STALKER 2 Heart of Chornobyl Recensione
Finalmente possiamo tirare le somme su STALKER 2 Heart of Chornobyl, un progetto che può essere definito esempio lampante di cosa significhi non perdersi d’animo. Perché quattordici anni dopo il primo annuncio di STALKER 2, i ragazzi di GSC Game World hanno già vinto la loro battaglia, in attesa che termini la guerra, quella vera.
Ma facciamo un passo indietro. Dopo le release di STALKER Shadow of Chernobyl, Clear Sky e Call of Pripyat dal 2007 al 2009, lo studio ucraino aveva in mente di fare un balzo qualitativo importante quando, nel 2010, annunciò di essere al lavoro su STALKER 2 tramite Unreal Engine 4.
Le cose, come sappiamo, non sono andate nel verso giusto con la dissoluzione di GSC Game World prima, e la sua rinascita alcuni anni dopo. Si giunge infine a quel fatidico 2018, anno in cui lo sviluppo del titolo venne nuovamente confermato dallo studio e dal suo CEO Sergiy Grygorovych.
A seguire: una pandemia globale, quell’atteso primo gameplay trailer mostrato durante l’Xbox & Bethesda Showcase del 2021, e una terribile guerra che da oltre due anni flagella la nazione di chi su questo gioco ha scommesso tutto. Un mezzo miracolo è stato compiuto, STALKER 2: Heart of Chornobyl è qui e siamo pronti a tornare nella Zona.
STALKER 2 Heart of Chornobyl Recensione *Updated*
Come sarà ormai chiaro, STALKER 2 ha avuto una gestazione travagliata e non scevra da grossi problemi, notati già nel primo provato risalente alla Gamescom 2023. In quel momento, però, il team di sviluppo aveva mostrato un grande coraggio nel proporre un prodotto non finito per ribadirne, se ce ne fosse stato ancora bisogno, la sua esistenza.
Un anno dopo le cose sono cambiate quando, durante Gamescom 2024, il gioco è apparso molto più solido e quasi pronto per l’arrivo sul mercato. In fase di recensione, però, ad appena una settimana dal suo lancio globale, ho dovuto toccare con mano, su Xbox Series X, diversi problemi che affliggevano STALKER 2.
La scelta di attendere prima di dare una valutazione definitiva, mi ha permesso di provare un titolo con molte correzioni dopo due grosse patch. Come si potrà leggere in questa revisione della recensione, a una settimana dal rilascio, alcune imperfezioni e problematiche permangono su console Xbox Series X.
Ribadisco anche in questa revisione che la Zona non è un luogo che può essere visitato in poche ore e di corsa per via dei moltissimi segreti e ambienti peculiari, e poi poiché la sua creazione non è stata effettuata tramite un sistema procedurale bensì manualmente, con asset e texture realizzate con la tecnica della fotogrammetria.
Il ritorno nella Zona
La zona di alienazione, o exclusion zone, creata attorno alla centrale nucleare di Chernobyl (Chornobyl, tecnicamente) è un luogo reale che delimita un raggio di circa 30 km per un totale di 2600 km² di territorio ucraino, fino al confine con la Bielorussia, ed è diventato famoso negli anni per i frequenti episodi di sciacallaggio.
Sarebbe però un errore pensare che il disastro di Chornobyl sia l’unica e principale ispirazione per la serie di STALKER in quanto il plot attinge piuttosto al romanzo Picnic sul ciglio della strada (1972) dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij e alla sua trasposizione cinematografica, Stalker appunto, diretta dal grande Andrej Tarkovskij.
L’incipit di STALKER 2 richiama, volutamente o per uno scherzo del destino, l’inizio del conflitto in Ucraina del 2022 con un appartamento distrutto da un esplosione. Facciamo quindi la conoscenza di Skif, in cerca un modo rapido per fare soldi e trovare una nuova abitazione proprio recandosi nella Zona per un incarico come stalker.
Senza svelare altro sulla trama posso confermare che l’open world di GSC Game World regala diversi colpi di scena memorabili e momenti di intriganti déjà vu. Il corposo lavoro di scrittura si nota sia nell’evoluzione del protagonista Skif sia, soprattutto, nelle linee narrative che seguono comprimari e personaggi ricorrenti.
Il Cuore di Chornobyl non è semplice da raggiungere
E il culmine della vicenda non arriverà tanto presto con le circa 40 ore di gioco necessarie per completare il gioco seguendo esclusivamente la trama principale, tempistica estendibile al centinaio di ore nel voler battere ogni singolo metro degli oltre 60km² della mappa, senza contare sotterranei e interni, realizzata per STALKER 2.
