DJ Star – Recensione DJ Star

More music for everybody….

Sviluppato da Game Life e distribuito da Deep Silver, arriva sul mercato Dj Star, ennesimo titolo musicale realizzato per la piccola console di casa Nintendo e dedicato al mondo dei dj. L’ambizioso progetto promette di mettere in condizione il videogiocatore di poter vivere una carriera virtuale da dj e di infiammare le piste da ballo tramite una riproduzione molto fedele di una consolle con tanto di giradischi, campionatore, banco effetti e filtri, ed addirittura la possibilità di avere un sequencer (tipologia di software usato per comporre musica) con un banco di ben 200 campioni per poter creare la propria hit.

Non c’è che dire, un titolo del genere, con tali premesse, può incuriosire ognuno di voi, ma sicuramente fa drizzare le orecchie di chi il dj lo fa sul serio nella vita. Partiamo subito col dire che questo titolo, che nelle varie preview apparse in rete è stato descritto come concorrente dell’imminente Dj Hero, in realtà con il titolo prodotto da Activision ha ben poco o forse nulla da spartire.

Infatti mentre Dj Hero riprende la formula vincente di Guitar Hero sia nella giocabilità che nell’utilizzo del controller dedicato, questo Dj Star in realtà si pone come una simulazione di missaggio vera e propria. Non verrà richiesto quindi come in Dj Hero di premere i tasti a tempo di musica al fine di far suonare una sola traccia o un Medley precedentemente mixato, ma bensì di simulare proprio il “passaggio” tra un disco e l’altro, con tanto di regolazione di velocità, crossfader, effetti e loop, tutti termini un po’ sconosciuti per chi non ha idea di come sia fatta una consolle per dj, molto familiari invece a chi ha già animato con la propria musica una pista da ballo.
 

Da grande voglio fare il dj….

Dj Star presenta diverse modalità di gioco: “Creazione”, modalità nella quale come già detto ci viene data la possibilità tramite un elementare sequencer, con tanto di tutorial dedicato, di poter comporre il nostro brano attraverso un set di 200 campionamenti e di poterlo salvare e scambiare con gli amici, modalità che tende ad aumentare la longevità del titolo, anche se 200 campioni sono molti per il piccolo DS ma pochi per avere ambizioni musicali serie; seguono la modalità “Libera”, nella quale potremo mixare senza limiti di tempo e senza paura di svuotare la pista, e quindi di potendoci esercitare come meglio crediamo, e la modalità “Sfide” nella quale potremo provare appunto tutte le sfide incluse nella modalità carriera sempre al fine di esercitarci.

Ma il fulcro di Dj Star è la modalità Carriera, nel display superiore del nostro DS ci viene illustrata con una grafica cartoonesca la storia che fa da sfondo a Dj Star, solo un pretesto per giustificare la vostra scelta di diventare dj. Nei panni del nostro alter ego virtuale ci troveremo all’ingresso si una discoteca con un gruppo di amici, imbottigliati nella classica fila nella speranza di entrare, speranza che, ahimè, sfumerà non appena il buttafuori ci avrà sbattuto la porta in faccia dicendoci poco gentilmente che l’ingresso è consentito solo su invito! Mentre sull’orlo di una crisi di nervi ci accingiamo a tornare a casa, la nostra attenzione viene catturata dall’arrivo del Dj della discoteca, che accolto come una Star e idolatrato dalla folla in delirio fa il suo ingresso nel locale scortato dal buttafuori: questo episodio farà scattare in noi la molla e la voglia di intraprendere la carriera del dj, e così avrà inizio la nostra avventura.
 

Seguiti e incoraggiati dallo stesso buttafuori poco cortese incontrato prima, la nostra gavetta virtuale sarà la più classica riservata a chi intraprende questa professione, niente di più scontato quindi, partiremo da una piccolo mix fatto per i nostri amici a casa nostra, poi una festa di compleanno e così via, finché il dj di un locale non darà buca e toccherà a noi sostituirlo. La nostra performance, se ben fatta, ci porterà al Galà del Dj e successivamente a diventare spalla del Dj famoso di turno ed infine, finalmente, alla nostra prima serata ufficiale in quel di Berlino, passando poi nel corso della nostra carriera per tutte le piazze più famose come Parigi, Ibiza, Londra, Detroit e via dicendo.

Con il trascorrere della carriera e il passaggio di livello sbloccheremo nuove canzoni, abbigliamento e nuove sfide, e sopratutto la nostra consolle migliorerà di volta in volta con piccole aggiunte come il campionatore, il banco filtri, effetti e le manopole per gestire alti e bassi. Niente da dire fino a questo punto, anzi diciamo pure che il contorno di Dj Star è quanto di meglio ci si possa aspettare da un titolo del genere, proponendo situazioni che in effetti in molti casi fanno parte della carriera di un vero dj.

 

Alla Consolleeeeeeeeeeeeeeeeeee!

