Haze – Recensione Haze

Una folle guerra

In un futuro non troppo lontano, la smania dell’uomo per le armi e la tecnologia non pare essersi dissipata, una nuova guerra è in atto, “La Promessa” è la fuori che attende ed organizza assalti mirati a distruggere l’esercito Mantel di cui noi faremo parte sotto il nome di Shane Carpenter. Una successione di scontri a fuoco, fughe spericolate, assalti ed esplosioni, tra le terre del Sud America e le sue intricate foreste; indossate le tuta, abbassate la visiera e non dimenticate le munizioni: inizia la festa.

 

Troppe dosi?

Il nettare degli Dei

La vostra avventura inizierà mentre salirete una rampa assieme ai compagni della squadra di assalto, il vostro primo compito sarà quello di ripulire una zona, dove la resistenza chiamata “ La Promessa” ha abbattuto un aereo con i rifornimenti del prezioso Nettare.
Il nettare è uno speciale intruglio che viene iniettato nei soldati per aumentarne le prestazioni fisiche, psichiche e di resistenza al dolore nonché di rigenerazione; in sostanza, è una droga che vi permetterà di combattere con un’efficacia devastante. Durante la vostra esperienza di gioco, noterete che i vostri compari si comporteranno in maniera sempre molto euforica sul campo di battaglia, non si faranno molti scrupoli ad uccidere anche i propri compari senza provare il minimo risentimento se necessario per la sopravvivenza, ed è da questo momento che Carpenter comincerà ad avere dubbi sul nettare e sui suoi compagni di “caccia”. Nell’evolversi degli eventi, il nostro soldato comprenderà di non essere dalla parte giusta, inizierà a rendersi conto che le strategie utilizzate dall’esercito erano atte all’occultamento della verità, per questo farà di tutto per sottrarsi a tale destino e crearsene uno più adatto alla sua tempra morale.
Ciò che divide il bene ed il male è sempre sottile, e la guerra lo rende quasi inesistente.
 

Rubare l'arma da davanti...

 

Io sono bello, il resto non conta

Introducendo il comparto grafico di questo titolo, si può subito notare che è stata presa a cuore la cura del nostro personaggio e anche della stessa squadra; purtroppo solo questo e pochi altri aspetti sono degni di essere presi in considerazione come lavori ben svolti. Se si inizia a confrontare la grafica utilizzata per l’arma e le mani con quella riproposta negli edifici e nelle ambientazioni delle varie texture notiamo un divario importante, la definizione cala e la minuziosità riscontrata prima scompare. Ritorniamo invece ad un buon livello quando siamo nella base o sulle navicelle di trasporto; ci sono svariati sbalzi di qualità nel gioco, e per questo motivo nel complesso risulta incerto. Un’altra nota negativa la si nota durante le esplosioni, le particelle sono granulari e poco pulite, ne consegue un’animazione sporca ed esteticamente brutta da vedere. Non si capisce il motivo di tali scelte, visto che il team di sviluppo ha dimostrato di poter arrivare ad un discreto livello riproponendo il personaggio con una buona struttura, per poi lasciar cadere tutto il contorno. La vegetazione è definita ma risulta ferma, statica e quindi totalmente irreale, in parole povere un lavoro lasciato a metà, che poteva elevare questo gioco su un livello superiore, ma probabilmente la questione non era di interesse della casa produttrice.

 

Fuoco a volontà!

 
Elektro-Classic

Analizzando l’audio del gioco questo risulta sufficiente, composto da più tracce variabili dalla classica all’elettronica. In alcuni frangenti le musiche accompagnano bene l’avventura, in altri meno. Gli effetti sonori sono da considerarsi buoni, il rumore degli spari e delle esplosioni viene riprodotto discretamente, una pecca invece non trascurabile è la poca profondità di suono: se ad esempio si lancia una bomba lontano, bisognerebbe allontanare il suono in coerenza alla distanza lanciata, ma questo rapporto non è stato curato a sufficienza. Per quanto riguarda i dialoghi, sono tutti in italiano, anche se l’interpretazione e la sincronizzazione con movimenti e labiali non sono proprio da Oscar.

