Ghost Recon Breakpoint – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Ci rivediamo a quasi una settimana di distanza dalle nostre prime impressioni su Ghost Recon Breakpoint, pronti con la nostra recensione di questo nuovo titolo targato Ubisoft, testato su console PlayStation 4. Confermiamo pienamente le nostre sensazioni iniziali. La completa e perenne sensazione di essere seguiti e braccati è il leitmotive di questa nuova avventura dei ghost. Dopo l’incidente aereo siamo soli su un isola in mezzo all’oceano con la speranza di ritrovare qualche compagno ancora in vita.

Ghost Recon Breakpoint

La spinta verso uno stile di gioco realistico si avverte molto. L’introduzione del camuffamento e del mimetismo hanno fornito quell’aspetto tattico-militare che un po’mancava in un titolo del genere. L’isola di Auroa, anche se fornisce una diversità ambientale leggermente inferiore rispetto alle terre boliviane di Wildlands, aiuta con la sua vegetazione a renderci invisibili agli occhi dei nostri nemici. Altre interessanti novità sono rappresentate dall’introduzione dei livelli, del loot e del nuovo meccanismo di progressione del personaggio. Anche se i fan di lunga data sono stati titubanti sino alla fine, sembra che queste novità soddisfino tutti e non alterino l’esperienza finale di gioco.

Un gioco difficile: tutto merito del realismo

Sia durante le nostre prime ore di gioco che per tutta la durata della nostra esperienza, abbiamo notato che l’asticella della difficoltà si è alzata rispetto a Wildlands. In realtà la sensazione del difficile è la diretta conseguenza della ricerca di realismo. Ghost Recon Breakpoint è un gioco quasi perfettamente allineato con una realtà operativa militare.

Per gli amanti dei military action shooting, vi possiamo garantire che il divertimento non mancherà. Non si tratta solo di correre, sparare e nascondersi. Ghost Recon Breakpoint è ben di più: dovrete capire dove e come correre, come e quando sparare e dove e quando nascondervi, tenendo sempre presente che anche azioni più banali possono attirare l’attenzione della pattuglia di turno.

Ghost Recon Breakpoint

Il fattore realismo si riflette non solo sui movimenti ma anche sulla gestione delle armi e dei ripari. Con riferimento al primo aspetto dovete fare attenzione al momento esatto in cui estraete l’arma. Se avete appena finito di correre una maratona la vostra mira non sarà di certo infallibile. Controllate sempre la vostra stamina prima di premere il grilletto. Un’altra feature inserita in Ghost Recon Breakpoint, sempre con riferimento alla gestione delle armi, è il momento della ricarica. Vi è un enorme differenza in termini di tempo tra ricaricare l’arma con il caricatore vuote e semivuoto. I tempi variano sensibilmente nell’una o nell’altra situazione, per cui curate sempre con attenzione questo aspetto.

Per quanto riguarda la gestione del riparo, sono state riviste completamente le animazioni. Vi sono, però, ancora delle lacune da sistemare. A volte il personaggio volge le spalle in maniera del tutto innaturale rispetto alla direzione del fuoco nemico, nonostante l’input della levetta analogica sinistra del nostro pad. Inoltre, lo sporgersi dal riparo con l’arma presenta dei lievi bug per cui succede, diverse volte, di sparare allo spigolo del muro invece che al nemico.

Conosci il tuo nemico

Cole D. Walker torna in Ghost Recon Breakpoint. Ne abbiamo preso atto nei primi istanti di gioco. Capire qual è il suo vero piano per l’isola di Auroa sarà la nostra missione principale. Ma non scordiamoci che prima di tutto dobbiamo salvarci e vi possiamo assicurare che, anche giocando a difficoltà normale, non sarà una passeggiata.

Sentinel e Lupi: sono questi i nomi dei nemici che dovrete affrontare. I primi sono membri di un esercito mercenario e sono veramente sparsi ovunque sulla mappa. Anche se possono sembrare deboli e poco armati il loro numero rappresenta la loro vera arma. I lupi invece sono dei veri clienti scomodi. Armati fino ai denti, supertecnologici e con competenze avanzate di tattiche di combattimento, vi renderanno la vita veramente difficile. Anche perché loro hanno lo stesso addestramento e la stessa esperienza dei Ghost.

Ghost Recon Breakpoint

Ci dispiace per voi, ma l’elenco dei cattivi non è ancora finito. Non dobbiamo temere solamente le persone in carne e ossa, ma anche le varie macchine supertecnologiche che il simpatico Cole D. Walker, con l’ausilio della tecnologia e i mezzi della Skell Tech, ha riservato per noi. Droni pattugliatori, aerei ricognitori, torrette lanciamissili e robot con torrette mitragliatrici. Queste sono solo alcuni dei miracoli tecnologici che avrete modo di apprezzare una volta giunti sull’isola.

