La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Ah, com’è dura la vita del Signore Oscuro: reclutare il miglior fabbro elfico in circolazione e commissionargli la forgiatura degli anelli del potere sembrava essere una mossa così intelligente, chi poteva mai immaginarsi che quell’artigiano voltagabbana di Celebrimbor si sarebbe ribellato, addirittura forgiando un nuovo anello apparentemente incorruttibile dall’oscurità? Se lo sono immaginato a Monolith Productions, e l’idea è piaciuta a Warner Bros: eccoci così pronti ad affrontare gli eventi de La terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, che dopo L’Ombra di Mordor si candida a diventare uno dei titoli più intriganti ispirati all’immortale opera di Tolkien.

La Terra Di Mezzo: L'Ombra Della Guerra

Un (nuovo) anello per domarli

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra continua e amplia la già solida trama tracciata con il precedente l’Ombra di Mordor: Talion, l’uomo senza morte legato al fantasma dell’elfo Celebrimbor, prosegue nella sua determinata battaglia contro Sauron, intenzionato a decimare l’esercito di Mordor fino a dare l’assalto al cancello nero.

Il mondo di gioco è costellato da missioni principali e secondarie: nelle prime è possibile fare fin da subito la conoscenza di Shelob il Ragno e di Gollum, che (come se ce ne fosse ancora bisogno) dimostra per l’ennesima volta la centralità di questo personaggio in qualsiasi storia ambientata nella Terra di Mezzo. Nel corso delle numerosissime missioni secondarie, invece, incontreremo nuovamente l’esercito di Sauron, composto da orde di orchi dalle più disparate caratteristiche, tra vecchie e nuove conoscenze appartenenti a ben sette tribù: per procedere con la trama principale sarà necessario scovare ed eliminare o soggiogare i capitani di ogni regione, fino a salire la piramide gerarchica e spodestare le forze dell’Oscuro Signore dall’interno.

La Terra Di Mezzo: L'Ombra Della Guerra

Rispetto al primo capitolo, saranno presenti molti più comprimari, tutti ben caratterizzati e utili a rendere reale e profondo l’universo narrativo del gioco. Anche il rapporto tra Talion e Celebrimbor è stato oggetto di attenzione da parte degli storyteller: nella loro indissolubile unione, i due protagonisti si troveranno spesso in disaccordo sul come raggiungere il loro comune obiettivo, con un Talion a cui stanno a cuore le sorti degli uomini di Gondor e un Celebrimbor ben più propenso a sacrificare tutto e tutti pur di detronizzare il nemico.

Celebrimbor, anche da spettro, non ha perso le sue doti di fabbro elfico: L’Ombra della Guerra narra del suo piano di forgiare un nuovo unico anello che, libero dalla corruzione dall’oscurità, dovrebbe permettere a lui e Talion di battersi ad armi pari contro Sauron. Ovviamente quello che sembra così semplice sulla carta non lo è davvero nella realtà, tanto che l’improbabile coppia si ritroverà a fronteggiare innumerevoli ostacoli nel suo tentativo di vittoria. Rispetto a L’Ombra di Mordor, la trama e la caratterizzazione dei personaggi ne L’Ombra della Guerra è molto più curata: sebbene molti eventi siano per forza scontati – da Il Signore degli Anelli sappiamo che Sauron e i Nazgul non verranno uccisi da Talion, così come sappiamo che Shelob e Gollum sopravviveranno fino all’incontro con Frodo – gli eventi si dipanano in maniera credibile e appassionante, spronando il giocatore ad affrontare missione dopo missione con la curiosità di scoprire come gli eventi si incastoneranno nel complesso universo narrativo Tolkieniano.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Spada e martello

Il gameplay de la Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra è sostanzialmente una riproposizione di quanto già c’era di buono nel primo capitolo, con un affinamento di alcune meccaniche che oggi risultano molto più divertenti che in passato. I frequenti combattimenti contro gli orchi utilizzano l’ormai collaudato sistema della serie Arkham di Batman: un tasto per attaccare, uno per parare i fendenti nemici e alcune combinazioni particolari per sferrare devastanti mosse speciali una volta riempiti i rispettivi indicatori nell’hud, sempre visibile a schermo a fianco della mappa.

