Diablo IV – Recensione

Recensito su PlayStation 5

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Il mio viaggio in compagnia di Diablo IV è ancora molto lungo. D’accordo, ho concluso la campagna e ho già respirato l’aria di Sanctuarium per diverse decine di ore, ma l’impressione di fondo è quella di non aver visto e vissuto tutto quello che il gioco ha da offrire. E menomale, direi.

Del resto, quando Blizzard ha posto l’accento in maniera sempre più convinta sulla vena MMO e da GAAS del gioco, questo tipo di scenario era prevedibile, per non dire scontato e sono contento di vedere che la software ha saputo, almeno fino a questo momento, gestire e rispettare il suo tabellina di marcia. Diablo IV è un titolo enorme, mastodontico, famelico.

Il nuovo capitolo della saga di Blizzard è una bestia insaziabile, che si ciba del tempo libero e della mente del giocatore che, sono convinto, avrà difficoltà a staccarsi dalla formula ludica imbastita dalla software house californiana per tornare alla realtà.

Nei giorni scorsi vi ho già fatto una panoramica su quelli che sono gli aspetti più importanti e riusciti del gioco, che ho potuto confermare in blocco durante le ore di gioco (tantissime) successive.

Diablo IV vi trascinerà in un lungo e oscuro viaggio

La nuova creatura di Blizzard ha saputo centrare l’obiettivo, difficilissimo, di onorare il passato ma abbracciando con forza e veemenza il futuro, in un mix perfetto di longevità, varietà, qualità narrativa e, soprattutto, sembra essere soltanto il punto di partenza verso un futuro a dir poco radioso, sia per il serie sia per il genere, ma anche per il medium in generale.

Come vi ho già detto, la qualità narrativa di Diablo IV è davvero eccelsa. Lo avevo capito già dalla beta, ve l’avevo accennato mesi fa, ma ora ne sono assolutamente convinto. Blizzard ha dimostrato ancora una volta di essere maestra nel saper raccontare una storia, tanto per qualità narrativa tanto per toni, ritmi e scrittura in generale.

La rinascita di Lilith e l’ossessiva ricerca da parte del giocatore, chiamato a “sfruttare” il suo collegamento con la Figlia dell’Odio, sono i punti cardine da cui si sviluppa tutta la storia, che però in realtà si apre via via avanzando con le ore di gioco, come una gigantesca matrioska da cui è sempre possibile trovare la sorpresa che non t’aspetti, da un momento all’altro.

Diablo IV è un prodotto che scava a fondo, che penetra nella mente del giocatore e lo bombarda in maniera silenziosa di un sapere enorme, viscerale, intimo. Il viaggio alla ricerca di Lilith, la nuova e gigantesca minaccia che ha incatenato Sanctuarium a una nuova epoca di terrore e distruzione è soltanto la parte più evidente di un gigantesco ammasso di storia e tradizione, che si palesa in maniera esplosiva davanti al giocatore di ora in ora.

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L’atmosfera è a dir poco infernale

Da questo punto di vista, e me l’aspettavo, sinceramente, hanno giocato un ruolo fondamentale le “cinematiche” più presenti e integranti che hanno fatto capolino con questo quarto capitolo numerato della serie. Grazie a questa soluzione tecnica e strutturale, il racconto di Diablo IV ha saputo penetrare più a fondo, ha saputo toccare le corde giuste, pur rimanendo però sempre e comunque volutamente “in disparte” e mai asfissiante, anzi.

È proprio questo il grande traguardo di Blizzard. Diablo IV ha saputo raccontare tanto, ha ancora moltissimo da dire, ma lo ha fatto compiendo un vero e proprio “miracolo” costruttivo, combinando perfettamente la bravura nel raccontare una storia, o meglio tante storie, incastonandole perfettamente in un’ecosistema ludico a dir poco smisurato.

L’inferno in Terra…o una Terra infernale?

Diablo IV mi ha subito convinto sul piano dei contenuti, ma dopo averlo vissuto per oltre 70 ore mi ha praticamente stregato e ipnotizzato. Grazie alla scelta di dare sin da subito al giocatore le “chiavi” della sua vita su Sanctuarium, senza mai forza alcuna scelta ma, anzi, favorendo la crescita di una voglia sempre più violenta e insaziabile di vivere e respirare a pieni polmoni un mondo di gioco ricco e pulsante come non mai.

La nuova fatica di Blizzard combina alla perfezione Missioni Principali, Missioni Secondarie, quest specifiche di classe e tante altre attività, come i dungeon, le missioni in cooperativa in mondo aperto e tanto altro ancora e lo fa con una facilità impressionante.

Sin dalle prime battute il giocatore può decidere a cosa dedicarsi e in quale ordine, in maniera quasi completamente autonoma, onorando alla perfezione i dogmi da MMORPG di cui il gioco ha assunto sin dalla sua creazione e concezione.