Sia che subiate l’attacco da parte dei Sentinel o dei Lupi, il meccanismo di ingaggio è molto simile ma dovete stare attenti al contesto in cui si opera. Ogni vostro passo falso (o rumoroso) attirerà il nemico che, si vi scoprirà, chiamerà a sé rinforzi di ogni genere. Vi possiamo assicurare che riuscire a sopravvivere, quando un Behemoth (un drone di esplorazione superarmato) si accorge di voi,  è un impresa tutt’altro che semplice.

Il significato della parola open world

La saga di Ghost Recon ci insegna che non esiste una regola standard per portare a termine un determinato obiettivo. L’importante è il risultato. Il come e il quando spetta a voi. È sulla scia di queste parole che ci sentiamo di dirvi che l’aria open world che si respira in Ghost Recon Breakpoint è molto piacevole.

La fase pianificatoria di una missione, sia essa principale o secondaria, passa dall’analisi delle varie modalità con cui gestire le situazioni.

Auroa, un’isola piena di misteri

Il nuovo capitolo della saga dei Ghost è ambientato ad Auroa, un’isola immaginaria situata in un remoto arcipelago nel mezzo dell’Oceano Pacifico del sud, quasi vicino all’Antartide. Questa è la sede della Skell Technology, un colosso industriale capitanato dall’evanescente Jace Skell, che aveva come core business quello di migliorare la vita delle persone con l’ausilio di avanzati prodigi tecnologici.

Gli abitanti dell’isola non sono rimasti impassibili a questa situazione e hanno costruito Erewhon, che funge da social Hub del gioco. Le cose che possiamo fare qui sono molte. Si possono incontrare nuovi ghost e stringere nuove alleanze e amicizie. Si può accedere al tabellone obiettivi e consultare le statistiche di gioco. Si può poi recarsi al negozio di Maria dove migliorare le caratteristiche del personaggio e comprare e vendere equipaggiamento, armi e consumabili.

Ghost Recon Breakpoint

Auroa, al momento della redazione della presente recensione, è suddivisa in 20 province tutte esplorabili. Per potersi spostare su questa immensa isola possiamo, come succedeva in Wildlands, utilizzare i mezzi e i veicoli presenti nel gioco. Ghost Recon Breakpoint introduce, però, anche un altro modo per spostarsi in maniera ancora più rapida, i bivacchi. Questi sono dei rifugi temporanei in cui recuperare energia, applicare dei bonus, scegliere la dotazione di combattimento e l’ora del giorno in cui passare all’azione.

Come anticipavamo nella nostra premessa, Ubisoft ha spinto maggiormente sulla componente narrativa. Infatti tra missioni principali, secondarie  e quelle legate alle fazioni, dovrete riuscire a scoprire tutta la verità che si cela dietro al mistero di Auroa. Giocheranno, in questo senso, un ruolo fondamentale gli indizi e i documenti che raccoglierete esplorando l’isola. Questi ultimi, oltre a rivelare parti della storia importanti, servono anche a individuare la posizione di armi ed equipaggiamento.

Le contaminazioni fanno bene

La saga videoludica di Ghost Recon si è sempre distinta per il fatto di non aver mai snaturato la sua identità, anche se le pressioni esterne della concorrenza sono progressivamente diventate insistenti e pericolose. La moda dei looter shooter non ha lasciato impassibili gli sviluppatori di Ubisoft che con molta – anzi, moltissima – moderazione hanno deciso di introdurre delle logiche di grinding. Attenzione però: non saltiamo a conclusioni affrettate.

La crescita del personaggio viene valorizzata da un livello generato dalla qualità di armi ed equipaggiamento. Per entrambi vi sono dei livelli di rarità che permettono di ottenere dei bonus passivi che migliorano la giocabilità ma non aumentano il danno dell’arma. La crescita e lo sviluppo dei personaggi passano necessariamente dallo skill tree, l’albero delle abilità. Qui si possono spendere i punti abilità ottenuti in-game per sbloccare dei talenti particolari. Questi vengono chiamati tratti e servono a specializzare il personaggio.