   

Si può fare di meglio 

Siamo una squadra!…suicida

Nel complesso, la manovrabilità del personaggio è nella media, il mirino è fedele e lo spostamento della visuale risulta bilanciato, non troppo caotico. Giocando si nota che l’azione riguardante il salto è stata pesantemente limitata, infatti sembra quasi che il giocatore abbia una zavorra che gli impedisce l’elevazione, mentre in base agli effetti del nettare si dovrebbero invece spiccare salti ben più alti; questo difetto però può rivelarsi un aspetto a favore del multiplayer, dove non si vedranno i soliti giocatori “ballerini”. Quando si gioca la campagna single player, abbiamo al seguito una squadra di giocatori “npc”, che vi aiuteranno nelle missioni assegnate. Purtroppo l’ I.A. di tali soggetti si è fermata all’Homo Erectus e non si è evoluta in Homo Sapiens, infatti più e più volte vi troverete a centrare il cranio di un vostro compare, il quale, mentre state sparando, si metterà davanti alla vostra traiettoria di tiro, e se per disgrazia poi lo fate fuori avrete contro tutta la squadra. La visuale è chiaramente in prima persona, sarà possibile vedere l’arma che ha incorporato un piccolo schermo lcd che segnala le munizioni e le granate; a casco serrato sarà possibile visualizzare a sinistra la fiala del nettare ed a destra la salute, questa si autorigenera se non subite danni, e sale ancora più velocemente se siete sotto l’effetto del Nettare. La varietà di armi è abbastanza ristretta, infatti possiamo elencare: un fucile a pompa, due tipologie di fucili d’assalto, il fucile da cecchino dotato di 2 livelli differenti di zoom ed un triste lanciarazzi.
Una nota favorevole alla pistola d’ordinanza che è divertente da usare ma soprattutto letale: “one shot one death”.
Una buona idea è stata la possibilità di poter utilizzare dei mezzi durante le missioni, per esempio 4 ruote corazzati con “boost” per la velocità e armi da trincea fissate su di esso; la pecca è che il sistema di guida è pietoso: dinamiche totalmente sfasate, reazioni non coerenti, simulazione del peso della vettura non calcolato, in poche parole, sembra una piuma quando dovrebbe pesare tonnellate. Con lo svolgersi del gioco finiremo nella parte nemica e combatteremo per loro, questo cambierà la metodologia di gioco, infatti non potremo più usare il Nettare. In compenso potremo rubare le armi agli avversari, fabbricare bombe ricavandole dal nettare sottratto ai militari dell’esercito Mantel, fingerci morti ed altre piccoli accorgimenti, è una variante sicuramente interessante che cambia il gioco per renderlo meno monotono.
Purtroppo c’è anche in questo caso un errore fatto dagli sviluppatori: i soldati che usano il nettare dovrebbero essere sovrumani ora che voi stessi non ne fate alcun uso, invece sembrano esattamente uguali a voi e vengono uccisi normalmente senza sforzi aggiuntivi, questo mina la coerenza nella storia ed il bilanciamento su cui verte la trama, che è appunto improntata sul famoso Nettare.
Appagante invece il fatto di poter effettuare le missioni in cooperazione direttamente online. Esiste inoltre anche la sezione multiplayer, che permette Deathmatch, giochi di squadra e quant’altro; nulla di differente dai vari fratellini in commercio, anzi sotto la media generale, non porta alcuna innovazione di fatto, resta un gioco che si perde tra tanti in questo campo. In ogni caso non c’è lag almeno nelle fasi di test apportate, si lascia giocare ma tende dopo un certo periodo di tempo a destare disinteresse per monotonia e banalità. È possibile uno split-screen in caso non fosse disponibile una connessione internet per giocare insieme ed effettuare le missioni in cooperativa, resta una scelta che limita in ogni caso il piacere di giocare, soprattutto con uno schermo di dimensioni ridotte.
 

 Un giocattolino che tutti vorreste avere

Too Fast!

La trama e tutta la sezione single player risulta tremendamente breve, abbiamo uno spazio di 8 ore di gioco complessivo, questo è un punto che fa scendere drasticamente la credibilità di un titolo.
Chi gioca deve poter avere un’aspettativa di divertimento e di coinvolgimento che vada almeno oltre le 15 ore e si parla del minimo indispensabile, invece qui si toccano minimi storici ed ultimamente altri giochi da poco usciti tendono a seguire questa brutta abitudine. Saranno scelte portate dalle case oppure una carenza di budget nella sezione di sviluppo, ma questo denota una mancanza di professionalità nel lavoro svolto.

Dal 5 al 6 come a scuola

Tirando le somme, questo gioco ha punti di forza e punti di degrado totale, la longevità ristretta determina una limitata esperienza di gioco, infatti possiamo dilungare le ore di divertimento solo nel multiplayer, e se non ci fosse quello il gioco sarebbe da cestinare nel giro di poche ore.
Nella sezione online, la cooperazione in 4 risulta molto divertente grazie anche all’ausilio dei mezzi, con i quali ci si può sbizzarrire, ma restano lacune profonde nel comparto grafico panoramico, a differenza dei dettagli sui personaggi ed armi. In ogni caso è un gioco sotto la media generale, appena sufficiente grazie ad alcuni punti dove si resta presi dall’azione, punti troppi sporadici che si perdono nel complesso.
Haze è una gioco che non lascia il segno, da provare per curiosità se si vuole, ma non vi entusiasmerà più di tanto e chi ha seguito la pubblicità creata attorno a questo titolo probabilmente resterà deluso.

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