Dead Space 2 – Recensione Dead Space 2

Il volto dietro la maschera

Il primo Dead Space era graficamente molto curato, soprattutto nella scelta della palette cromatica, dei riflessi e dei giochi di luci e ombre. Nel seguito gli sviluppatori hanno saputo fare anche meglio, migliorando ogni singolo aspetto che ha reso famosa l’avventura di Isaac Clarke. Innanzitutto, in Dead Space 2 attraverseremo le diverse aree della colonia Sprawl, molto più varia ed articolata rispetto all’Ishimura del primo capitolo, che dopotutto era semplicemente una nave cargo. Visiteremo quindi la zona residenziale, i laboratori, la sala dei generatori, l’asilo, la chiesa, gli alloggi, scoprendo come ogni ambientazione saprà essere allo stesso tempo simile e differente da tutte le altre. A fianco degli elementi ricorrenti che rendono coeso lo stile architettonico della colonia potremo infatti notare una serie di piccoli accorgimenti in grado di farci passare gradualmente da un’ambientazione alla Resident Evil ad una alla DOOM, quasi senza che il giocatore se ne accorga.

Per quanto riguarda il puro impatto visivo, il motore grafico si merita la nostra approvazione: la telecamera risponde sempre in modo fulmineo ai controlli impartiti e le animazioni sono fluide e realistiche. Le sequenze scriptate poi, come già detto in precedenza, sono un tripudio di effetti speciali e stupiscono per la moltitudine di oggetti e di luci che si muovono contemporaneamente sullo schermo. Per trovare un difetto – perchè a voler ben vedere un difetto c’è – nel lavoro dei Visceral Games bisogna soffermarsi sui volti: quelli dei vari personaggi secondari non sono molto ricchi di particolari e durante i primi piani sembrano sempre un po’ troppo freddi e poco espressivi, ma su questo saremmo anche stati disposti a chiudere un occhio. Il problema è che la stessa sorte tocca al volto di Isaac, che in questo secondo episodio fa più e più volte capolino da dietro il casco del nostro eroe: probabilmente nel primo episodio non era stato dato troppo peso all’immagine di Isaac, dal momento che avrebbe indossato sempre il casco. Ora però, dovendo comunque attribuirgli le fattezze mostrate alla fine del primo Dead Space, gli sviluppatori sono stati costretti a dare al protagonista il volto di una persona qualunque, dai tratti poco carismatici e difficilmente differenziabili da quelli di un qualsiasi altro soldato o personaggio del gioco. Un vero peccato, mitigato comunque dal fatto che quando Isaac indossa la sua speciale tuta, anch’essa molto più dettagliata e varia nei potenziamenti rispetto alla vecchia versione (indosserete una tuta della sicurezza, una della polizia, e persino una divertente tuta vintage) acquista immediatamente un fascino e un carisma fuori dal comune.


Se solo le sue fattezze fossero state disegnate meglio, Isaac avrebbe più carisma anche senza casco

Chi ha detto che nello spazio nessuno può sentirti urlare?

In molti hanno criticato la localizzazione italiana del primo Dead Space, la cui qualità è stata in parte minata dalla discutibile scelta di chiedere a Dario Argento di prestare la voce ad uno dei personaggi più importanti della storia. Senza mettere in dubbio le capacità artistiche e i meriti del re dell’horror all’italiana, ci permettiamo di ricordare al regista nostrano che ognuno è bravo nel suo lavoro e difficilmente riuscirà ad essere al pari di un professionista di un altro campo. Questa lezione sembrano averla imparata anche i responsabili dell’edizione italiana di Dead Space 2, che per questo nuovo episodio hanno deciso di regalarci un doppiaggio professionale davvero ben fatto: la voce di Isaac, soprattutto, ci ha piacevolmente colpito per intensità e timbro. A questo aggiungete gli stupendi effetti e l’ormai storica colonna sonora: esplosioni, rumori elettrici, urla, stridore di violini e, durante le passeggiate nel vuoto siderale, il respiro affannoso di Isaac, sono un marchio di fabbrica in grado di amplificare notevolmente le sensazioni di claustrofobia e terrore che il gioco vuole trasmettere.


Ogni momento è accompagnato dalla splendida colonna sonora, fatti di suoni e di paurosi rumori

Lo spazio morto è più vivo che mai

Dead Space 2, in definitiva, vale l’acquisto a pochi giorni dall’uscita nei negozi? Secondo noi sì. Se siete dei fan del primo episodio correte a procurarvi anche questo imperdibile seguito: scoprirete tutte le caratteristiche che vi hanno fatto innamorare del brand, rivedute e corrette per essere ancora migliori, più spaventose e cinematografiche. Rivedrete Isaac, Nicole – e vi garantiamo che ben presto preferirete non rivederla più – e persino la nave Ishimura per un breve momento, revival necessario ad Isaac per recuperare i suoi ricordi. Chi invece è interessato al gioco non avendolo mai provato, tenga presente che Dead Space 2 è un survival horror in cui la componente paurosa è data principalmente da atmosfere, musiche e mostri che compaiono all’improvviso dal nulla; il gameplay è invece di matrice prettamente action, per cui se non siete anche amanti dei Third Person Shooter vi consigliamo prima di provare la Demo disponibile sui marketplace di Sony e Microsoft. Se questa vi catturerà, allora potrete andare anche voi sul sicuro: chi ama le emozioni forti non mancherà certamente di saltare ripetutamente sulla sedia.

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