Dishonored – Recensione Dishonored

Proporre nuove IP in questi tempi così grigi per il mercato è una vera e propria scommessa. Spesso queste scommesse falliscono miseramente, ma altre volte si rivelano dei successi tanto inattesi quanto clamorosi. Gli Arkane Studios hanno vinto questa volta: Dishonored è infatti un’autentica perla che non mancherà di colpirvi con il suo approccio classico e innovativo allo stesso tempo. Un titolo che ha generato un grande hype fin dai suoi primi annunci e che finalmente oggi possiamo toccare con mano per verificare se la trepidante attesa è stata soddisfatta. Gli sviluppatori inoltre sono gli stessi di Arx Fatalis e Dark Messiah of Might and Magic, un marchio di qualità non indifferente sotto la supervisione della grande Bethesda. 
 
Un corvo a Dunwall
Nel nuovo titolo targato Bethesda, vestiremo i panni del valoroso Corvo Attano, fidata guardia del corpo dell’Imperatrice di Dunwall Jessamine e della piccola Emily. Dunwall è una metropoli dal gusto vittoriano e dalle atmosfere parecchio steampunk, capitale di Gristol e dedita alla caccia alle balene come prima fonte di sostentamento. La città è purtroppo però flagellata da un’epidemia di peste dovuta a un’anomala invasione di branchi di ratti. Il gioco comincerà proprio con il nostro eroe di ritorno da una missione speciale nelle regioni confinanti a Dunwall alla ricerca di una cura per questo terribile flagello. La guardia purtroppo però non porta buone notizie all’imperatrice. Il tutto si complica quando dal nulla appaiono dei sicari armati di tutto punto che uccidono l’imperatrice e rapiscono la piccola Emily, sotto gli occhi impotenti di Corvo. Immediatamente il cortile si riempie di guardie e nobili congiurati che hanno scaltramente ordito il complotto e catturano così Corvo incolpandolo dell’accaduto.

Corvo però riesce presto a fuggire di prigione grazie all’intervento di alcuni fedelissimi alla corona e riceve anche i preziosi poteri dell’Esterno, una misteriosa entità che osserva gli accadimenti del mondo e  che dona al guerriero alcune abilità speciali al fine di osservarlo far trionfare la giustizia oppure semplicemente vendicarsi. Corvo dovrà quindi allearsi con i Lealisti, vendicarsi, liberare la giovane Emily e insediarla sul trono in maniera legittima. La vicenda non brilla certo per originalità a livello di plot ma sicuramente ambientazioni e personaggi sono ottimamente caratterizzati e poco stereotipati. Anche i dialoghi sono parecchio profondi e conferiranno alla trama delle sfumature interessanti. I personaggi infatti risulteranno tutti piuttosto schivi e dovrete faticare per ottenere delle informazioni interessanti. Da tutti questi piccoli dettagli potremo apprezzare a pieno l’ambientazione di gioco e comprendere maggiormente tutti i retroscena sulla trama e sul complotto al centro dell’intera vicenda. 

 
Libertà d’azione prima di tutto
Dishonored è difficilmente catalogabile e etichettabile. Contiene al suo interno infatti elementi stealth, action e sandbox. Il gioco ripesca a livello di gameplay da grandi classici come Deus Ex e Thief. Possiamo trovare dei richiami anche a Skyrim, con la voglia di esplorazione e di scoperta che si fa progressivamente sempre più forte. Nel gioco infatti avremo sempre la massima libertà di azione e potremo decidere in ogni momento quando e come effettuare una determinata azione. Dishonored procede con uno schema di missione dopo missione, con l’obbiettivo principale di eliminare uno dopo l’altro tutti i congiurati che hanno complottato per assassinare l’imperatrice. Uno dopo l’altro cadranno politici, cariche religiose e bellissime donne e il modo con cui eliminarli dipenderà esclusivamente da voi. In questo possiamo trovare gli elementi sandbox: nessuna strada preconfezionata bensì massima libertà di scelte e azioni. Nel corso delle varie missioni infatti il titolo, tutto in soggettiva, fa grande uso del teletrasporto, in questo caso definito traslazione, che vi consentirà di raggiungere varie zone in maniera semplice e immediata.

