Fable: The Journey – Recensione Fable: The Journey

Il Kinect, così come Playstation Move, non è stata una periferica particolarmente fortunata. Le due periferiche hanno le loro sfortune sotto diversi punti di vista: Move ha un buon funzionamento, ma praticamente nessun gioco decente con cui utilizzarlo. Kinect, al contrario, ha parecchi giochi, alcuni anche molto ben fatti, ma subiscono i pesanti problemi di rilevamento della periferica stessa. Stavolta però ci mettono le mani direttamente i loro creatori, la Microsoft, assieme ai Lionhead Studios. Riusciranno quindi a creare un titolo che utilizzi il Kinect in maniera certosina?

 

 

Quella cavalla lì non è la stessa più~

Il protagonista di questo gioco si chiama Gabriel, ed è un ragazzino appartenente ad una tribù di nomadi. Viaggia insieme alla sua carovana continuamente, facendo trainare la sua carrozza dalla bellissima cavalla Stella, cavalla con cui ha uno stupendo legame di affetto e fiducia. Peccato solo che Gabriel sia un po’ un combinaguai: ha sempre la testa da un’altra parte, a pensare a fantasie di eroi e di avventure, con la conseguenza che molto spesso si addormenta anche durante i tragitti dei loro viaggi. Ed è quello che purtroppo, accade anche questa volta. Durante una tranquillissima cavalcata, Gabriel si abbandona al sonno, svegliandosi solo dopo diverso tempo a causa della pioggia, e con il resto della carovana finito chissà dove. Il ragazzino dunque cerca di recuperare terreno, ma il caso vuole che una volta raggiunti i suoi compagni, un fulmine cade proprio sul ponte che li sta dividendo, costringendo il carro di Gabriel a cercare una strada alternativa. Ed è a questo punto che i sogni di Gabriel si mutano in realtà. Il suo viaggio per raggiungere la carovana infatti si trasformerà, suo malgrado, in un’avventura piena di magia volta alla salvezza del mondo.
 

 

 

Non è la stessa più, non è la stessa più~

Chiariamo innanzitutto una cosa: in questo gioco, possiamo giocare da seduti! Sì, niente più sessioni di gioco Kinect in piedi a muovere gambe e braccia di qua e di là, questa volta possiamo stare comodi ed effettuare movimenti molto calmi e ponderati. 
Questo capitolo di Fable si divide in due diverse sezioni principali: quelle di guida e quelle di battaglia. Vediamo di cosa trattano.

Iniziamo con la fase di guida. In questi spezzoni di gioco ci ritroveremo sopra il nostro carro, redini alla mano, a guidare l’andamento di Stella, la nostra bella cavalla. Le strade son sempre molto lineari, i bivi son molto rari, quindi lo scopo principale di questi punti è quello di non andare a far sbattere Stella, proteggendo le sue energie da muri e altri ostacoli come terreni sconnessi che possano ferire la creatura. Ci basterà tenere le mani e le braccia come se stessimo con delle redini nei pugni, e portando avanti un braccio e indietro l’altro, potremo sterzare. Facendo un rapido movimento in alto e poi in basso, schioccando quindi le redini, faremo accelerare Stella, che può andare dal passo, al trotto, fino al galoppo, oltre ad avere a disposizione uno scatto con cui consumerà una barra di stamina, che si ripristina da sola. Portando le mani verso il petto la faremo decelerare, in caso ci trovassimo in punti con territori poco sicuri e fossimo costretti ad andare al passo per non ferire Stella, mentre portando improvvisamente entrambe le braccia verso l’alto potremo farla fermare di scatto.
I comandi per la guida sono dunque molto semplici e intuitivi, e nelle pause potremo anche spazzolare la nostra cavalla e darle cibo, ma le cose non finiscono qui. Innanzitutto per le strade troveremo delle sfere di esperienza dal diverso colore. A seconda di questo, potranno essere afferrate solo andando ad una certa velocità, rendendo la guida molto più varia. Con questa esperienza avanzeremo di livello e potremo comprare delle nuove abilità sia per le sessioni di guida, sia per le fasi a piedi di cui parleremo a breve.
In più, spesso, troveremo sulla nostra strada alcuni cerchi rossi. Fermando la nostra cavalla su di essi daremo il via a interessanti sessioni opzionali che possono trattare semplici incontri con chiacchierate, o combattimenti inaspettati, che porteranno senz’altro a livelli più alti la nostra esperienza di gioco.

Parliamo ora invece della seconda sezione, quella a piedi. Una volta che Gabriel avrà trovato delle speciali manopole magiche, diventerà in grado di scagliare potenti incantesimi. Durante questi tratti di gioco, non saremo noi a decidere l’andatura del nostro viaggio ma il tutto diventerà molto simile ad uno sparatutto su binari. Il nostro personaggio si muoverà quindi da solo per i dungeon, con l’abilità di sparare ben 5 incantesimi, due per la mano sinistra e tre per la destra, così come anche, alzando il gomito, il potere di ergere una barriera che rifletta al mittente i loro proiettili di vario genere. 
In ogni caso, all’inizio avremo accesso solo a due magie. Una di queste è il lazo, con cui avremo modo di afferrare nemici e sbatterli da una parte all’altra, o anche afferrare leve ed altri oggetti, mentre il secondo incantesimo è il fulmine, che sono però perlopiù dardi di energia da sparare a mitragliatrice contro i nemici. Con il proseguire della storia acquisiremo comunque, oltre alle altre magie, anche potenziamenti vari per quelle che già possediamo. 

Nonostante in termini di precisione sia di molto superiore ai giochi a cui siamo abituati, il Kinect ancora fatica, in realtà, a riconoscere tutto alla perfezione. E se nemmeno la Microsoft stessa è riuscita a programmare al meglio un gioco per questa periferica, deve significare necessariamente che il Kinect ha diversi problemi di fondo, ai quali comunque i ragazzi della Lionhead hanno ovviato con alcuni "trucchetti" come un minimo di mira autoguidata, e un potere per cambiare direzione ai colpi sparati.
 

 

 

Un viaggio richiede costanza

E la costanza viene aiutata anche da quanto un gioco riesce a prenderti. Vediamo dunque la scheda tecnica di questo interessante spinoff di Fable. Graficamente è molto ben fatto. Riesce a prendere perfettamente lo stile della serie principale e riproporlo in una avventura in prima persona, con una realizzazione di ottimi modelli, ma ha un problema piuttosto pesante di caricamento delle texture. Il comparto audio ci dona buone musiche e un discreto doppiaggio italiano, mentre la storia, soprattutto se giocata con una conoscenza degli altri capitoli di Fable, è in grado di regalarci emozioni inaspettate. Il tutto è completabile, compreso di zone opzionali, in una decina di ore.
 

 

 

In conclusione

Fable: The Journey è la prova finale che creare giochi per il Kinect che abbiano una risposta ai comandi perfetta è molto difficile, se non impossibile, probabilmente per limiti stessi della periferica. In ogni caso il lavoro fatto lo rende senz’altro molto superiore rispetto a qualunque altro titolo per Kinect, rendendolo già solo per questo un must have per tutti i possessori del rilevatore made in Microsoft. In ogni caso, è anche un buon titolo, divertente da giocare, anche se purtroppo, finito una volta, non dà molti spunti per ricominciare. Una bella esperienza, comunque, che farà felice qualunque appassionato della famosa saga di giochi di ruolo per Xbox.

 

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