A rendere interessante e non noioso questo sistema ci pensano una nutrita serie di variabili: ci sono innanzitutto i diversi tipi di nemici che, chi con scudi e chi con armi speciali o particolari abilità fisiche, necessitano di un’apposita strategia per essere abbattuti, con buona pace di chi pensa di affrontare il gioco affidandosi a un generico button smashing. A completamento delle mosse a disposizione ci sono una serie di abilità legate alle capacità fisiche di Talion e dello spettro di Celebrimbor, acquistabili spendendo i punti esperienza guadagnati durante il gioco: soprattutto nelle fasi più avanzate dell’avventura – e ai livelli di difficoltà normale o difficile – contare su più mosse finali o sulla possibilità di aumentare le capacità stealth del protagonista sono elementi fondamentali per rendere non frustrante il gampelay.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

La componente ruolistica, però, non finisce qui: a completamento di quanto detto fin’ora, mancano ancora da citare l’equipaggiamento e il sistema nemesi, vero e proprio gioco dentro al gioco. Le armi, le armature e l’equipaggiamento si raccolgono dai nemici sconfitti: sono soprattutto i capitani a trasportare gli oggetti più rari e potenti, ma molte volte anche i soldati semplici portano con sè delle gemme dai più disparati effetti, che è possibile incastonare nell’equipaggiamento di Talion per aumentare le statistiche di vitalità, velocità, difesa e attacco del personaggio. Impossibile, a questo punto, non pensare a The Witcher: sebbene la perfezione del sistema di personalizzazione del personaggoi pensato da CD project Red sia a tutt’oggi ineguagagliabile, quanto offerto da L’Ombra della Guerra vi si avvicina in maniera interessante e perfettamente contestualizzata.

Per quanto riguarda il sistema nemesi, invece, è stato preso quanto di già buono era presente ne L’Ombra di Mordor ed è stato potenziato a dismisura: innanzitutto, la mappa di gioco è enorme e divisa in regioni, con uno specifico esercito di soldati semplici, capitani e generali per ognuna di esse. È compito del giocatore innanzitutto scoprire – raccogliendo documenti o interrogando i “vermi”, orchi che conoscono l’esercito – i nomi e i punti deboli dei capitani. Fatto questo, bisognerà scovarli e (inizialmente) ucciderli completando le relative missioni ad essi dedicate. Dopo qualche ora di gioco diverrà possibile soggiogare determinati orchi, che diverranno gli infiltrati di Talion nell’esercito di Mordor. Piegando la volontà dei ranghi più alti dell’esercito, sarà infine possibile radunare le truppe, potenziarle e armarle e, infine, utilizzarle contro Sauron. Tutto abbastanza efficace e semplice, se non fosse che essere il “senza morte” non significa non poter morire: essere uccisi da un qualsiasi nemico farà sì che questi salga di livello e di rango nell’esercito, mentre gli eventuali altri capitani uccisi verranno rimpiazzati, costringendovi a ricominciare il percorso di raccolta informazioni sui nuovi arrivati.

Ultima chicca, che vale la pena citare in questa sede, la cosiddetta minaccia di morte: interrogando un verme è possibile mandarlo da un capitano a portare un messaggio di sfida. Questa azione farà aumentare il livello dell’orco sfidato che, una volta sconfitto, lascerà a terra un equipaggiamento raro o comunque di livello superiore rispetto a quanto avrebbe altrimenti fatto. È quindi chiara la profondità di questo sistema nemesi riveduto, che vi assicuriamo vi spingerà a spendere ore a gironzolare per la terra di Mezzo semplicemente per giustiziare capitani, interrompere le loro ordalie o avvelenare le loro riserve di grog, per non parlare della possibilità di far combattere tra loro nell’arena gli orchi sotto il vostro controllo: tutte missioni apparentemente simili ma con sempre quella piccola dose di imprevedibilità che le rende divertenti e mai noiose, a dimostrazione di come gli sviluppatori di Monolith Productions si siano prodigati per rendere ancora migliore un sistema già di suo vario e divertente.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