La traslazione è uno dei tanti poteri che l’Esterno vi conferirà all’inizio della vostra avventura. Potremo quindi con estrema semplicità raggiungere tutti gli angoli dei vari scenari con grande rapidità, facilità e con il minimo dispendio della barra del mana. Il level design perfettamente si adatta a questo tipo di potere con una Dunwall ricca di angoli e anfratti nascosti, dove potrete recuperare segreti e potenziamenti di ogni tipo. Potremo raccogliere anche delle rune da barattare con l’Esterno in cambio di nuovi interessantissimi poteri, dando in questo modo al gioco una potente virata gdr. I poteri a cui potremo attingere sono l’evocazione di gruppi di ratti per far divorare i nemici in tutta tranquillità, la vista attraverso oggetti fisici, la creazione di onde d’urto per confondere le guardie, il rallentamento del tempo, il controllo dei proiettili sparati dai nemici e infine la possessione di creature come topi o pesci per passare in maniera indiscreta i vari posti di blocco. Potremo in ogni momento, come già detto, decidere in che modo continuare l’avventura in maniera più stealth oppure con un approccio più diretto, lasciando quanti più morti sul proprio cammino. Questo naturalmente influenzerà la nostra condotta morale e quindi lo svolgimento stesso della trama. Maggiore sarà il grado di caos maggiore sarà l’attenzione prestata dalle guardie ma anche il degrado che potrete osservare nella città. Ad ogni azione corrisponderà quindi una reazione, anche piuttosto palese. I combattimenti corpo a corpo non sono da meno e mentre nella mano destra impugneremo una spada, nella sinistra potremo avvalerci di vari strumenti come lame, balestre e perfino pistole. Spettacolari in questo senso saranno le uccisioni in caduta libera.

 
A passeggio per la città
Per quanto riguarda l’art direction, Dishonored vede la cura sapiente di un grande maestro come Victor Antonov, il papà della mitica City 17 di Half Life 2. Questo significa che Dunwall avrà un aspetto sublime e nel contempo decadente, dove l’aspetto grafico l’avvicinerà ad un vero e proprio dipinto dell’Ottocento. Un esempio concreto di questa cura certosina per i dettagli è rappresentata dal Hound Pits Pub, l’hub dove potremo girovagare indisturbati, ricevere le nuove missioni e potenziare i nostri gadgets grazie al contributo del fidato Piero. Il level design la fa da padrone inoltre con ambientazioni tanto vaste quanto variegate che vi faranno sentire più liberi che mai. Spenderete molto tempo per esplorare tutti gli scenari per cercare i vari amuletii che fungono da perk per potenziare le proprie peculiarità. I dettagli sono moltissimi negli scenari, su tutti gli splendidi manifesti che tappezzano le strade di Dunwall.

Grandiosa anche la differenza nella caratterizzazione tra le parti più povere della città flagellate dal degrado e dalla peste e quelle ricche dei palazzi sfarzosi dei politici e delle persone che contano. I personaggi appaiono ottimamente modellati e dalle espressioni sempre convincenti, così come le varie ambientazoni. Piccolo neo è rappresentato da qualche bug di troppo nelle collisioni forse, ma nulla di più. Il sonoro vede un doppiaggio di livello altissimo e musiche assolutamente da atmosfera. Tutto bene quindi se non fosse per una longevità piuttosto bassa che vi porterà a terminarlo in sole otto ore. Bisogna mettere in evidenza però anche il fatto che le missioni secondarie sbloccabili sono parecchie e tutte sbloccabili gironzolando per Dunwall e ascoltando le interessanti conversazioni dei moltissimi personaggi non giocanti. Sarete anche invogliati a sperimentare tutti gli approcci possibili per superare una missione e quindi vi potrà capitare di passare numerose ore per riuscire a compiere quel dato approccio furtivo. Un vero peccato viste le grosse potenzialità a livello di gameplay. La spinta a rigiocarlo verrà data dalla presenza di finali multipli e dalla voglia di scoprire tutti i segreti, ma più di questo non c’è purtroppo. 

 
In conclusione
Dishonored è una vera e propria boccata di aria fresca in questo mercato saturo di seguiti e remake: un titolo che vi divertirà, vi farà sentire onnipotenti per i vari poteri a disposizione e soprattutto realizzato con estrema cura. La libertà di azione e la cura e la maestosità dell’ambientazione rendono questo titolo tanto imperdibile quanto divertente. Peccato però per la durata complessiva piuttosto scarsa, sempre che non decidiate per un approccio più tranquillo e ragionato all’intera vicenda. Un gioco che pesca a piene mani dall’esperienza del passato e si proietta in maniera molto convincente verso il futuro delle prossime produzioni videoludiche.    

 

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