Demon’s Souls – Recensione Demon’s Souls

Non è un caso raro che le software house peschino dal cilindro una vecchia serie, proponendone un rifacimento, grafico e nelle meccaniche, conforme all’hardware attualmente disponibile. Dopo i remake di Bionic Commando e Alone in the Dark, da From Software, conosciuta soprattutto per la serie Armored Core, arriva Demon’s Souls, action-rpg che rappresenta l’incarnazione di un classico per PlayStation, King’s Field.
Demon’s Souls chiarisce subito la sua posizione con un biglietto da visita alquanto atipico e accattivante:  cupo e cattivo, con una buona dose di difficoltà, tanto da riuscire a scalfire la pellaccia (e la pazienza) dei giocatori più incalliti ed esperti.
Recentemente portato da Atlus nell’America settentrionale, ha goduto di successo inaspettato, registrando buone vendite per entrambe le versioni, USA e Asia, grazie anche ai molti importatori delle suddette versioni, data la mancanza di una release europea.
Nell’attesa di un’uscita sul vecchio continente, ecco la recensione della versione americana, pressochè identica a quella asiatica e totalmente compatibile con tutte le versioni di PS3.


Benvenuti a Boletaria

Re Allant XII riuscì ad imbrigliare il potere delle anime, garantendo una prosperità senza precedenti al regno di Boletaria. Questo finchè una nebbia incolore avvolse l’intero regno, isolandolo dal mondo esterno. Chiunque osasse addentrarsi nelle nebbie non faceva ritorno, fin quando un cavaliere reale ne uscì, raccontando cosa fosse accaduto. Il re risvegliò l’Old One, il demone addormentato sul fondale del Nexus, che sprigionò la nebbia e con essa la legione di demoni mangiatori di anime. Per ogni anima divorata, le mostruosità celate dalle nebbie divengono sempre più potenti e gli esseri umani perdono l’anima e impazziscono. Molti grandi guerrieri sono entrati nella nebbia, ma nessuno è mai tornato vivo; sarete uno di loro o riuscirete a farcela?

Questa la trama in breve, un pretesto per spingervi ad affrontare gli scenari intrisi di trappole e nemici terrificanti, pronti a farvi la pelle in qualsiasi istante.
Dopo la rapida creazione del personaggio mediante un editor simile a quello di Oblivion, arriverete al Nexus, una sorta di tempio che funge da base e rifugio per le anime, nonchè unico luogo veramente sicuro per i giocatori. Nel Nexus sono presenti diversi personaggi non giocanti, che vi forniranno servizi di vario genere e con i quali potete dialogare, apprendendo maggiori dettagli sul mondo di gioco.


Ecco a voi il Nexus, luogo mistico ed inquietante

Le Archstones, monumenti piazzati attorno all’area centrale, costituiscono le porte per accedere agli scenari da affrontare, sei grandi aree, ognuna divisa in tre o quattro sottosezioni corrispondenti alle tane dei boss, che una volta sconfitti lasceranno una pietra che funge da teletrasporto, in modo da non dover partire ogni volta dall’inizio dei vasti livelli.

Diversi npc non sono presenti da subito, ma andranno trovati e salvati negli scenari, in modo che possano far ritorno al Nexus, popolandolo a poco a poco, facendo nascere delle piccole sottotrame e dandovi la possibilità di comprare nuovi oggetti, magie e miracoli. Vari venditori saranno nascosti nei livelli, ognuno con prodotti peculiari, è quindi nel nostro interesse scovarli e lasciarli in vita.
Molto utile è la presenza del fabbro Boldwin e Stockpile Thomas, due personaggi presenti fin da subito e capaci rispettivamente di forgiare armi, riparare l’equipaggiamento e fornire un luogo dove poter depositare gli oggetti in eccesso. Altrettanto importante è l’enigmatica figura della Maiden in Black, sacerdotessa del Nexus capace di evocare gli spiriti e donar loro potere; tradotto nell’economia del gioco significa che lei è l’unico modo per poter aumentare il nostro livello. Le anime ottenute dagli avversari sconfitti, oltre che funzionare come moneta di scambio, permetteranno di aumentare le statistiche del protagonista, una per volta e con una richiesta di anime sempre maggiore, influenzandone le capacità. Aumentare la resistenza aumenterà la difesa contro gli attacchi e il livello di stamina, aumentare l’intelligenza aumenterà i punti magia e il numero di incantesimi memorizzabili, la fede influenzerà i miracoli, la vitalità i punti vita e così via.

Il protagonista può essere personalizzato a piacimento e l’unica restrizione su ciò che può e non può fare, sono gli attributi da noi assegnati man mano che aumentiamo il Soul Level. Diverse classi selezionabili garantiscono la possibilità di sviluppare fin da subito un personaggio orientato verso un preciso stile di gioco: Knight, Barbarian, Soldier e Temple Knight sono classi improntate sul corpo a corpo, con armature pesanti (Barbarian escluso), grosse armi da mischia e scudi. Thief, Wanderer e Hunter sono classi dedite ad attacchi furtivi e molto rapidi, sfruttano tattiche mordi e fuggi e la grande agilità di cui sono dotate, vista la loro scarsa resistenza. Priest e Magician compensano gli scarsi attributi fisici con miracoli divini e potenti magie. L’ultima classe, il Royalty, è una via di mezzo, l’unica classe a iniziare a livello uno ma dotata da subito di un anello raro e magia, classe rivolta principalmente alla creazione di un personaggio particolare e preponderato.

 


Uno dei personaggi amici presenti nel Nexus

 

Oltre alla scelta degli attributi, il personaggio principale verrà ampiamente influenzato dall’equipaggiamento. La differenza tra soccombere miseramente e uscire vittorioso da uno scontro, può essere dovuta ad un anello che aumenta una particolare resistenza, all’armatura poco ingombrante che consente schivate rapide o ad un’arma come la lancia, che consente di attaccare senza doversi avvicinare troppo al nemico. Bilanciare le caratteristiche sarà fondamentale; spesso sarà necessario dover schivare un attacco e con un’armatura pesante verremo rallentati. Ma in caso venissimo colpiti, l’armatura assorbirebbe gran parte del danno, dove una veste di stoffa significherebbe avere una lama tra le carni. Cercare di non sovraccaricarsi di oggetti ed equipaggiamenti garantisce una maggiore mobilità, consentendo di eseguire le schivate con più efficacia, ma con le conseguenze di non avere con sè le armi adatte ad ogni situazione ed una minor quantità di erbe curative, oltre che una corazza meno resistente.
A discrezione del giocatore le messe appunto ed i compromessi per trovare lo stile più adatto all’area da affrontare ed al suo stile di gioco.

La morte è di casa in Demon’s Souls, e gli errori non sono perdonati. Che si tratti di un piede in fallo o di una zampata, in caso di morte il corpo fisico verrà perso, le anime acquisite andranno recuperate sul luogo della dipartita ed il giocatore tornerà all’archstone del boss più vicino. Naturalmente i nemici sono vittime del respawn come lo è il giocatore, costringendolo a rifare tutta la porzione del livello completata in precedenza. Una scelta discutibile, più che creare tensione affiancandosi all’ottima atmosfera, diviene motivo di frustrazione ed imprecazioni.  Per ritornare in vita andrà utilizzata un’apposita pietra o bisognerà aiutare un giocatore a sconfiggere uno dei suoi boss.

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