Jak 3 – Recensione Jak 3

Addio Jason, Dogs te salutant

Più che l’arrivo del terzo episodio della saga che riporta in auge la Naughty Dog, dopo l’eclatante successo di Crash Bandicoot, in epoca antica, la notizia che sconvolge e colpisce l’ambiente videoludico Platform è l’annuncio di Jason Rubin, il papà di Crash e Jak: terminato lo sviluppo del terzo capitolo, Jason lascia la casa che ha regalato grandissime emozioni agli amanti del Platform, dicendo che per i suoi obbiettivi ha bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa di più eclatante, pur avendo raggiunto dei canoni sublimi con due semplici personaggi. Il terzo capitolo, quindi, è la fine della saga probabilmente ve ne saranno altri, ma Jak si appresta a fare la medesima fine del Bandicoot, passato alla Konami e caduto in disgrazia, se dovesse estrarre altri capitoli senza il Rubin.

Chi è davvero Jak?

La storia del gioco riprende esattamente dove l’avevamo lasciata nell’episodio precedente, seguendo una linea precisa a differenza della controparte Ratchet & Clank, che spezza invece la trama ad ogni capitolo. Jak si ritrova accusato dai cittadini di essere la causa dei mali di Heaven City, sia per l’Eco Oscuro che si porta dentro, che per la caduta del Barone, e quindi viene bandito e trasferito nel deserto, fuori dalle mura della città, il posto dove vengono mandati tutti coloro che trasgrediscono alle regole ferree della città: qui Jak dovrà morire. Ovviamente il fedele compagno di spalla (perchè passa tutto il suo tempo sulla spalla di Jak e non per altro), Daxter, lo seguirà e, dopo un peregrinare che porterà i due a svenire nel mezzo del deserto, verranno trovati dai rinnegati che lì vivono, i quali si dimostreranno ospitali e li accoglieranno nella propria città. Ma in cambio il re vorrà alcuni favori dalla coppia che si troverà invischiata in combattimenti nell’arena e in missioni alle quali il duo è ormai più che abituato da diverso tempo. Questo il preludio alla terza avventura, alla quale non mancheranno colpi di scena e una trama ben congeniata, dalla varietà dei mezzi di trasporto, dalle divertenti corse, e dal ritorno di alcuni amici della coppia davvero interessanti. A chiudere tutto avrete la sconvolgente rivelazione sul passato di Jak: chi è in realtà il biondino dell’era Precursor? La trilogia si chiuderà su questa grande e coinvolgente rivelazione.