Ghost Recon Breakpoint

La specializzazione dei personaggi, oltre al tratto, è definita anche dalle classi. Al lancio sarà possibile scegliere tra 4 classi disponibili, sbloccandole dall’albero delle abilità. Ognuna di esse è caratterizzata da tecniche, oggetti e competenze ben specifiche.

ghost recon breakpoint recensione ps4

Al momento ve ne sono solo quattro, ma nella roadmap sono già state previste di nuove. Per chi proviene da Ghost Recon Wildlands troverà delle analogie con le classi utilizzate nelle terre boliviane. In Ghost Recon Breakpoint il concetto viene ripreso in ottica di specializzazione. La classe caratterizza fortemente il gameplay del personaggio nonché il nostro stile di gioco. Questo aspetto, può essere marginale o poco apprezzato in solitaria ma diventa fondamentale in co-op, specialmente in Ghost War.

Ritorna il gunsmith, con le stesse modalità apprezzate in Wildlands. Le armi potranno essere personalizzate in base alle proprie esigenze e situazioni. Alcuni componenti possono apportare dei lievi miglioramenti alle statistiche e ai passivi ma senza stravolgere il danno base dell’arma.

Ghost Recon Breakpoint

Gli sviluppatori, per andare incontro alle esigenze della community e aumentare il livello di profondità del gioco, hanno inserito le varianti arma. Per alcune tipologie di arma sono state previste delle versioni specifiche a seconda del contesto operativo che si va ad affrontare. Questo aspetto è molto importante anche in funzione della specializzazione del personaggio. Come vedete non si tratta solo di abilità e tratti, ma anche di armi. Bisogna insomma preparare il nostro ghost a 360°.

Ghost Recon Breakpoint

Da soli o in compagnia?

Rispondere a questa domanda non è facile e si rischia di andare sul personale. La nostra esperienza in Ghost Recon Breakpoint, anche per esigenze strettamente legate al tempo, è stata principalmente condotta in single player. Giocando senza compagni ci si può concentrare maggiormente su aspetti contestuali e si può anche perdere tempo in esplorazioni e test tecnici sul campo.

Vi è però un aspetto da segnalare: gli sviluppatori hanno deciso di eliminare i bot comandati dalla IA. Questa decisione fa capire l’intento dietro lo sviluppo di Ghost Recon Breakpoint. L’importanza del team. L’introduzione dell’hub social fa da catalizzatore verso questa svolta collaborativa del gioco. Noi abbiamo apprezzato questa decisione, anche perché grazie a quest’ultima feature ci siamo divertiti a giocare qualche ora assieme ad altri ghost.

Ghost Recon Breakpoint

L’esperienza in co-op è bellissima, sia in fase di combattimento che in fase pianificatoria. Insieme si decide che tipo di approccio seguire. Ricognizioni in elicottero, con i droni e mediante l’utilizzo del binocolo, il tutto scambiando battute e aneddoti. Sembra veramente di essere lì ad Auroa con dei soldati veterani.

Ci si guarda e ci si copre le spalle a vicenda. Si chiamano gli ingaggi, ritirate e ripiegamenti di fronte. Se la situazione lo richiede si pianifica la fuga, con il nostro compagno che arriva per procedere all’estrazione.

Ghost Recon Breakpoint

Concludiamo la nostra recensione di Ghost Recon Breakpoint con una menzione particolare per Ghost War. Al momento sono disponibili due modalità, eliminazione e sabotaggio.

In eliminazione dobbiamo confrontarci in una modalità in stile deathmatch 4 contro 4 con l’unico scopo di sterminare la squadra avversaria. Nella modalità sabotaggio, invece, il nostro compito e piazzare o disinnescare una bomba, compito reso difficile dall’altra squadra.

L’unica pecca al momento è il numero di mappe giocabili: per ora vi sono infatti solo 5 scenari operativi, che rischiano di diventare presto troppo ripetitivi.

Questa volta i progressi della modalità Ghost War, non rimarranno sigillati in questa modalità ma verranno condivisi nel gioco normale. In questo modo chi predilige una modalità piuttosto che un’altra non si troverà penalizzato in alcun modo ai fini della crescita del personaggio.

Ghost Recon Breakpoint

L’ingiustificato polverone sulle micro-transazioni sembra ormai passato anche se per molti è stato un giusto pretesto per screditare il titolo agli occhi dell’opinione pubblica. Noi ci siamo divertiti e in definitiva il lavoro svolto da Ubisoft è di ottima fattura. La scelta di separare nettamente la modalità solo dalla co-op è una strategia rischiosa e bisogna vedere nel lungo periodo se darà i suoi frutti. Le poche mappe disponibili in Ghost War sono una sbavatura enorme, ma per il resto l’evoluzione di Ghost Recon ci pare stia andando nella giusta direzione.

9

Pro

  • Azioni e dinamiche di ingaggio realistiche
  • Comparto grafico migliorato
  • Enorme varietà di missioni e attività

Contro

  • Lievi bug sulla gestione dei ripari
  • Poche mappe nella modalità Ghost War
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