Days Gone – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Bikers e zombie: il binomio inossidabile di Bend Studio.

Motocicletta 10 hp, tutta cromata, è tua se dici sì” cantava Lucio Battisti nel 1970, quarantanove anni dopo, nell’era dei remix e dei videogiochi, canteremmo: “motocicletta e 10 hp scappo di corsa e mi salvo così”. Nella prima metà del 2019 la più importante IP in uscita da casa Sony in termini di esclusive è sicuramente Days Gone: titolo sviluppato da Bend Studio che dopo un travagliato percorso fatto di rinvii e ostacoli approda sugli scaffali di tutto il mondo provando a dire la propria in un mercato che dell’apocalisse zombie ormai sembra quasi saturo.

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Il primo mito che vogliamo sfatare è che non si tratta di un “The Last of Us like”, il titolo Bend Studio si distacca da ciò che Naughty Dog ha fatto con il suo capolavoro nella passata generazione ed è ingeneroso da ambo i lati anche solo accostarli. L’apocalisse raccontata da Days Gone vuole toccare determinate corde dei giocatori, provando a trascinarli in un contesto emozionale che sfrutta inquadrature e musica in maniera sapiente, quasi come a rimarcare la competenza dello studio di sviluppo nel lavorare in autonomia. Days Gone vi racconterà la storia di Deacon St. John e di come da un giorno all’altro la sua vita sia stata stravolta dall’infezione che ha causato l’apocalisse zombie. Il rapporto con Boozer (il suo migliore amico), la sua storia d’amore con Sarah, i misteri dietro l’ente NERO che sembra non solo dedita allo studio e alla repressione dell’infezione ma anche decisamente inserita in diverse faccende machiavelliche; la narrativa proposta da Days Gone ha delle basi solide che presentano al suo interno numerosi cliché del genere di appartenenza ma anche diverse soluzioni originali in grado di ammaliare l’utente.

Nonostante tutto ciò però, la scelta di dividere la trama in “Storie” ovvero archi narrativi frammentati riguardanti diversi macro temi (Sarah, Boozer, la NERO, ecc.) risulta come una lama a doppio taglio che enfatizza l’ottima sceneggiatura del titolo ma che allo stesso tempo pone l’accento sulla differenziazione marcata tra i due/tre archi narrativi principali e tutto ciò che è secondario. Proprio la caratterizzazione degli archi narrativi secondari è ciò che lato trama ci ha fatto storcere il naso. Diversi gregari, NPC, personaggi secondari sono davvero piatti, poco profondi e spesso mossi da motivazioni fini a sé stesse. In un mondo così aperto ma allo stesso tempo desolato per colpa dell’epidemia zombie e con un ecosistema di gioco così concentrato sull’esplorazione in moto, caratterizzare a fondo i personaggi che si incontra è fondamentale per dare profondità al titolo.

Days Gone

Dal punto di vista del gameplay invece, ci troviamo davanti ai maggiori problemi del titolo Bend Studio. Come anche già sottolineato in fase di anteprima, sebbene la differenziazione del peso delle armi si faccia sentire, è come esse impattano sugli avversari e sul gameplay il lato problematico. Non solo spesso ci siamo trovati a non vedere andati a segno colpi che palesemente colpivano il nemico, ma anche con armi di rarità maggiore la situazione è rimasta la stessa. Proprio la rarità delle armi all’interno della componente survival non è delle più eccelse, essa infatti è legata allo stato delle condizioni dell’arma (d’altronde ci troviamo in un mondo desolato e ormai ridotto in rovina) ponendo poco accento sull’importanza di trovarne di migliori.

Diversa la gestione delle armi bianche: risultano infatti il vero punto forte dei combattimenti di Days Gone essendo le più responsive, le più soddisfacenti da utilizzare (dovete provare le finisher moves con cui creare spettacolari uccisioni) e incredibilmente stratificate nell’uso vista la presenza della durabilità delle stesse. Che voi stiate affrontando i furiosi (gli zombie infetti) o dei predoni banditi, un branco di lupi, o il culto di folli che popola il deserto mondo di Days Gone, le armi da mischia saranno una delle vostre principali soluzioni, sempre e comunque.