Addio futuro: Jak torna al passato

Spezzando i canoni futuristici di Jak II, una città dai mezzi volanti, e dalle tecnologie evolute, il nostro eroe si ritroverà in uno scenario ostile e tecnologicamente arretrato, costruito dalle esigenze umane degli sconfinati di Raven City. Le missioni che faranno da sfondo riguarderanno principalmente l’ uso dei nuovi dune buggy, mezzi veloci e dalle variegate caratteristiche: una novità particolarmente piacevole e soprattutto il fulcro del terzo capitolo. Scorrazzare, guidare, andare in giro a sparare, montare un potente turbo e spararsi ad alta velocità dalla sommità di una montagna, nelle lande desolate a bordo di questi agilissimi mezzi permetterà di apprezzare la nuova fisica introdotta, che rende un terreno molto dissestato e pieno di pericoli un divertimento per le sospensioni, le quali però a volte cederanno dando vita a scossoni e piacevoli pericoli per i mezzi che si ribalteranno e deraperanno. Non mancheranno corse su tracciati, sfide con gli anelli, combattimenti con i predoni che accresceranno l’ adrenalina, favorendo il divertimento: e ovviamente, piena libertà anche in questo capitolo, dove potrete prendere il vostro mezzo preferito e andare a perdere un po’ di tempo nelle lande sconfinate del deserto. Lo scenario rurale in città prevede lo spostamento tramite particolari animali bipedi, molto veloci, che potremo quasi osare paragonare agli amati Chocobo della saga di Final Fantasy, mentre solo in un secondo momento avremo la possibilità di affidarci al nostro amato Jetboard, per avere un lieto ricordo ai capitoli precedenti.
Ovviamente, tantissime sono le innovazioni: oltre al poter acquisire man mano i vari mezzi del deserto secondo uno stile evolutivo, il nostro eroe potrà contare su nuove abilità, come la possibilità di trasformarsi in Light Jak, la versione opposta del Dark Jak, che trasforma in un angelo alato il nostro protagonista, facendogli assumere il ruolo di introduzione primaria in questo episodio. Tramite la trasformazione il giocatore potrà acquisire vari poteri, ad esempio Jak potrà rallentare il tempo e quindi superare situazioni altrimenti invalicabili. A tale proposito portate la vostra mente ad un episodio simbolo di Prince of Persia nel momento in cui dovete oltrepassare una serie di lame rotanti in un corridoio stretto, o usufruire di un paio di ali, utili nel percorrere in volo zone distanti tra loro, o ancora pararsi dagli attacchi nemici grazie all’aiuto di uno scudo. Ovviamente la trasformazione in Dark Jak sarà sempre presente, arricchita di nuove interessanti mosse, come l’invisibilità e il colpo energetico. In alcuni momenti, a differenza dei capitoli precedenti, potremo controllare il nostro compagno Daxter in alcuni cunicoli nei quali Jak non potrebbe entrare. Aumentato il repertorio delle armi e sicuramente ben assortito. Non abbandonando lo schema GTA, che prevede la libertà assoluta durante il gioco, ed eliminando le futuristiche tecnologie del secondo capitolo, Jak III porta la giocabilità a livelli eccelsi.

Incoronazione per Jak

Tutti ormai sanno che il primo episodio della serie Naugthy Dog vide per la prima volta l’inclusione del famigerato “streaming”, ovvero la costituzione di un mondo vasto, che si articolava in tantissime ambientazioni, senza pause di caricamento tra un peregrinare e l’altro. In questo terzo capitolo la casa di Rubin ha confermato per la terza volta questa caratteristica ma ha anche migliorato la grafica dei personaggi, per quanto riguarda i poligoni che mai avevano raggiunto una precisione grafica tale fino a questo momento: modelli perfetti e un design curato coprono la superficie della struttura ludica, accompagnati da animazioni ed espressioni facciali perfette. Migliorate anche le texture nelle esplosioni e nei giochi di luce che saremo soliti vedere camminando nel deserto.
Il sonoro presenta ancora il perfetto doppiaggio in italiano per tutti i personaggi, effetti sonori perfetti e una colonna sonora, che per quanto stenti a decollare, è composta da melodie ad uopo per ogni ambiente.

Iron and the Maiden sarà il dopo Jak & Daxter

Jak III rappresenta la degna conclusione della saga: graficamente superbo – ma soprattutto divertente – pone fine ad una storia che ci ha appassionati dal primo all’ultimo minuto, attraverso una trama coinvolgente e con una linea continua, una cosa contraria e mancante in Ratchet e Clank. Il gameplay è leggermente scarno ma comunque resta facile, di immediata comprensione e di grande interesse. Un ottimo lavoro che porta in auge la coppia della Naughty Dog la quale, anche se non riesce a battere del tutto nella sfida a distanza Ratchet e Clank (coppia targata Insomniac), si riserva un bel posto nelle classifiche degli ultimi capolavori. Ora, l’ultima cosa che manca, è sapere quale sarà la fine di uno dei migliori Game Designer in circolazione negli ultimi tempi, ovviamente si parla di Jason Rubin, che il mondo videoludico non vuole perdere, dopo tutto quello che ha saputo regalarci con Crash Bandicoot e Jak & Daxter. Parlava di un "Iron and the Maiden", una serie a fumetti, che, come riportato in un’intervista, "non è nè Crash Bandicoot nè Jak & Daxter", ma un Jason Rubin senza Platform lo immagini difficilmente. Ma molto probabilmente la Naughty Dog non si fermerà e anche senza Rubin continuerà il lavoro: d’altra parte, Andy Gavin non ha ancora abbandonato.

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