Hitman: Blood Money – Recensione Hitman: Blood Money

Il campo dei videogiochi ci permette di interpretare vari tipi di persone: Marine per la solita guerra, scienziati muti che uccidono alieni, spie con gadget ultra-tecnologici, un soldato della seconda guerra mondiale e altri tantissimi tipi di personaggi differenti, ma oggi parleremo del killer.

I titoli dedicati alla professione dell’assassinio a pagamento, sono veramente pochi e la serie di Hitman è sicuramente quella che, in questo ambito, ha fatto storia. Quando fu lanciato sul mercato, tanti anni fa, si rilevò una delle sorprese dell’anno ma con alcuni gravi difetti sotto l’IA (se viene attivato l’allarme, tutti gli agenti, attaccavano te, senza via d’uscita).
Dopo uscirono altri 2 seguiti, uno che supera il precessore, Silent Assassin, e l’altro che cerca, invano, di realizzare un remake del primo, Contracs, essendo un titolo dal gameplay troppo ripetitivo, con molte lacune grafiche e una IA non proprio intelligente, peggiorando la serie.

L’uomo dal codice a barre.

Nel gioco impersoneremo un agente dell’agenzia ICA (Internation Contracts Agency) che si occupa di assassinii su commissione.
Il protagonista è un uomo creato da 0, da uno scienzato in un laboratorio in Romania, cresciuto in un manicomio. Già da piccolo presentava manie omicide, cercando anche di ammazzare il suo insegnante con una corda di pianoforte. Raggiunto l’età adulta, Hitman entra nella ICA.

Col tempo, divenne una leggenda metropolitana, risultando impossibile da trovare anche grazie alla sua natura di clone, visto che non compare all’anagrafe.
Al massimo del suo successo, decide di tagliare i rapporti col passato, uccidendo il suo creatore e tutti i cloni da lui ideati. Dopo l’uccisione del suo creatore, cambiò vita, rifugiandosi in Sicilia, in una chiesa, abitando con un prete, pregando e donando soldi, sperando che Dio accettasse tutti i suoi crimini e che potesse vivere in pace.

Durante la sua permanenza in quel luogo, nacque una congiura contro il protagonista. Rapirono l’unico suo amico, il prete, chiedendo un riscatto di svariati milioni di dollari. Chiamò l’agenzia, chiedendo se il suo operato fosse ancora richiesto e cominciò ad indagare, uccidendo gli uomini che erano collegati alla congiura.
La trama non mostra originalità, ma si presenta ben fatta, anche grazie ad un buon doppiaggio in italiano e molti colpi di scena.
 

Durante il caricamento, compariranno gli obiettivi da assassinare.

 

Una bottiglia di Vodka avvelenata per favore!

Nel gioco avremo vari oggetti per terminare le persone: da fucili come M4 a fucili di precisione W2000, l’ormai classico corda di pianoforte, siringhe avvelenate o anestetiche e armi improvvisate (mannaia in una macelleria e così via). Hanno aggiunto azioni come scalare tubi, saltare tra balconi, passare tra le finestre, usare un avversario come scudo, nascondere personaggi nei bidoni della spazzatura e altre chicche in un tutorial molto esauriente. Il nuovo sistema di azioni che è stato inserito è molto comodo: con solo 3 tasti, saremo in grado di realizzare tutte le azioni del gioco, se vogliamo aprire un cassonetto, comparirà la scritta “ apri cassonetto”, anche quando stiamo spostando il cadavere.

In questo nuovo Hitman avremo molta libertà d’azione: nei precedenti titoli, c’era solo un modo per assassinare gli obiettivi, risultando impossibile trovare valide alternative, a parte Contracs che in alcune missioni avevamo un paio di soluzioni.
In una missione in un teatro, abbiamo trovato vari modi per assassinare l’obiettivo: sostituendo l’arma finta dell’opera con un vera abbiamo potuto assistere al nostro omicidio “indiretto”. Riavviando la partita ci siamo travestiti da attore e usando una pistola vera, abbiamo ammazzato il soggetto durante le prove e sotto gli occhi del pubblico.