La grafica del lucente signore

Il comparto tecnico di La terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra offre esattamente quello che ci si aspetterebbe: i modelli poligonali di Talion e del suo alter-ego Celbrimbor sono di tutto rispetto, così come le animazioni di combattimento e gli effetti di illuminazione che accompagnano le spettacolari mosse del Lucente Signore. Allo stesso modo, la caratterizzazione dei tantissimi orchi disponibili è encomiabile: sono tantissimi i particolari che differenziano ogni orco e, soprattutto, i capitani, ognuno dei quali ha dei tratti caratteristici che ne richiamano il nome da battaglia o la razza.

A soffrire un po’ sono invece le ambientazioni: sicuramente più varie e curate rispetto al primo titolo (che presentava soltanto l’area di Mordor vicino al cancello nero e la più rigogliosa area di Nurn), queste risultano a tratti un po’ spoglie e con elementi riciclati di tanto in tanto. Come per il gameplay, in un gioco di questa caratura è obbligatorio il confronto con i primi in classifica: anche in questo caso il confronto con The Witcher – soprattutto se pensiamo all’espansione Blood and Wine – vede vincere a mani basse il motore grafico dello Strigo, ma allo stesso tempo L’Ombra della Guerra non sfigura, seppur non ci sia capitato di fermarci ad ammirare il paesaggio come invece ci siamo fermati – non troppo, per ovvi motivi – a bocca aperta di fronte al Balrog. Di rilievo sicuramente la presenza di molte più ambientazioni, in favore della varietà: foreste, roccaforti di Mordor e intere città di Gondor come Minas Ithil sono soltanto alcuni esempi di scenari di gioco che, seppur non ricchissimi di dettagli, riescono perfettamente a rievocare l’immaginario di Tolkien. La buona notizia, comunque, è che le mappe brulicano di nemici, di villaggi e di missioni da affrontare, particolarità che distrae dallo scenario e fa concentrare il giocatore sull’azione, durante la quale il motore grafico la fa da padrone grazie alla fluidità delle animazioni e al livello di dettaglio dedicato a protagonista, orchi e personaggi secondari.

Di ottima fattura, infine, anche il comparto audio: con un buon sistema di amplificazione ci si ritrova veramente nel cuore della battaglia e immedesimati nel gioco, soprattutto ascoltando la profonda voce di un Nazgul o il ruggito di un drago, mentre la colonna sonora accompagna sempre i momenti di esplorazione o di azione animandosi di conseguenza. Decisamente curata anche la localizzazione, con il doppiaggio audio interamente in italiano di tutte le cutscene e dei pensieri di Celebrimbor e Talion, tutti elementi che amplificano il feeling cinematografico dell’esperienza.

La Terra Di Mezzo: L'Ombra Della Guerra

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra è un’esperienza imperdibile per tutti i fan de Il Signore degli Anelli, ma anche per gli amanti degli RPG fantasy in stile The Witcher: i primi saranno felici di ritrovare Talion, Celebrimbor, Shelob, Gollum e tanti altri personaggi della famosa saga, mentre i secondi si lasceranno sicuramente affascinare dal sistema di progressione del personaggio e dalle innumerevoli sub-quest, mai noiose e pensate apposta per spingere il giocatore ad esplorare in lungo e in largo tutta la mappa di gioco. Superiore in ogni dettaglio rispetto al suo predecessore con nuove tribù di orchi, un sistema di nemesi riveduto e migliorato, una trama da oscar e l’ineguagliabile carisma dell’opera magna di Tolkien, L’Ombra della Guerra è sicuramente una delle uscite per Playstation 4, Xbox One e PC di questo ultimo trimestre del 2017 da tenere d’occhio.

8.7

Pro

  • Trama accattivante e personaggi principali sempre carismatici
  • Il sistema Nemesi è davvero divertente
  • Ottime animazioni e tante mosse
  • Sistema di crescita del personaggio vasto e profondo

Contro

  • La vastità di alcuni scenari è a discapito di alcuni dettagli
  • Se non si conosce l'opera di Tolkien la trama perde molto
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