Dota 2 – Recensione Dota 2

Non tutti i capolavori vengono fuori dalle menti organizzate di un team di sviluppo. Comprando un titolo si ha spesso accesso all’editor di livelli, con il quale è possibile divertirsi a creare tutto ciò che passa per la mente. C’è però chi ha inventato un nuovo genere in questo modo: stiamo parlando dei sempre più famosi MOBA, acronimo per Multiplayer Online Battle Arena, che nascono dal mod di Warcraft 3 chiamato Defense of the Ancients (ebbene si, dove c’è successo c’è anche mamma Blizzard). Questa mappa  nel corso degli anni è diventata sempre più popolare, tanto che in casa Valve, dove ogni idea è stata trasformata in un successo, si è pensato subito ad uno stand-alone che potesse accogliere tutti gli amanti dell’originale.
 

 
 
 
“Uno scacchi 5 contro 5”
 
L’esperienza si suddivide in singole partite che possono durare dai 15 minuti ad un’ora buona, durante la quale l’obiettivo principale è distruggere una struttura ben precisa nella base nemica, cercando al contempo di difendere a tutti i costi la propria. Il campo di gioco è sempre lo stesso ed è speculare: due basi, che sorgono su una piccola altura negli angoli in basso a sinistra e in alto a destra della mappa, sono collegate da tre strade che seguono i lati e la diagonale di un quadrato e sono separate da un fiume che taglia la mappa a metà e segna il confine fra i due territori. Le basi che rappresentano le due fazioni in guerra si chiamano “The Radiant” e “The Dire” e non solo mettono a disposizione delle torri difensive lungo le proprie linee, ma mandano periodicamente all’attacco delle piccole orde di soldati, guidate dall’AI, che attaccano tutto ciò che gli si para davanti. 
 
L’impostazione della partita non si limita però alla sola scelta della fazione. Potrete scegliere tra un centinaio di eroi differenti quello che secondo voi è più forte, più sinergico accanto ai propri alleati o più di aiuto in particolari situazioni. Proprio come se giocaste ad un GDR ogni eroe ha tre attributi, Strength, Agility, Intelligence, e uno di questi è l’attributo primario che aumenta più velocemente degli altri ogni qualvolta si sale di livello. Ma un guerriero di massimo livello non combatte di certo in calzoncini. Quel che serve, oltre all’esperienza, è anche una buona parcella, ricavata ovviamente dalla distruzione delle strutture, dall’uccisione delle piccole orde nemiche e soprattutto dai nemici stessi. Anche qui vi aspetta un bazaar pieno zeppo di oggetti con statistiche e abilità magiche differenti, pronto a rendervi sempre più specializzati nel vostro ruolo con il passare del tempo.
 
 

“Welcome to Dota, you suck”
 
Come avrete già intuito, non è il classico titolo che chiunque può prendere in mano e apprezzare in tempi brevi. Le meccaniche di fondo alzano la curva di apprendimento e l’elevatissimo numero di oggetti e eroi (ognuno con 4 abilità differenti) non semplificano di certo il lavoro. La Valve però ha rimediato a questo problema implementando un sistema che permette ai nuovi arrivati di giocare in cooperativa contro dei Bot, mentre nel caso in cui si voglia cominciare a prender le misure contro gli altri player ci pensa il sistema di matchmaking a sistemare i giocatori nella categoria più consona al loro livello di bravura. Non solo, tutti gli oggetti e gli eroi sono stati bilanciati nel corso degli anni tramite i feedback dei giocatori più esperti, in modo tale che ad ogni livello le partite siano equilibrate al massimo. 
 
Le modalità di gioco sono molteplici, ma sostanzialmente cambiano solo il modo in cui vengono scelti gli eroi. Tra le più giocate abbiamo la modalità base, chiamata “All Pick”, che permette di far scegliere liberamente l’eroe che si vuole usare; occhio però a farvi battere sul tempo, perchè non esistono cloni e chiunque può fregarvi l’eroe che volevate giocare. Un approccio più divertente è senz’altro la modalità “All Random”, dove tutti ricevono un eroe a caso dalla lista: in questo modo viene premiato chi è abituato a variare il proprio ruolo. Tra tutte però spicca la “Captain Mode”, nonché la modalità più competitiva, che permette ai capitani delle due squadre, a turno, di togliere dalla partita determinati eroi e di sceglierne altri. Questa fase di Pick e Ban può durare più di 5 minuti e serve proprio per cercare di impostare una strategia ben premeditata e che possa agevolare la squadra a vincere con più facilità.
 
 

Cura dei dettagli in stile Valve
 
È vero, son tutti bravi a prendere un mod di successo e a trasformarlo in uno stand-alone che possa esser degno del proprio nome. La differenza però sta nelle piccole cose, e a quanto pare in casa Valve le idee non mancavano. Innanzitutto ogni eroe ha un set di voci che non si limita alle solite 4 o 5 frasi fatte: a seconda dell’azione impartita l’eroe avrà un commento a riguardo, interagendo eventualmente con gli eroi nemici. Infatti, seguendo le storie fornite nelle descrizioni degli eroi, capiamo subito che molti sono in conflitto per i motivi più disparati ed è una vera chicca sentir loro sfogare queste rivalità durante le battaglie.
 
Altra feature molto interessante sono gli oggetti cosmetici. Gli sviluppatori non si sono accontentati di fornire texture o modelli differenti degli eroi, ma con l’aiuto del Workshop (esattamente come è stato fatto per Team Fortress 2) son stati messi a disposizioni interi set di oggetti che cambiano l’estetica degli eroi. Spadoni, armature intere, persino modificatori di abilità, rendono il gioco completamente personalizzabile. Tutto questo è stato realizzato con una grafica veramente dettagliata, il gioco è scorrevole al massimo del dettaglio con un computer di fascia media e per abbracciare anche gli utenti con un pc vecchio son state messe a disposizione delle opzioni video molto mirate, rendendo il motore scalabile.
 
Al momento questo titolo è nelle fasi finali della closed-beta, ma completata questa fase non ci sarà alcun bisogno di comprarlo o di pagare l’abbonamento, sarà al 100% gratuito. Ha uno shop all’interno del client dove poter comprare gli oggetti cosmetici che, se si è fortunati, possono essere acquisiti anche alla fine di ogni partita e, cosa molto importante, non favoriscono in alcun modo il giocatore che li possiede, ma sono esclusivamente estetici.  
 
 
 
“Practice makes perfect”
 
O se preferite “la pazienza è la virtù dei forti”, direi che sono le citazioni più azzeccate per un prodotto tutto da scoprire. Se volete immergervi in questo mondo vi consiglio di armarvi di calma, costanza e voglia di imparare, esattamente come se decideste di dedicarvi ad un nuovo sport partendo da zero. Qui la competitività è portata alle stelle, nell’era in cui i player professionisti saltano fuori come funghi e si sfidano in diretta mondiale, tramite canali di live streaming, per accaparrarsi premi in denaro molto succulenti. Chi invece vorrà provare con un approccio più da casual gamer, non si godrà appieno l’ennesimo capolavoro targato Valve. In ogni caso, nonostante sia un prodotto in via di sviluppo, è veramente semplice trovare una key che ne garantisca l’accesso: merita almeno una prova.

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