Ricominciando ci siamo travestiti da operai e indisturbati abbiamo posizionato una bomba al sistema delle luci sopra al palco, facendolo crollare proprio sopra la testa dell’obiettivo. Una altra nota positiva merita l’IA decisamente migliorata: se per caso entriamo in una stanza o in una zona vietata, ci verrà chiesto gentilmente di uscire e se stiamo dentro troppo a lungo, ci spareranno e saranno chiamati gli agenti vicini. In questo modo, il giocatore può riprovare senza cadere nella frustrazione (nei titoli precedenti, se si faceva un solo errore, tutti gli agenti venivano sul posto e attaccavano Hitman).

La pagina di giornale che compare ad ogni fine missione.
 

Lo sapevate che gli assassini pagano le tasse?

Una altra novità è l’inserimento di nuovo sistema economico e la possibilità di potenziare le armi.
Ogni fine missione avremo un resoconto della partita: più saremo confusionari, come uccidere con armi non silenziate, farsi beccare durante un esecuzione, essere visti dalle telecamere ecc, più bassa sarà la nostra ricompensa. Se agiamo di soppiatto e facendo il più basso numero di morti, più alta sarà la nostra ricompensa.

Se per caso facciamo qualcosa di violento, buttare innocenti da balconi o essere visti da telecamere e da testimoni, salirà la nostra notorietà: se sarà alta, avremo parecchi problemi nelle missioni successive, poiché saremo “famosi” e i nostri travestimenti saranno decisamente più facili da scoprire. Ed ecco che arriva il sistema economico: se pagheremo una certa somma di denaro (che varia tra corrompere testimoni, corrompere l’ufficiale di polizia e una nuova identità) la nostra notorietà diminuirà , in modo da poter agire normalmente alle successive missioni.

Oltre alle statistiche finali, ad ogni fine missione, comparirà la prima pagina del giornale locale, la quale riporta l’obiettivo, qual è arma usata per la maggior parte degli assassini e una piccola biografia dedicata al morto. Se riusciamo a spacciare l’assassinio come morte accidentale, sul giornale non sarà minimamente menzionato l’omicidio e avremo denaro extra. Con i liquidi ricavati possiamo potenziare il nostro arsenale comprando tra vari tipi di proiettili perforanti a mirini laser, giubbotti antiproiettile e customizzare le nostre armi. Grazie a questi miglioramenti, potremo finire le missioni in maniera più efficace: sparare con una pistola silenziata con munizioni a basso regime, è decisamente meno rumorosa di una con proiettili deflagranti, i quali sono anche letali (risultando incompatibili con i silenziatori).

Nessuno vieta di agire come Rambo, sparando tutto e tutti e vincere la partita in questo modo, ma basterebbe un numero discreto di agenti per uccidervi, quindi è una strategia inefficace, specie a difficoltà elevate.

Hitman sul piano grafico ha avuto anche lui un miglioramento grafico: c’è l’HDR , il bump mapping, shared e un miglioramento complessivo del livello del dettaglio.
I modelli hanno un buon numero di poligoni, specie il protagonista, e c’è stato un miglioramento soprattutto sulle animazioni, poiché nelle precedenti i movimenti erano abbastanza legnosi, in primis il protagonista che sembrava un vero robot: qui risulta credibile e fluido, grazie anche ad un ottimo lavoro pre-produzione. Gli unici difetti sono errori di compenetrazioni di poligoni e l’assurda posizioni assunte dai ragdoll, specie nel traposto dei corpi.

Per il sonoro: l’inizio del gioco comincia dalla stupenda “Ave Maria” di Schubert, invece nel resto del gioco avremo una unione tra musica ed effetti sonori: all’inizio della missione sentiremo le chiacchiere della gente e altri effetti sonori quando le acque sono calme, mentre la musica comincierà nei momenti di tensione, come una sparatoria. La musica è composta da Jesper Kyd ed eseguita dalla celebre Budapest Symphony Orchestra.
 


Hitman con un gruppo di turisti a visitare le botti.
 

Il gioco si presenta come il migliore della serie, eliminando tutti i difetti che ostacolavano il gameplay, risultando adatto anche ai giocatori meno pazienti (i primi 3 titoli erano esattamente il contrario), offre grande divertimento per le 20 ore necessarie per finire il titolo e un alto livello di rigiocabilità.  

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