L’interfaccia grafica scelta dai programmatori richiama molto quella delle prime versioni di Virtual Dj, noto software di missaggio audio in real time per Pc, se solo il titolo di Deep Silver avesse la metà del feeling di Virtual Dj potremmo gridare tranquillamente al miracolo, ma così non è.

Pennino alla mano il gameplay di Dj Star si dimostra subito al di sotto delle aspettative, la sensibilità al tocco sul giradischi virtuale è buona considerando gli spazi ristretti offerti dal display del DS e la risposta rimane soddisfacente anche sui cursori e su tutti i pulsanti della consolle relativi alle varie funzioni.

La Playlist che comprende circa 40 tracce include successi come Canned Heat dei Jamiroquai , World hold on di Bob Sinclair, Show me love, Lady Marmalade, Sound of Freedom, Infinity 2008, Last night a Dj saved my life e molte altre tracks conosciute dai frequentatori delle disco e dagli estimatori della musica dance; la lista delle tracce disponibili spazia dalla Dance alla House passando anche per l’Hip Hop e per qualcosa di Soul, tutto sommato anche in questo caso considerando i limiti del Ds il lavoro svolto dai programmatori può definirsi buono, le tracce sono campionate ad una frequenza decente e suonano abbastanza bene se pur con notevoli differenze di volume tra una traccia e l’altra, differenze che tra l’altro non possono essere livellate in fase di missaggio vista la presenza sul mixer del solo fader (il cursore orizzontale che permette di passare da un disco all’altro) e la totale assenza di cursori dedicati al volume di ogni singola traccia.
 

Una volta in consolle ci verrà chiesto di mixare un disco dietro l’altro regolando la velocità e intervenendo sul fader, di inserire campionamenti e filtri e di effettuare loop in tempo reale, niente paura il tutto non risulta difficoltoso a patto di avere un minimo di orecchio musicale, inoltre dovremo curare l’atmosfera della pista da ballo attraverso dei mini giochi che prevedono l’utilizzo del microfono per fare dei vocalizzi, il fare esplodere delle palline colorate a tempo e nella giusta sequenza o per esempio di raccogliere muovendo il pennino i gadget lanciati dai nostri fan sul palco e viceversa di lanciare regali in pista o di scansare i pomodori lanciati nel caso in cui non siate esattamente in un momento di grazia musicale; questi minigiochi chiamati “sfide” in verità poco c’entrano con la realtà del dj e sanno molto di riempimento ideato in fretta e furia e se vogliamo in maniera davvero infelice e superficiale.

Il nostro compito sarà quello di agire sulla consolle cercando di non commettere errori e creando una buona sequenza di brani, cercando di tenere la gente in pista fino al conseguimento dell’obiettivo che per esempio può essere quello di far ballare 200 persone per 70 secondi nei primi stage fino ad arrivare a 1000 e oltre nei livelli più avanzati di gioco; il tutto entro un tempo limite, si va dai 2 minuti ai 18 e anche oltre, insomma sempre per fare un esempio avremo 18 minuti per riempire la pista e all’interno di questo tempo limite dovremo riuscire a far ballare 1000 persone e quindi a tenerli in pista per 120 secondi, nel caso in cui riuscissimo a conseguire l’obiettivo molto prima dello scadere del tempo limite potremo decidere se interrompere la sessione e passare al livello successivo o se continuare la performance fino alla fine. Gli errori commessi ovviamente sfollano lentamente la pista da ballo e al contrario una buona sequenza di brani e un uso sapiente delle sfide e degli effetti ci consente di attirare gente fino ad arrivare al limite massimo di capienza del locale.

 

Fuori tempo

Tutto quello che di positivo Dj Star ha da offrire risiede nel contorno, perché una volta messe le mani sul mixer la situazione si fa a dir poco disastrosa. La base del lavoro del dj, come molti di voi sapranno, è quella di mettere a tempo due brani e di miscelarli in maniera tale da rendere tanto omogeneo il cambio del disco al punto da non farlo notare, per fare ciò bisogna agire sulla velocità del disco che dobbiamo mettere di seguito a quello che sta suonando e operare degli “aggiustamenti” al fine di far combaciare perfettamente le parti ritmiche, operazione che rappresenta la vera arte del dj e la vera anima del missaggio e che in Dj Star non solo risulta quasi impossibile da eseguire, ma non viene nemmeno premiata in alcun modo.

Regolare due brani in maniera perfetta è un’utopia vista la scarsissima precisione del sensore di controllo, tuttavia in soccorso ci viene il tasto “Auto” (presente anche in Virtual Dj) che dovrebbe mettere a tempo automaticamente, dico dovrebbe perché in realtà, per assurdo, nemmeno la funzione automatica riesce a regolare bene i due brani e per di più l’utilizzo di tale funzione vi penalizza durante la modalità carriera, specie nei livelli più avanzati, quindi in realtà il tasto “auto” serve a ben poco, o meglio a niente, e si riduce anzi all’essere un tasto da non toccare assolutamente.