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La scelta del personaggio

Sotto questo aspetto, Diablo IV è assolutamente encomiabile. Una volta entrati sui server di gioco è praticamente impossibile rimanere fermi, anzi è quasi un sacrilegio, perché la formula di gioco imbastita da Blizzard funziona alla perfezione proprio perché ha saputo espandere le già ottime cose viste con Diablo III e il suo ricco endgame, qui però ampliato e arricchito a dismisura.

Trattandosi di un MMORPG e di un gioco in cui il loot è l’essenza primordiale di ogni cosa, e la cosa più bella e che in Diablo IV è possibile recuperare nuovi pezzi d’equipaggiamento, materiali di creazione e tanto altro ancora in mille modi differenti. Prendere parte alle missioni “random”, quelle del mondo aperto, per intenderci, è spesso una fonte primordiale in tal senso ed è bellissimo così.

Diablo IV ha pensato veramente a tutti e lo ha fatto senza snaturarsi e senza mai sforzarsi di essere qualcosa di diverso dalla sua essenza.

Blizzard ha fatto centro e per quanto il gioco “vero” inizia ora e bisogna comprendere quale sarà la gestione dei contenuti da qui in avanti, è chiaro che tutti i segnali facciano pensare che il futuro ha tutte le carte in regola per risultare a dir poco roseo.

Una classe per tutti i gusti

Di pari passo alla qualità della struttura ludica del gioco, a sancire l’indiscusso successo del gioco è sicuramente la qualità e la varietà delle classi disponibili e, perché no, lo sviluppo potenziale di ognuna di esse.

Diablo IV è un titolo incredibilmente profondo in tal senso e lo avevo capito sin dalla beta. Ognuna delle sei classi disponibili possiede infatti un potenziale enorme, e anche in questo caso la vena da MMO del gioco si avverte in tutto il suo splendore.

A differenza del capitolo precedente, ognuna delle classi disponibili possiede un albero delle abilità enorme, ricco di abilità attive, passive e “secondarie” da attivare, potenziare e combinare a proprio piacimento.

La nuova fatica di Blizzard porta in scena un gameplay molto tradizionale, con un combat system già ampiamente conosciuto, ma che però si basa fortemente e si adatta allo stile del giocatore e soprattutto alla scelta della classe.

Durante la mia avventura, ho potuto testare principalmente il Druido e il Tagliagole in prima persona, mentre ho assistito anche alla crescita del sempre devastante Incantatore, utilizzato dalla mia partner per le sessioni di gioco in cooperativa.

È veramente impressionante la libertà offerta da Diablo IV nella creazione delle build, mi sono divertito un sacco a sperimentare, sfruttando anche la possibilità di effettuare il respec in qualunque momento, e mi sono lasciato trasportare da quella voglia latente e a dir poco pulsante di provare un po’ tutte le classi, una cosa che, tra l’altro, consiglio di fare un po’ a tutti quanti.

Diablo IV è infatti un titolo enorme, una “seconda vita” se vogliamo, e scegliere con cura quale personaggio è il più adatto alle vostre esigenze è uno step fondamentale per gestire al meglio l’avventura.

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La scena di apertura è magistrale

Ho trovato anche il bilanciamento delle classi molto più a fuoco rispetto a Diablo III, e questo non è un aspetto da sottovalutare. Certo, anche qui alcune classi sono sembrano un po’ più efficaci, almeno nelle prime ore, ma sono fortemente convinto che, alla lunga, il tutto sia legato più al gusto e all’attitudine del giocatore piuttosto che alla potenza in sé della classe scelta.

Questo discorso si sposa perfettamente con la natura massiva del gioco, che come avrete capito è una parte centrale di tutta la produzione. Diablo IV è un titolo godibilissimo in singolo, ma è chiaro che riesce a dare il meglio di sé soprattutto quando si gioca in coop, tanto in locale quanto online.

Il bilanciamento delle classi, in tal senso, diventa ancor più importante, anche perché ai livelli alti portare a termine le varie missioni e in generale tutte le attività diventa sempre più complesso.

Va di per sé che combinare alla perfezione abilità attive e passive di ogni personaggio e soprattutto mixare al meglio di gruppi per le spedizioni diventa un passaggio fondamentale, specialmente nelle fasi di endgame e più in generale quando il livello di sfida si spinge inevitabilmente verso l’alto.

Sono molto contento del lavoro svolto da Blizzard in tal senso, e sono fermamente convinto del fatto che, col passare dei mesi, questa situazione possa solo migliorare, anche considerando i tanti contenuti promessi dalla software house e, perché no, le nuove possibilità in arrivo con le eventuale nuove classi giocabili, così come avvenne con Diablo III e il suo Negromante.

