Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Kingdoms of Amalur: Reckoning è un Action RPG uscito nel 2012 su PlayStation 3, Xbox 360 e PC. Avrebbe dovuto inserirsi in un ambizioso progetto di 38 Studios, che constava di un MMORPG (dal nome in codice Copernicus) e appunto di questo gioco (sviluppato perlopiù di Big Huge Games, acquistata all’uopo da 38 Studios nel 2009), entrambi ambientati nello stesso universo fantasy concepito da R.A. Salvatore divenuto famoso qualche anno prima grazie alle sue numerose saghe e al suo più celebre personaggio Drizzt Do’Urden, carismatico elfo oscuro dell’universo di Forgotten Realms, che avrete visto anche in Baldur’s Gate e seguito.

Oltre a Salvatore, nel progetto erano stati inclusi altri nomi importanti: Ken Rolston (lead designer di Oblivion), Grant Kirkhope (in Rare dal 1996 al 2008) per la colonna sonora e Todd McFarlane per gli artwork. Per la pubblicazione, 38 Studios aveva siglato un accordo con il colosso Electronic Arts.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning

Nonostante ciò e pur avendo a disposizione un budget immenso – la compagnia si spostò nel Rhode Island per ricevere un finanziamento di 75 milioni di dollari – il gioco non ebbe un successo sufficiente per tenere a galla 38 Studios: nei primi novanta giorni di commercializzazione piazzò “solo” 1.200.000 copie, ben lontane dai tre milioni che avrebbero permesso il rientro nei costi di sviluppo. Così, nel maggio del 2012 lo studio dichiarò bancarotta. Pare che Schilling (il fondatore) ci abbia rimesso qualcosa come 50 milioni di dollari.

Tutto cadde nel dimenticatoio fino al settembre del 2018, quando la scatenata THQ Nordic – che negli anni precedenti aveva acquisito, appunto, THQ e molte delle sue IP, oltre a quelle della vecchissima Free Radical Design (Timesplitters!) – dichiarò di aver acquistato le IP di 38 Studios, incluso Copernicus: questo ci fa pensare che l’ambizione di THQ Nordic si spinga ben oltre il mero remaster per Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning,  oggetto della presente recensione, in uscita domani su PlayStation 4, Xbox One e PC. D’altro canto, è già stata annunciata un’espansione nuova di zecca (Fatesworn) per l’anno prossimo.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è stato sviluppato da Kaiko, team tedesco che per THQ Nordic ha già realizzato i remaster di Legend of Kay, di Red Faction: Guerrilla e dei Darksiders. Le caratteristiche solo le solite di questo genere di prodotti. Innanzitutto, sono stati inclusi tutti i DLC pubblicati nel 2012 da Electronic Arts: The Legend of Dead Kell, che aggiunge al mondo di gioco un’isola corrispondente al 15% della mappa originale; Teeth of Naros, che aggiunge – fra le altre cose – una nuova regione e una nuova razza; un trascurabile bundle armi e armatura per ciascuna delle tre classi.

Sul piano tecnico, frame rate (che nelle versioni PS3 e Xbox 360 era stato fissato a 30 FPS) e risoluzione sono stati aumentati, raggiungendo i 4K + 60 FPS su Xbox One X. In linea di massima, comunque possiamo dire che i passi in avanti non sono stati epocali sicché la resa generale, al netto degli incrementi di cui sopra e del miglioramento delle texture, non è poi troppo dissimile da quella del titolo originale giocato su un buon PC, anche se alcuni dei peggiori difetti sono stati limati (come l’aliasing), mentre altri permangono (come il pop up). I tempi di caricamento non proprio fulminei sono una brutta sorpresa, visto che il gioco carica non solo in caso di cambio di regione o di fast travel, ma anche entrando nei vari locali delle città.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning

Ciò detto, è tempo di parlare, pur brevemente, del gioco in sé e per sé. Kingodms of Amalur: Re-Reckoning è un Action WRPG in terza persona che, agli occhi dello stesso Schilling, sposa il battle system à la God of War(con tanto di sporadici Quick Time Event) a un impianto che ricalca quello di Oblivion, anche se non può dirsi pienamente open world, nel senso che il mondo è diviso in macro aree collegate fra loro da zone connettive, in maniera più simile a Fable che a The Elder Scrolls. Anche lo stile prescelto, più fumettoso/cartoonoso che realistico, lo avvicina maggiormente al gioco di Lionhead Studios piuttosto che alla saga di Bethesda.

Ciò che di solito viene consentito in termini di personalizzazione del party in Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è condensato nel protagonista, unico personaggio giocabile. Egli (o ella) viene creato all’inizio del gioco tramite un editor non ricchissimo ma senz’altro sufficiente, che consente innanzitutto di scegliere fra una delle quattro razze disponibili: abbiamo gli umani Alman (uomini civilizzati) e Varani (uomini nomadi), e gli elfi Dokkalfar (oscuri) e Ljosalfar (chiari), secondo l’antichissima classificazione di Snorri Sturluson; tale scelta si riflette – anche se in modo non troppo incisivo – sulle statistiche iniziali.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning

Il nostro eroe è l’unico che può salvare il mondo, in quanto è l’unico libero da un destino prestabilito. Ciò si riflette anche sul sistema di crescita del personaggio, caratterizzato da grande flessibilità: a ogni level up si ottengono punti per potenziare le proprie capacità ruolistiche (persuasione, scasso, alchimia, ecc…) e quelle combattive, queste ultime organizzate in tre differenti skill tree (forza, destrezza e magia), che ricalcano le tre classi disponibili (guerriero, ladro e mago), liberamente intercambiabili – e badate bene che anche quando il proprio personaggio è un guerriero può apprendere e utilizzare abilità legate a un diverso skill tree.

Sul piano contenutistico, l’offerta è notevole: tenendo conto dei due DLC, la sola main quest vi porterà via almeno quaranta ore, che triplicheranno facilmente per i completisti, considerate le dozzine di subquest (con tanto di post game) sparse per il mondo di gioco. Non si raggiungono i numeri di The Elder Scrolls e di Dragon Age, ma non ci si va troppo lontano.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning


Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è un buon remaster di un altrettanto buon gioco di ruolo della scorsa generazione, che era stato un po’ sfortunato, per così dire. Ci auguriamo che questa volta le cose vadano meglio, così potremo vedere come si svilupperà l’universo di Amalur.

7.4

Pro

  • Buon WRPG
  • Riesuma una saga con del potenziale
  • Contenutisticamente ricco, contiene anche i DLC

Contro

  • Tempi di caricamento ingenti
  • Non molto originale
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