Just Cause 2 – Recensione Just Cause 2

Azione, adrenalina e ancora azione: è questa la promessa fatta dagli sviluppatori di Just Cause 2 – ovvero gli Avalanche Studios, sotto l’ala protettiva di Square Enix –  che ci vedrà ancora una volta seminare il caos nei panni del mercenario Rico Rodriguez. Imparando dagli errori del passato (in molti storcono ancora il naso al ricordo del primo Just Cause, purtroppo rivelatosi non all’altezza delle aspettative dei fan) questo secondo capitolo della serie mette a nostra disposizione un territorio tropicale di 1000 Km quadrati tutto da esplorare e da distruggere.
 

Fin dai primi minuti di gioco imparerete che il base jumping è lo sport preferito di Rico: adrenalina assicurata!

 

 

Parola d’ordine: caos!

Il vero protagonista del gioco, insieme a Rico, è il caos: l’unico modo per progredire nell’avventura, infatti, è scatenare l’inferno ogni qualvolta se ne presenterà l’occasione. Girovagando per l’isola incontreremo pacifici villaggi, roccaforti militari, posti di blocco e intere città, e in ognuno di questi luoghi sarà presente una delle tre fazioni rivali che cercano di prendere il potere sull’isola di Panau: inutile dire che, da buoni mercenari, accetteremo missioni da tutte e tre le fazioni, così come dall’Agenzia che ha portato Rico sull’isola, in cerca dell’ex comandante e disertore Tom Sheldon.

Questo sistema garantisce un notevole grado di libertà al giocatore, dato che trovandosi di fronte ad una missione particolarmente ostica è possibile sbloccarne altre semplicemente facendo esplodere qualcosa e seminando un po’ di caos. Inizialmente la vastità del territorio da esplorare potrà disorientare i meno esperti, ma già dopo qualche ora di gioco si riusciranno a scoprire gran parte dei punti di interesse presenti sulla mappa e muoversi non sarà più un problema. Sempre grazie al caos si otterranno anche potenziamenti, armi e veicoli da un collega mercenario in grado di fornirci di tutto e di più tramite un supporto aereo immediato. Anche in questo caso, se all’inizio non si potrà disporre di molta potenza di fuoco e sarà difficile far salire velocemente l’indicatore del caos, progredendo nel gioco si sbloccheranno armi dal maggiore potere distruttivo, con un conseguente aumento esponenziale del divertimento. Vi basti sapere che raggranellando una modesta quantità di denaro – guadagnato completando le missioni o raccogliendolo nelle casse sparse per il territorio – sarà possibile farsi recapitare un jet direttamente sul posto, per poi salire a bordo e iniziare a svolazzare in giro per l’isola. E’ questo genere di trovate che, unita all’utilità del rampino e del paracadute dei quali parleremo più approfonditamente tra poco, differenzia Just Cause 2 da tanti altri giochi in cui la componente free roaming si trasforma presto in arma a doppio taglio, rendendo gli spostamenti da un luogo all’altro noiosi e ripetitivi.

 

Scene come questa sono all’ordine del giorno in Just Cause 2: dietro di sè Rico lascia solo terra bruciata!

 

 

Un rampino per amico

Il rampino che Rico porta sul braccio sinistro, già nei primi minuti di gioco, diverrà il vostro più fedele alleato. Con esso sarà possibile fare praticamente qualsiasi cosa vi verrà in mente, e indubbiamente gli sviluppatori hanno puntato molto su questa caratteristica per approfondire e differenziare il gameplay di Just Cause 2. Innanzitutto, quando utilizzato in accoppiata con il paracadute, il rampino risulta utilissimo per decollare, spostarsi velocemente e fuggire a gambe levate quando la situazione si fa troppo calda; in battaglia, invece, è utile per abbattere le vedette o i cecchini dalle torrette, far cadere gli avversari o sottrarsi al fuoco nemico con rapidità. Ma la parte più divertente è un’altra: Rico è in grado di legare due oggetti tra loro, siano essi persone, edifici, o mezzi di trasporto! Se non vi si è accesa la lampadina vi diamo noi un suggerimento: è possibile legare un nemico ad un’auto e trascinarlo per la strada, appendere i soldati ai tetti, abbattere statue e gru, o persino legare due elicotteri tra loro per farli schiantare al suolo, assistendo a scene incredibilmente adrenaliniche e spettacolari come nei migliori film d’azione.

 

Imparerete presto gli usi "alternativi" del rampino… e non potrete più farne a meno!

 

 

Professione: stunt-man

In Just Cause 2 le missioni non spiccano per incredibile varietà o particolari colpi di scena nella narrazione, ma possono essere affrontate in moltissimi modi diversi, adattandosi al metodo preferito da ogni giocatore. Per conquistare una roccaforte, ad esempio, si può entrare dalla porta principale e affrontare tutti a testa bassa, così come si può planare dall’alto con il paracadute, o ancora rubare un elicottero militare o un aereo da guerra per poi fare piazza pulita con un arsenale di tutto rispetto. I nostri avversari, ovviamente,  risponderanno al fuoco in base alle nostre azioni: più alto sarà il livello di caos generato e più crescerà il grado di allerta della fazione che stiamo combattendo, un po’ come accadeva con le stellette della polizia in GTA. Come nel gioco Rockstar, poi, basterà fuggire lontano e non combinare guai per qualche minuto – più facile a dirsi che a farsi! – per far scendere l’indicatore e non attirare più l’attenzione dei soldati nemici.