Spettacolo sensoriale

Anche da un punto di vista estetico e tecnico, Diablo IV compie importanti passi avanti per la serie e per il genere in generale. Se a un primo sguardo l’impatto grafico potrebbe sembrare più o meno in linea con il recente passato della serie, la realtà dei fatti è ben diversa.

Diablo IV è un titolo molto audace da un punto di vista artistico, che sfrutta appieno il grande immaginario che ha intorno con convinzione e consapevolezza di sé. La “nuova” Sanctuarium è al solito tanto bella quanto angosciante e la varietà delle situazioni, anche dei dungeon, è decisamente apprezzabile.

Blizzard ha lavorato duramente in tal senso, anche prendendo in considerazione elementi apparentemente “secondari” come il feedback dei colpi, il movimento dei personaggi sullo schermo e il loro impatto sugli scenari.

Anche le cinematiche hanno svolto un ruolo fondamentale in tal senso, e hanno aiutato a far comprendere ancor di più quanta cura Blizzard ha riposto nella sua creatura anche sul piano estetico e artistico.

Sanctuarium è più bella, più grande, più vasta e lo si capisce sin da subito, anche semplicemente osservando la sequenza iniziale, in cui la tempesta di neve evidenzia una cura per i particellari e per fattori apparentemente decisamente diversa rispetto al passato.

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Le città spettrali di Diablo IV

La stessa cura è stata riposta anche nel comparto sonoro. Il doppiaggio italiano, per dire, è veramente eccellente, non ho mai trovato nessun doppiatore fuori contesto o meno a fuoco con la sua parte, così come ho apprezzato parecchio la scelta delle OST, sempre perfettamente calzanti e mai fuori fase e soprattutto in grado di rendere le ore di gioco ancor più entusiasmanti e appassionanti.

In chiusura, non posso non spendere due parole anche sulla parte tecnica del gioco. Diablo IV gira perfettamente, non ha problemi di stabilità né altro, nemmeno nelle situazioni più concitate e con tanti nemici su schermo. Il nuovo pargolo di Blizzard ha dimostrato di poter girare perfettamente sulle console di nuova generazione, e devo dire che il risultato finale è stato veramente sorprendente.

A tal proposito, ho apprezzato tantissimo anche le tantissime opzioni di personalizzazione dell’interfaccia e di accessibilità in generale. Blizzard, con Diablo IV, ha pensato veramente a tutti in tal senso con tanti filtri per daltonici e in generale anche diverse soluzioni alternative nella mappatura dei tasti, e sono veramente convinto che sempre più aziende dovrebbero seguire l’esempio della compagnia californiana.

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Lilith: la madre di tutti i mali

Diablo IV è esattamente ciò che mi aspettavo: enorme, bellissimo, appagante e assuefacente. In attesa di scoprire il supporto post lancio del gioco, posso dirvi che ogni cosa è perfettamente al suo posto, tanto sul piano dei contenuti quanto su quelli tecnici e narrativi.

Blizzard ha posto un segno pesante, un’impronta difficile da spazzare via, che può risultare la prima pietra nella costruzione di una nuova vetta qualitativa difficile da raggiunge, per chiunque.

Diablo IV - Recensione | ENORME, BELLISSIMO E ASSUEFACENTE

Diablo IV è esattamente ciò che ci aspettavamo: enorme, bellissimo, appagante e assuefacente. In attesa di scoprire il supporto post lancio del gioco, possiamo dirti che ogni cosa è perfettamente al suo posto, tanto sul piano dei contenuti quanto su quelli tecnici e narrativi. Blizzard ha posto un segno pesante, un’impronta difficile da spazzare via, che può risultare la prima pietra nella costruzione di una nuova vetta qualitativa difficile da raggiunge, per chiunque.

9.1
Diablo IV è esattamente ciò che mi aspettavo: enorme, bellissimo, appagante e assuefacente. In attesa di scoprire il supporto post lancio del gioco, posso dirvi che ogni cosa è perfettamente al suo posto, tanto sul piano dei contenuti quanto su quelli tecnici e narrativi. Blizzard ha posto un segno pesante, un’impronta difficile da spazzare via, che può risultare la prima pietra nella costruzione di una nuova vetta qualitativa difficile da raggiunge, per chiunque.

Pro

  • Gameplay sempre più rifinito
  • Un incredibile mondo aperto, ricco di cose da fare e da vedere
  • Libertà di gioco totale, anche nella creazione delle build
  • Trama più centrale e coinvolgente
  • Tecnicamente fa segnare tantissimi passi avanti rispetto al passato
  • Grande doppiaggio e un'ottima soundtrack

Contro

  • Spostarsi per il mondo di gioco, nelle fasi iniziali, sarà molto tedioso
  • Alcuni nemici sono meno ispirati di altri
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