God Hand – Recensione God Hand


TRE PASSI VERSO LA RICCHEZZA

Ho sempre pensato che il segreto della ricchezza fosse racchiuso negli anni 80.
In quegli anni bastava possedere 3 cose per emulare zio Paperone:

1 – la passione per i videogiochi
2 – una sala giochi
3 – il cabinato di Final Fight 

Non so voi, ma io in quel piccolo e fatiscente cabinato ho speso un patrimonio composto da tante piccole e rotonde monetine da 200 Lire.
Era l’epoca d’oro di Capcom e Final Fight era lì a mostrarlo agli occhi di tutti.
Si trattava di un picchiaduro a scorrimento, cosi come lo era stato in precedenza Double Dragon.
Final Fight sprizzava carisma da tutti i pixel. Final fight era l’icona videoludica degli anni 80.
Pronuncia Final Fight indicavi IL VIDEOGIOCO. Cosi come se oggi dici pong…
Purtroppo il genere in questione col passare degli anni è stato sempre più snobbato dalle software house, che hanno preferito dirottare le loro risorse su altri generi e quelle poche rimaste che hanno tentato qualcosa di nuovo su questo lido, hanno tirato fuori cose alquanto discutibili.
Per risollevare le sorti dei picchiaduro a scorrimento era necessario un miracolo, anzi, una mano divina.
La mano divina ce la dà Clover Studio di sua maestà Capcom, sfornando  GodHand, titolo che prepotentemente prende la categoria dei picchiaduro a scorrimento trasportandola in un contesto 3d, dandole da mangiare tantissime vitamine e, con fare sicuro e spavaldo, la fa approdare indisturbata nei lettori delle nostre ps2

SE MI FAI ARRABBIARE TI SCATENO ADDOSSO L’IRA DI DIO

La storia ci mette nei panni di Jean che per difendere la donzella di turno (sogno un giorno di salvare un criceto, mi so’ stancato di salvare donzelle) dai teppistelli di paese, perde il suo braccio. La donna per sdebitarsi gli fa dono di un altro arto ma potenziato dal GodHand. Il God Hand è una misteriosa forza nata ai tempi in cui il mondo attraversava la solita crisi. Durante questo periodo si narra che chiunque sarebbe riuscito a sconfiggere Satana ne avrebbe preso i suoi poteri, elevandosi al vigore divino.
Proprio attorno a questa misteriosa forza posa le basi il gioco di Clover studio.
Jean nel corso della storia sarà ricercato, attaccato e sbeffeggiato da numerosi personaggi, tutti interessati a riprendere il braccio divino.

COMBO FOR LIFE

In God Hand sono banditi gli enigmi. Si pesta a sangue e basta, ma non basta semplicemente premere i tasti. Durante il gioco potrete apprendere sempre nuove mosse e, soprattutto nuove combo, in modo da approcciarsi sempre in maniera diversa verso i nemici e soprattutto i boss di fine livello.
Ogni tasto dorsale del dual shock è contraddistinto da una specifica combo, assegnata man mano dall’utente in base alle sue esigenze e, soprattutto, i livelli da affrontare. Queste verranno acquistate in vari modi. Dal completamento del livello, al gioco d’azzardo nei casinò.
L’innovazione principale del titolo è data da 2 caratteristiche: Il GOD MODE, dove al raggiungimento massimo di una speciale barra d’energia che va riempiendosi man mano che si eliminano i teppistelli, premendo R2, Jean acquisirà una rapidità ed una potenza dei colpi molto superiore rispetto al normale, invece con il GOD REEL, con la pressione del tasto R1, si attiverà un menù a tendina con una serie di mosse spericolate e devastanti, da selezionare ed esibire.
Tutto questo rende il titolo molto difficile da portare al termine, ma non impossibile.
E’ una sfida adatta per chiunque voglia riassaporare le vecchie sensazioni del passato, dove il gioco ti metteva alla stregua ed una volta finito ti sentivi un Dio sceso in terra.
Difficilmente lo toglierete dal lettore una volta finito, anzi sarete invogliati a finirlo e rifinirlo più volte con nuovi stili e combo da sperimentare e, perché no, anche per rivedere le scene spiazzanti cariche di umorismo di cui il titolo è pregno.
Vi basti solo pensare che i riferimenti al mondo omosessuale, al sesso in genere, alle serie tv più acclamate (chi ha detto power rangers?), ai vari stereotipi musicali (musica metal a palla) sono sprecate.
Lo stesso protagonista è il figo per eccellenza che tutti ci aspetteremo di vedere sul trono di Maria De Filippi. Capelli biondi ingellati, stivali di pelle, giubbotto lungo. Le ragazze lo adoreranno, quindi non giocateci con la fidanzata accanto.


HO LA VISTA A RAGGI X, PERCHE’ ASCOLTO MORRICONE

Se God Hand eccelle nel gameplay, lo stesso non si può dire del reparto grafico.
Forse per problemi di potenza della ps2 (ma God Of War potrebbe smentire il tutto), oppure per idempiatezza dello studio Clover, il comparto tecnico non è degno del titolo.
Vi basti sapere che è letteralmente possibile vedere attraverso i muri, scorgere chi e quanti nemici ci sono all’interno della stanza adiacente e preparare la dovuta strategia per affrontarli. No Jean non ha la vista a raggi x, ma basta appoggiarsi a qualche muro che si assisterà alla “migliore” compenetrazione dei poligoni che non se ne vedevano dai tempi della ps1. Nella grande rete ho avuto il piacere di leggere che tale problema, in realtà sia una feature del gioco per evitare di essere presi sprovveduti dai nemici ed escogitare la strategia risolutiva. Non so se ridere o piangere.
Anche il male nasconde un po’ di bene. Infatti non tutto il comparto tecnico di God Hand è sottotono.
Per esempio gli effetti grafici durante le combo sono d’ottima fattura, i nemici ed il personaggio principale stesso sono rappresentati con sprite di grosse dimensioni, ed infine i boss di fine livello sono curati con dettagli maniacali.
Ad accompagnarci durante la nostra violenta avventura,ci saranno inoltre musichette in stile western, tutte diverse tra loro, in pure stile Morricone. I dialoghi sono doppiati in inglese con slang incluso, con possibilità di attivare o disattivare i sottotitoli in italiano

PER MOLTI MA NON PER TUTTI

God Hand
è per i nostalgici. Per quelli che ripensano con una lacrima sul viso, i bei momenti passati in sala giochi sui cabinati di Final Fight o qualsiasi altro picchiaduro a scorrimento.
Per quelli che non amano le cose facili, ma vogliono guadagnarsi ogni singola battaglia.
Per quelli che non vogliono semplicemente premere un tasto, ma vogliono la strategia .
Per quelli che pensano che la compenetrazione dei poligoni sia una feature del gioco.
In una sola parola: God Hand è per molti ma allo stesso tempo per pochi.
Molti lo giocheranno, pochi lo apprezzeranno e lo finiranno. Ma a quei pochi, rimarrà dentro un’emozione eterna.

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