Ogni missione insomma, così come ogni spostamento da un punto A a un punto B, può essere affrontata in molti modi diversi, anche grazie alle capacità atletiche di Rico. Certe azioni che il nostro eroe è in grado di compiere sono veramente al limite del fantascientifico, ma dannatamente divertenti. Il gioco, fortunatamente, non si prende mai troppo sul serio, e puntando sulla spettacolarità piuttosto che sul realismo, gli sviluppatori sono riusciti a garantire una dose di azione fuori dal comune: nei panni dell’impavido mercenario saremo in grado di aggrapparci ai veicoli – aerei o terrestri che siano – e saltare di tetto in tetto eliminando gli occupanti come più ci aggrada; potremo decidere di utilizzare il rampino per farci dare un passaggio da un elicottero, mentre seminiamo granate e prendiamo di mira i depositi di carburante sottostanti, oppure salire direttamente sull’elicottero, sbarazzarci del pilota tramite un rapido Quick Time Event e utilizzare direttamente la potenza di fuoco del veicolo per i nostri scopi distruttivi. Naturalmente i nostri nemici non staranno a guardare, e se scoprendoci a piedi si limiteranno a rincorrerci e a chiamare qualche autopattuglia di supporto, quando prenderemo possesso di un velivolo cercheranno di abbatterci con la contraerea e altri elicotteri da guerra. Da questo punto di vista l’intelligenza artificiale è abbastanza curata, e se nei corpo a corpo è a volte fin troppo facile riempire di piombo i soldati che non cercano una qualsivoglia copertura, schivare i missili e le scariche delle torrette mitragliatrici si rivelerà un po’ più ostico, come d’altro canto è giusto che sia.

 

Le azioni che Rico può compiere sono degne del miglior stunt-man da film d’azione

 

 

Graficamente al servizio del gameplay

Rispetto al primo episodio, come già detto, sono stati fatti dei passi avanti non indifferenti anche sul piano grafico. Just Cause 2, però, non è in grado di competere graficamente con i mostri sacri del comparto tecnico che abbiamo potuto provare negli ultimi mesi. Questo per una semplice ragione: nel gioco è possibile scorrazzare per i 1000 Km quadrati di Panau senza mai assistere ad un caricamento, passando al volo (è proprio il caso di dirlo!) da una jeep a un caccia militare, per poi gettarsi con il paracadute da altezze incredibili, agganciare un elicottero e ricominciare a volare. Una simile libertà di azione fa sì che il giocatore possa in ogni momento avere una visuale a tutto campo su ciò che lo circonda. Inserire troppi dettagli avrebbe appesantito esageratamente il motore grafico del gioco, rendendo inevitabili rallentamenti e pause forzate di caricamento. Nonostante il livello di dettaglio non eccezionale, soprattutto per quanto riguarda le scene di intermezzo e le animazioni dei personaggi, fa comunque piacere scoprire come sia stata posta molta cura nelle esplosioni e nei danni in generale, vera anima del titolo: ogni luogo si può raggiungere e radere al suolo, con risultati più che soddisfacenti. Il crollo delle gru, delle torrette e delle costruzioni più alte e imponenti è reso con una fisica realistica che dona la giusta sensazione di pesantezza, e ogni esplosione genera quella soddisfazione data dall’aver lasciato veramente il segno del nostro passaggio nel (ormai ex) paradiso tropicale.

 

Graficamente in certe inquadrature il gioco risulta un po’ scarno, ma comunque godibile

 

 

Vale la pena una vacanza a Panau?

I passi avanti rispetto al primo episodio ci sono e si vedono, ma non si può dire che Just Cause 2 sia un gioco adatto a tutti: i fan del free roaming e della distruzione di massa lo adoreranno, portando a termine anche le missioni secondarie e divertendosi un mondo a seminare caos e distruzione per tutto il paradiso tropicale di Panau. I neofiti del genere, o comunque i meno abituati ai giochi in stile GTA, potrebbero trovarsi un po’ impacciati di fronte all’incredibile vastità del territorio e al sistema di controllo leggermente complesso, che necessita di qualche ora di gioco per essere compreso appieno e permettere di far eseguire a Rico tutte le spettacolari evoluzioni che è potenzialmente in grado di compiere. In sintesi: se amate gli action spettacolari ma maggiormente "sui binari" alla Uncharted, il nostro consiglio è di provare la demo prima di acquistare Just Cause 2; se siete invece da tempo in attesa di un gioco in grado di mescolare i paesaggi di Far Cry con la libertà di GTA e la spettacolarità di un film d’azione, siete nel posto giusto: questo è il vostro fucile mitragliatore, sparate a tutta la roba con una stella bianca disegnata sopra e di sicuro esploderà. Non dovete sapere altro. Benvenuti a Panau!

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