In Dj Star mettere due tracce perfettamente a tempo (ammesso che ci riusciate) o miscelarle senza il minimo criterio, passando da una all’altra completamente fuori tempo, sortisce lo stesso identico effetto sulla pista e sulla vostra valutazione tecnica, l’unica cosa davvero importante è non far finire il disco prima di averlo miscelato con il successivo, l’assenza di musica infatti causa ovviamente lo svuotamento immediato della pista e il relativo game over.

Il fatto che il missaggio vero e proprio in questo titolo passi in secondo piano è palesato dall’innumerevole quantità di cose che ci vengono richieste durante la performance, ovvero toccare il disco che sta suonando al fine di simulare uno scratch, che di fatto mette le due tracce fuori tempo, completare delle sfide davvero stupide (come evitare il lancio dei pomodori o raccogliere gadget lanciati dai fan), e agire su effetti, filtri e interruttori loop o tasti del campionatore, insomma la possibilità di potersi dedicare al tentativo (vano nel maggiore dei casi) di eseguire un buon missaggio sono davvero nulle, quasi sempre infatti passerete da un disco all’altro completamente fuori tempo solo per necessità di doverlo fare in fretta visto che dovete dedicarvi a tante altre cose delle quali il dj nella realtà di solito non si occupa.

In fin dei conti quindi il gameplay di Dj Star si basa solo nel mettere una traccia dopo l’altra senza dare troppo peso al mix, e di dedicarvi a tutto il resto, visto che per altro un indicatore a schermo ci obbliga ad abbandonare la regolazione per eseguire delle azioni in momenti ben precisi, come lo spostamento del fader, la pressione di alcuni tasti, lo scratch, il dover agire sulla manopole dei bassi o sui filtri o la necessità di completare le sfide al fine di incrementare l’atmosfera in pista; in poche parole di simulazione di Dj in questo titolo non c’è ne nemmeno l’ombra, l’unico modo per dedicarsi alla miscelazione delle tracce è quello di utilizzare la modalità “Libera” che però, ai fini del gioco, non ci premia in alcun modo.

In Dj Star Tutto è davvero troppo approssimativo e lasciato al caso, si arriva alla fine del gioco, 14 livelli in tutto, senza aver mai avuto la sensazione di aver fatto qualcosa di bello o di gratificante, gli stage si susseguono uno dopo l’altro nella noia più totale con l’unico compito di premere tasti e tastini, senza la necessità di essere perfettamente a tempo di musica, fino al conseguimento dell’obiettivo.

Inoltre c’è da aggiungere altre note negative: il set di campioni da usare durante i mix è banale e stanca immediatamente, i filtri applicabili in real time sono solo tre, echo, filtro della alte frequenze e un filtro che aumenta i bassi provocando una distorsione controllata, ma parecchio fastidiosa, infine la funzione Loop, che dovrebbe letteralmente permettervi di selezionare una piccola parte del brano scegliendo tra due o quattro di quelle che in gergo tecnico si chiamano bpm (battute per minuto) e ripeterla all’infinito, funziona malissimo in quanto il risultato che avrete è un pezzo della vostra tracce che, si è vero, si ripete… ma totalmente fuori tempo.

Insomma, sempre parlando della modalità “libera” (perché in modalità “carriera” è fuori discussione che si possa ottenere un qual si voglia risultato sonoro accettabile) a meno che voi non siate dei mostri di pazienza e non abbiate una sostanziosa dose di fortuna il risultato delle vostre performance sarà musicalmente osceno.

 


La festa è finita, buonanotte a tutti e guidate con prudenza

Dj Star è un giocattolo, molto distante dalla simulazione, un giocattolo per di più fatto male, direi l’ennesima trovata furba che viene presentata come simulazione o come strumento con il quale creare la vostra musica, un titolo pretestuoso che non riesce minimamente a restituire nemmeno una delle sensazioni che un dj prova alla consolle e che non rende giustizia ad una delle professioni più belle del mondo (così dicono… e io confermo!).

L’approssimazione totale, lo scarso feeling con la strumentazione, l’impossibilità di eseguire un missaggio degno di essere chiamato tale e l’avvicendarsi di mini game squallidi, poco ispirati e che poco c’entrano con il lavoro in consolle fanno del titolo di Deep Silver un pessimo esempio di simulazione di dj, un giochino musicale fatto malissimo che non diverte e non gratifica, assolutamente lontano da Dj Hero con il quale è stato ingiustamente paragonato: mentre Dj Star viene infatti presentato come il simulatore di dj (che non è), Dj Hero invece evidenzia già dai trailer la sua anima da Rhythm Game classico e puro, niente di più e niente di meno.

Dj Star non è quindi un simulatore e non è nemmeno un Rhythm Game, ma solo un ibrido mal riuscito, è un titolo da lasciar perdere in maniera categorica sia che siate dei dj o semplicemente degli estimatori del missaggio, sia che siate semplici amanti di giochi musicali. Forse quest’ultimi possono anche dargli un’opportunità…. ma credo proprio che nessuno, in nessun caso, possa trarre da questo titolo una qualsivoglia forma di divertimento o anche solo un impressione positiva.

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