Days Gone

Anche la componente survival e di crafting risiede al centro dell’ecosistema di Days Gone, seppure anche in questo caso non sia perfettamente a fuoco. Giocando seguendo il flusso che Days Gone vi mostrerà fin dai primi minuti, il gioco vi permetterà di non trovarvi mai in carenza di munizioni e soprattutto di poter sfruttare al meglio ciò che il crafting ha da offrire. Materiali da raccogliere ne avrete in abbondanza e munizioni sparse tra baracche in disuso e cofani di auto della polizia anche. Se non si gioca impersonando Rambo durante un’apocalisse zombie, il gioco non vi punirà e questo a nostro avviso non è del tutto un aspetto positivo. Se si vuole creare un mondo survival coerente, con zombie coriacei in grado di resistere a più di un colpo e perfino a determinati tipi di ustioni, la gestione dei materiali e delle munizioni deve essere per forza di cose molto amplificata, costringendo il giocatore ad utilizzare le armi da fuoco solo ed esclusivamente in circostanze di emergenza. Days Gone purtroppo non vi farà mai sentire soverchiati e oppressi dalla carenza di oggetti e questo un po’ ci dispiace.

Anche la progressione del personaggio legata ai punti abilità accumulati eseguendo azioni di diverso tipo contribuisce ad aumentare questo senso di poca oppressione, visto che col passare del tempo Deacon sarà in grado di sopperire a numerose difficoltà in maniera troppo efficace. Purtroppo in un gioco di tale fattura una componente simil-RPG come la progressione del personaggio, o la gestione di stamina attraverso una barra non si sposano in maniera molto coerente. In questo senso Days Gone sembra un’accozzaglia di ottime idee che poco si amalgamano sinergicamente e armoniosamente come se mancasse il legante tra le varie parti. Una non meno importante componente chiave del titolo è l’Orda. Le intense immagini già proposte da Bend Studio sugli incontri con il “fiume” di zombie sono veritiere, l’Orda offre quella sensazione di potenza incontrastabile che è stata mostrata e quando la (le) incontrerete capirete che spesso scappare non è un’opzione da codardi. Infine la moto, la fedele compagna di Deacon come detto più volte, sarà una vera appendice del giocatore e andrà rifornita e mantenuta proprio come fosse un personaggio giocante. Le vostre azioni in termini di missioni secondarie inoltre vi permetteranno di potenziare dai meccanici sparsi per la mappa, la vostra inseparabile moto. Una vera e propria compagna di avventure che vi regalerà anche viaggi indimenticabili attraverso le lande desolate del titolo Bend Studio.

Days Gone

Dal punto di vista artistico e tecnico il titolo offre un’ottima caratterizzazione, nonostante alcuni problemi di pop up delle textures. I personaggi e l’ambiente sono molto ispirati soprattutto a livello estetico. Il ciclo giorno/notte e le condizioni climatiche mutevoli inoltre, avranno ripercussioni sugli zombie e sulla moto andando quindi ad aumentare le variabili da tenere in considerazione durante le vostre sessioni di gioco. Anche a livello sonoro Days Gone offre un’ottima esperienza con rumori ambientali, musiche di sottofondo e colonne sonore emozionali che vi accompagneranno durante le vostre scorribande in moto e non.


Days Gone è un titolo complesso da giudicare perché nel suo insieme ha diversi aspetti estremamente positivi e altri molto negativi; evitando così tutta quella scala di grigi che spesso edulcorano i giudizi rendendo un capolavoro un ottimo gioco e un pessimo gioco un gioco non del tutto riuscito. A nostro avviso Days Gone si inserisce proprio nel mezzo; la sua narrativa frammentata ma avvincente, i suoi personaggi principali a cui comunque vi affezionerete e una trama principale fluida si scontrano con uno shooting problematico, con un sistema di progressione poco armonioso e con una gestione non sempre ottimale di tutto ciò che è secondario. Days Gone è un titolo che va giocato, che va assaporato e interiorizzato come il primo assaggio di un cibo a noi sconosciuto, un cibo che ci potrebbe lasciare inizialmente spaesati, interdetti, ma che una volta deglutito ci spinge a degustarlo tutto per capire se è davvero così buono come sembra.

7.8

Pro

  • Filoni narrativi principali avvincenti
  • Mondo ispirato e suggestivo
  • Armi contundenti soddisfacenti

Contro

  • Filoni secondari poco convincenti
  • Shooting problematico
  • Componente survival incerta
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