che rappresenta un vero tormento nella psiche del nostro ispettore. Il nostro protagonista è stato infatti dimesso dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver infangato le prove sul caso della scomparsa di Amy, al fine di porre il suo primo sospettato, uno sventurato senza tetto soprannominato Mr. Bones, come colpevole del caso. La ricerca della bambina conduce quindi allo Station Hotel, luogo già in passato infestato da presenze e spiriti, ma oggi dominato dalla malvagia presenza della bambina, che farà di tutto per rallentare il nostro cammino. Insomma, l’atmosfera creata dalla trama riesce assolutamente nel suo intento di mantenere la tensione del giocatore alle stelle, assicurando qualche terrificante balzo sulla sedia. Un’avventura grafica che riesce a trasmettere un livello di paura così elevato al giocatore è davvero difficile da trovare.  Boakes ci è riuscito egregiamente, e seppur la trama non risulti davvero eccelsa ed  intrigante come in The Journal, la voglia di continuare e svelare i nuovi misteri che aleggiano nello Station Hotel non verrà a mancare.


Sembra non ci sia nessuno alla reception; eppure avevo prenotato una camera!

 

 

Usiamo la testa

L’interfaccia di gioco è tra le più classiche nel genere dei punta e clicca in prima persona. Un cursore a forma di mano ci indicherà quali azioni potremo compiere, e permetterà la rotazione del capo e del corpo cliccando ai bordi dello schermo. Quando potremo osservare e prendere un oggetto comparirà una lente d’ingrandimento, mentre quando sarà necessario effettuare delle combinazioni apparirà un ingranaggio.
Il menu sarà invece rappresentato dal nostro fidato cellulare, da cui potremo accedere ai vari menu dove impostare difficoltà, salvare e caricare la partita ed uscire dal gioco. Tale apparecchio sarà inoltre indispensabile per illuminare zone buie altrimenti inaccessibili attraverso una torcia incorporata e ci permetterà poi di ricevere sms da una misteriosa voce, denominata "Echo", che ci aiuterà e accompagnerà nel corso dell’avventura. A concludere l’interfaccia di gioco ci sarà un classico menu a barra posto in basso allo schermo.

Come dei precedenti due titoli, anche Lost Souls prevede la risoluzione totalmente logica dei vari enigmi. La difficoltà di quest’ultimo è decisamente ridotta rispetto ai predecessori, a causa sia della maggiore linearità del titolo sia di una ricerca meno ossessiva di una soluzione all’enigma stesso. Ad aiutarci ci saranno vari aiuti disseminati per lo scenario di gioco, come lettere, scritte sui muri e la stessa voce che ci manderà ogni tanto un sms per indirizzarci verso la retta via. La maggior parte degli indovinelli saranno di ricerca, raccolta e combinazioni tra oggetti dell’inventario e quelli presenti nello scenario stesso, per poi passare a semplici ricomposizioni di pezzi di carta (probabilmente un aspetto un po’ abusato dato che ci ritroveremo a farlo decine di volte), risoluzioni di codici e così via. Non mancheranno poi dialoghi con fantasmi (questa volta ci troveremo a diretto contatto con loro), ai quali dovremo rispondere tramite dei dialoghi a scelta multipla con le corrette sequenze di affermazioni al fine di non irritare il fantasma stesso e ricominciare così la sequenza parlata dall’inizio.


 "Mi scusi, la carne è troppo al sangue; potrebbe cambiarla?"

 

 

Tecnicamente parlando, tra spettri e manichini…

Dark Fall: Lost Souls si presenta sin da subito con una grafica di gioco che rispetto al primo titolo di Boakes, realizzato in Macromedia, fa gridare davvero al miracolo. La profondità resa dagli scenari è davvero notevole e realistica, e le texture svolgono nel complesso egregiamente il loro compito. Gli stessi manichini risulteranno talmente realistici da far sobbalzare sulla sedia alla loro vista. La paletta di colori scelta per la realizzazione del titolo si amalgama perfettamente all’atmosfera horror di gioco, con colori scuri predominanti ed un rosso acceso ad arricchire le pareti di alcune zone dell’edificio. Le zone illuminate saranno ben poche a confronto della penombra e l’oscurità generale della location, e gli effetti ambientali, come un meraviglioso pulviscolo che si nota grazie alla luce filtrata della luna, aumentano il coinvolgimento nell’avventura nel diroccato hotel.  Meno convincenti i modelli 3D dei pochi personaggi visibili: notiamo come Boakes non sia riuscito a migliorare del tutto la legnosità dei movimenti e la qualità delle texture.

Nota di merito per l’audio, i cui effetti sonori sfiorano la perfezione all’interno del contesto di gioco. Scricchiolii, rumori sospetti, sussurri, e il fantastico suono di violino ripreso dal primo Dark Fall (davvero da brivido), riescono a davvero a spaventare e logorare i nervi del giocatore.

Davvero pessimo il doppiaggio italiano, in particolare la voce stessa del nostro caro ispettore; scene drammatiche o presumibilmente ricche di tensione vengono spezzate dalla voce roca e priva d’anima dell’ex agente di polizia. Ringraziamo gli sviluppatori per aver inserito pochi momenti in cui il protagonista apre bocca.


 Le camere dell’hotel non si prestano ad essere accoglienti e confortevoli.

 

 

Conclusione

Dark Fall: Lost Souls riesce a convincere fino in fondo, imponendosi come una delle più terrificanti avventure grafiche degli ultimi tempi. Enigmi ben congegnati, aspetto tecnico e grafico buono, correlati da effetti sonori eccezionali, elevano il titolo ad un livello ottimale di intrattenimento. L’atmosfera da brivido vi terrà incollati allo schermo, e la voglia di scoprire i segreti celati tra le mura dell’inquietante Station Hotel di Dowerton, tra gli alti e bassi della trama stessa, non verrà a mancare durante le non molte ore di gioco complessive (riguardo alla longevità si poteva di certo fare qualcosa in più). Siete pronti dunque a ritirare la chiave della vostra stanza e dare inizio ad un sereno pernottamento?

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