Encased – Recensione

Recensito su PC

Encased, senza troppi giri di parole, potremmo definirlo come un prodotto fuori tempo massimo, ma proseguite la lettura per capire perché e per una maggiore contestualizzazione di questo (apparentemente) violento giudizio, esperendo con noi il primo impatto con il titolo, poi confermato dalle successive ore di gioco.

Encased è un RPG Tattico ambientato in quella che non è sbagliato definire ucronia, una versione del nostro 1970 nella quale un’enorme cupola di vetro viene scoperta nel bel mezzo di un remoto deserto; l’artefatto ovviamente richiama l’attenzione di moltissimi sguardi interessati, chi spinto a scoprire la natura stessa di questo mistero, chi pronto a mettere le mani su qualsiasi profitto ne consegua, chi ci vede semplicemente l’opportunità per una nuova vita.

Encased

Sta a noi decidere chi interpretare, con un’intro dedicata alla selezione del personaggio che, se dal punto di vista narrativo coinvolge quanto il canovaccio spiegatoci poco prima con qualche riga di testo e immagine statica, già è chiaro esempio di dove il titolo vuole esteticamente e meccanicamente andare a parare.

Encased

Chiudete gli occhi e pensate intensamente al primo Fallout, quello del 1997; bene, se ora li apriste con Encased davanti a voi, fareste felice Joseph Plateau e la sua teoria di persistenza della visione. È palese che il Post Nuclear RPG per eccellenza sia la reference principale per il team di Dark Crystal Games, sia dal punto di vista visivo (la UI ce lo ricorda davvero molto) sia dal punto di vista delle gestioni delle statistiche del personaggio, per quanto evolute rispetto a quanto fatto da Bethesda più di 2 decenni fa.

Leggere le singole statistiche può essere assolutamente interessante, ma queste rappresentano un valore superficialmente implicito che, ne siamo certi, si potrà vedere all’opera solamente dopo un po’, particolarità che rende le tabelle iniziali uno sforzo che non corrisponde a un effettivo beneficio per chi gioca.

Encased

Ai primi click, però, ci troviamo già immersi in un contesto che promette di farci dimenticare molto presto della stortura di naso di poco prima, un po’ per il suo essere in media res (ci troviamo infatti già verso la fine del nostro viaggio verso l’ingresso della cupola), un po’ per quell’appena accennato feel di ineluttabilità (chi entra nella cupola non può uscirne senza, per qualche motivo, sottostare a una terribile morte).

In base infatti al ruolo da noi scelto secondo i criteri di C.R.O.N.U.S. (il Comitato per la Ricerca di Oggetti Non-USuali), gruppo creato poco dopo la scoperta della Cupola, potremmo far partire il nostro personaggio nella Black Wing, una forza di polizia paramilitare parecchio portata alla violenza, o nella Blue Wing, la sezione degli ingegneri, o ancora nella più manageriale Green Wing, perfino nella Orange Wing fatta essenzialmente di criminali. Come in altri titoli del passato (Cyberpunk 2077, sto guardando te), questa nostra scelta cambia l’incipit narrativo solo nell’intro, poi adeguandosi al plateau narrativo che compone la “campagna” di Encased, se non per qualche dialogo nel quale i comprimari riconoscono la Wing alla quale apparteniamo.

Encased

Le prime interazioni con personaggi e ambienti sottolinea ancora di più il pilastro creativo che Fallout ha sicuramente rappresentato per il team, ma, proprio in funzione di questa sottolineatura, si nota il primo forte contrasto: se la UI è un rifinito e attento wall of text, pieno di dialoghi ben scritti e che danno sicuramente l’idea di un ottimo lavoro a livello di narrative design (con personaggi reali ognuno con motivazioni comprensibili), gli asset in-game non godono della stessa fortuna; personaggi e ambienti sono infatti generici e piuttosto anonimi, tanto che la nostra prima impressione è stata quella di avere davanti a sé uno di quei pacchetti di asset gratuiti che a volte i vari motori grafici regalano ai suoi utenti.

Encased

Dopo una sezione esplorativa affrontabile, secondo le abilità del nostro personaggio (una fanatica delle armi di 34 anni con poco carisma ma percezione e intelletto alti), in almeno 2 modi, arriviamo finalmente al primo combattimento; non senza una certa difficoltà riusciamo a capire al meglio la strategia da utilizzare per avere la meglio e, pur sopravvivendo, rimaniamo con pochissima vita e nessun elemento curativo. Spinti dallo spirito esplorativo e dalla speranza di trovare qualcosa con cui migliorare il nostro stato di salute, arriviamo in una zona fortemente radioattiva e tossica che ci uccide in una manciata di secondi, costringendoci a ricaricare il salvataggio.

Questa potrebbe essere la descrizione di molti dei nostri incontri ostili, ma Encased sicuramente ha il pregio di non essere punitivo in modo sadico, nei confronti del giocatore: come molti altri, pretende solo che si “impari” il suo linguaggio, come da tradizione CRPG. Un plauso va anche alla scelta coraggiosa di non includere level scaling, ma va fatto notare che un pulsante dedicato all’accelerazione del combattimento in sé sarebbe stato molto gradito, soprattutto vista la lentezza e legnosità delle animazioni. Encased ci costringe però ad assumere un tono tutt’altro che pacifico nel contesto dei companion, soprattutto riguardo al loro comportamento in battaglia: alla stregua di Trico di The Last Guardian, impartire degli ordini e vederli eseguiti sono due mondi talmente distanti da risultare impossibilitati a incrociarsi.

Encased

Un ultimo cenno lo vogliamo dedicare all’esplorazione: scoprire gli ambienti e le aree di Encased è interessante, complice un leggero ma visibile (almeno all’occhio attento) lavoro di environmental storytelling che aiuta il senso di immersione, ma il palco crolla nel momento in cui l’ennesima cassa contiene l’ennesimo elemento “spazzatura” del quale non possiamo farci niente, visto anche il suo ovviamente scarso valore commerciale; tutto questo va anche contestualizzato in una meccanica di crafting che è sempre al limite della frustrazione.


Encased è un titolo chiaramente ideato e realizzato in nome della passione profonda per i più classici esponenti del genere RPG. Questo però rende quasi obbligatoriamente impliciti alcuni limiti del genere che, semplicemente, non invecchiano poi così bene: statistiche fin troppo numerose e senza palese e immediata valenza di gameplay, una legnosità delle animazioni un po’ eccessiva, uno storia che può essere percepita e vissuta solo attraverso interminabili muri di testo. Se la passione bastasse a fare un buon gioco, Encased sarebbe un assoluto successo, ma i pregi che possiamo trovare in quest’opera non bastano a risollevarla dal suo status di “gioco uscito fuori tempo massimo”.

7

Pro

  • Il setting e l'iniziale sprint narrativo sono piacevolmente originali
  • C'è del piacevole environmental storytelling
  • La UI è curata...

Contro

  • ... ma un troppo esigente wall of text
  • Le sessioni di combattimento risultano legnose
  • Il crafting è tedioso e a tratti frustrante
Vai alla scheda di Encased
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