La Zona è un ecosistema ostile e che non perdona, popolato da animali mostruosi con istinti primordiali amplificati dalle mutazioni, ma non solo. Troviamo anomalie di varia natura, zone ad alta cocentrazione radioattiva e infine l’umanità che popola la zona e che rappresenta forse la minaccia maggiore per un solitario come Skif.
Anche in STALKER 2 avremo a che fare con differenti fazioni e, da immersive sim qual è il gioco, le scelte che faremo influenzeranno sia il resto del gameplay che uno dei quattro epiloghi disponibili. Ed è proprio grazie all’epicità che si viene a creare man mano che si evolve la trama, che si iniziano a dimenticare diverse mancanze tecniche.
Infatti, nonostante la mappa a disposizione con i punti d’interesse, spesso ci si ritroverà ad esplorare la Zona attraversando lunghe distanze in solitaria, da percorrere a piedi, senza incontrare nessun essere vivente, se non anomalie e zone radioattive individuabili tramite il sonar in nostro possesso.
La Zona è viva *UPDATE*
Ciò che rappresenta la vera marcia in più di STALKER 2, se ancora non si fosse capito, è proprio la Zona, in continuo mutamento grazie ai fenomeni atmosferici e all’alternanza del giorno e della notte. Non sarà raro incontrare eventi spettacolari come le emissioni, letali al 100% senza un rifugio nelle vicinanze.
Non va però dimenticato che in qualità di FPS dalle tinte horror, tutto può diventare un mortale pericolo e non sarà difficile ritrovarsi distanti da un qualsiasi accampamento e senza scorte mediche o proiettili sufficienti per sfuggire ad agguati o situazioni imprevedibili.
Questi momenti rappresentano uno degli aspetti migliori di un titolo che viene elevato dalle varie linee di scrittura che lo compongono. Permangono alcuni problemi tecnici e, visivamente, certi ambienti alle volte troppo monotoni nella loro ricerca di realismo nel tributare la controparte fisica situata a poca distanza da Kiev.
Inoltre, contrapposta alla vitalità della Zona, si nota una fin troppo staticità degli interni, considerabili spesso spogli e, soprattutto, corredati da poche possibili interazioni. Nel 2024 è impensabile non poter, ad esempio, spostare una cassa solo perché fa parte di un copione che prevede un’unica via per raggiungere un obiettivo.
Gameplay ma soprattutto Gunplay *UPDATED*
Come ho già ribadito, gli esterni di STALKER 2 rappresentano una marcia in più e non solo grazie ai già citati fenomeni metereologici. L’introduzione del sistema A-Life 2.0 simula in maniera randomica interazioni tra gli NPC, sia umani che animali, che si traducono in nuove opportunità di incontri e scontri durante gli spostamenti.
Capiterà dunque di trovare altri stalker in pattuglia o di essere coinvolti in una sparatoria tra due fazioni differenti; llo stesso modo non sarà strano incontrare branchi di cani famelici o di enormi cinghiali mutanti. Per questo motivo sarà fondamentale tenere in buono stato il proprio arsenale, evitando inceppamenti e inefficienza tipici dell’usura.
Nonostante il titolo abbia un sistema di gioco che all’apparenza può sembrare troppo datato, vi sono alcune introduzioni degne di nota, oltre al già citato A-Life 2.0. Ad esempio l’opzione di montare in tempo reale add-on e migliorie per le proprie armi, nonchè la possibilità di potenziare protezioni e arsenali pagando profumatamente i pochi tecnici disponibili nella Zona.
Siamo di fronte a un FPS che mi sento di definire “di vecchio stampo” perché non prevede alcun livellamento del personaggio. Dunque dovremo puntare tutto sulla compravendita di armi ed equipaggiamento migliore o sull’upgrade di quello in nostro possesso per aumentarne resistenza, capienza di carico, efficacia in combattimento del nostro stalker e così via.
La marcia in più può essere data dai reperti recuperabili in prossimità di particolari anomalie. Vanno però utilizzati con oculatezza dato che questi artefatti permettono sì di migliorare alcune caratteristiche (ad esempio resistenza, capacità di carico ecc.), ma possono anche indebolire il personaggio (per citare un caso frequente: l’aumento di radioattività).
Gli scontri a fuoco risultano quasi sempre impegnativi e restituiscono, nell’uso delle armi e nella fisica in generale, feedback credibili e appaganti. Con diverse possibilità di approccio, i combattimenti rappresentano un elemento di spicco di STALKER 2. Permangono, tuttavia, piccoli bug relativi al caricamento in tempo reale degli antagonisti o l’essere colpiti da distanze e angoli improbabili.
Queste situazioni saranno ulteriormente evitate con le future patch ma, ancora adesso, si traducono in un’involontaria difficoltà aggiuntiva. E dire che le occasioni di perdere la vita nella Zona sono già frequenti così. Battute (e bug) a parte, il lavoro sull’IA risulta in definitiva sufficiente ma non esente da imperfezioni.
Capitolo framerate *UPDATE*
Uno degli argomenti che maggiormente alimentano le discussioni videoludiche riguarda, ormai da tempo, la stabilità e le performance in termini di fps. Dopo i correttivi già citati STALKER 2 su Series X si può giocare con ottima fluidità in modalità performance, nonostante un framerate ballerino che si avvicina al target dei 60 fps senza mai raggiungerlo completamente.
La modalità qualità, post patch, ha invece dimostrato un’ottimizzazione convincente nel raggiungere i 30fps fissi, ma l’impatto grafico che ne esce fuori non risulta sempre coerente e non rappresenta uno stacco così netto rispetto alla modalità performance. Continuano a permanere inoltre artefatti grafici o sporadiche “cose fuori posto” che riguardano NPC e ambienti.
Non vi sono veri e propri blocchi tali da farmi pensare che il titolo possa anche minimamente essere considerato “rotto” o ingiocabile, se non in alcune attività secondarie non fondamentali. La promessa di grafica spaccamascella, tuttavia, non è fattibile al 100% su console. Abbiamo invece visto che su PC dotati di hardware importante le cose funzionano diversamente.
Nel complesso però, nonotante le premesse fatte fino ad ora, il lavoro di GSC Game World è senz’altro di ottimo livello su Xbox Series X con picchi notevoli in determinati ambienti o situazioni di gioco grazie ad elementi degni di nota a livello visivo, come gli effetti di luce ambientali e la gestione di riflessi e ombre.
STALKER 2 Heart of Chornobyl Recensione | Conclusione
Al lancio del titolo mi sono domandato se avessi trovato ciò che cercavo in STALKER 2: Heart of Chornobyl. La risposta a questo punto conferma le sensazioni iniziali ed è sì., pur considerando difetti, limiti e bug della versione console su Xbox Series X. Il vero motore del gioco è la Zona, la quale riesce a immergere chi gioca fin da subito, senza troppi fronzoli o spiegazioni, nella sua vasta solitudine fatta di silenzi, suoni e anomalie.
Che sia voluto o meno, il grado di “rozzezza” del titolo diventa un surplus in grado di sfidare e appassionare.STALKER 2 è probabilmente un prodotto definibile un po’ grezzo, per via di alcune mancanze, e mette di fronte a copiose morti tra fenomeni ambientali, scelte di percorso sbagliate, incontri e scontri con nemici umani e animali e così via. Nonostante l’impostazione FPS, il focus è sulla storia, sulle missioni e, soprattutto, sul perdersi nelle esplorazioni della Zona non trovandosi tanti punti di riferimento, soprattutto nelle fasi iniziali.
Il lavoro dello studio ucraino mostra a volte i suoi limiti, dovuti forse a fattori esterni, mentre altre sembra non voler osare troppo nel rendere l’esperienza di gioco così diversa rispetto al passato. Questo si traduce in un titolo che, senza risultare dispersivo come molti altri fps open world moderni, farà felici i fan di vecchia data e rappresenterà un qualcosa di “anomalo” per i nuovi giocatori.
Dispiace non poter parlare di un capolavoro, viste le problematiche evidenziate, ma sono certo che STALKER 2: Heart of Chornobyl migliorerà ancora nei prossimi mesi accontentando tutti, perché GSC Game World ha confermato un amore e una passione smisurata per il suo titolo più ambizioso.
Il viaggio attraverso la Zona è un'esperienza videoludica da affrontare almeno una volta nella vita.
Pro
- Trama, missioni principali e secondarie convincenti
- Autentica esperienza immersiva all'interno della Zona
- Gunplay impegnativo ma appagante
Contro
- Permangono alcuni difetti e bug
- Gameplay spesso "datato"
- Occasionali cali di framerate