Monster Hunter Generations – Recensione

Col nome di “X” (pronunciato Cross) in oriente e di “Generations” in occidente, quest’ultimo capitolo della saga di Monster Hunter ha fatto la sua comparsa in entrambe le parti del mondo nella medesima versione, contrariamente agli ultimi capitoli usciti da noi direttamente nella loro edizione “Ultimate”. Sfruttando i migliori elementi dei precedenti capitoli e miscelandoli a delle novità interessanti, questa nuova creatura di Capcom unisce vecchio e nuovo alla perfezione ed è senza dubbio il miglior capitolo della serie.

Per chi conosce già il brand, Monster Hunter Generations risulterà fin da subito molto familiare. Questo capitolo infatti prende a piene mani dal suo predecessore, sfruttando praticamente ogni elemento basilare come la struttura delle missioni, dei personaggi, dei villaggi, il comparto grafico e quello sonoro. Se siete nuovi al mondo dei cacciatori di mostri vi invitiamo a dare un’occhiata alla nostra recensione del quarto capitolo uscito per 3DS lo scorso anno.

Le principali novità apportate in questo capitolo, cioè quelle di cui vi parleremo oggi, sono tre: gli stili di combattimento, le arti di combattimento e la fantastica modalità Cacciamiao.

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Combattimento stiloso

Il combat system è stato sorprendentemente rivoluzionato senza però abbandonare la base del titolo. In questo nuovo capitolo troviamo infatti gli stili di combattimento e le arti di combattimento. Queste due meccaniche andranno a braccetto per l’intera avventura, lasciandoci tirare una boccata di aria fresca in questo brand che iniziava ad essere stantio.

Le arti disponibili sono ben cinquantadue e non sono altro che abilità attive da utilizzare in combattimento. Perfettamente bilanciate e tutte utili, queste abilità vi consentiranno di sferrare attacchi più potenti, fermare l’utilizzo di stamina, sfuggire dal combattimento velocemente, stordire i nemici e tanto altro. Queste skill possono davvero rivoltare le sorti di uno scontro se usate nel modo giusto, ma sono tanto potenti quanto situazionali. A nostra sorpresa infatti abbiamo potuto notare che le arti non vanno per nulla ad abbassare la difficoltà del titolo fornendo power up troppo potenti, ma risultano perfettamente bilanciate.

Le arti possono essere utilizzate dipendentemente dal vostro stile di combattimento. Potrete scegliere fra quattro stili: stile Gilda, Offensivo, Aereo e Ombra. Ogni stile offrirà arti peculiari e in linea con il gameplay che questo offre.

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Lo stile Gilda risulta il più classico. Offre un gameplay identico a quello che abbiamo trovato nei vecchi capitoli, con la riuscita della missione data in mano solamente alla vostra padronanza con l’arma che avrete in pugno.

Lo stile Offensivo è il più rischioso tra i quattro disponibili, in quanto studiato per chi preferisce infliggere ingenti danni a discapito della resistenza. Vi ritroverete infatti con la capacità di fare più danni, tre slot per le arti (contro i due delle altre vie) che si ricaricheranno molto in fretta. Nonostante ciò però non avrete nessun buff alla stamina, che si ricaricherà alla normale velocità.

Lo stile Aereo è, come suggerisce il nome, quello più spettacolare e vistoso. Questo stile si basa sulla dinamicità, favorendo i salti e le schivate (che verranno sostituite da un dodge più lungo). L’utilizzo del Falcione Insetto non risulta nemmeno indispensabile, poiché potrete compiere attacchi aerei anche con le armi normali.

Lo stile Ombra è invece il più complicato e profondo. Questo stile vi garantirà la capacità di sferrare potenti contrattacchi ai vostri nemici a patto di schivarne gli attacchi con un tempismo perfetto. Quest’ultimo è sicuramente quello che più ci ha convinto, in quanto l’unico a risultare ancora valido anche nelle missioni high rank.

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A caccia coi gatti

Ci siamo tenuti il pezzo forte per ultimo: la modalità Cacciamiao. Per la prima volta nella storia del brand, in Monster Hunter Generations i Felyne smettono di essere dei semplici pet e si fanno largo sul campo di battaglia come protagonisti. Sfruttando questa nuova feature potrete infatti imbarcarvi in missione utilizzando, invece che il vostro cacciatore, un simpatico micione.

I Felyne posseggono svariati bonus: non hanno alcuna limitazione riguardante la resistenza, hanno una mobilità molto più alta rispetto ai normali cacciatori, rimarranno intontiti per pochi istanti prima di riprendersi da un urto, non subiscono effetti climatici e possono raccogliere materiali molto più in fretta di chiunque altro, senza nemmeno dover possedere gli oggetti necessari per la cattura. L’unico lato negativo risiede nel fatto che questi gattoni non infliggono nemmeno un quarto dei danni che un cacciatore può raggiungere e necessiteranno quindi sempre di un padrone umano per combattere i mostri più forti.

Anche se vi abbiamo parlato solo di questi tre elementi fondamentali Monster Hunter Generations eccelle anche in tutti gli altri suoi aspetti. Tecnicamente identico al suo predecessore, risulta fluido e tutto sommato gradevole da vedere, sia per la grafica (come sempre poco dettagliata, ma che garantisce un buon colpo d’occhio) che per il design.

Stravolgere senza snaturare non sempre risulta un’impresa possibile per la maggior parte degli sviluppatori, ma Capcom ci è riuscita. Monster Hunter Generations è un perfetto insieme di tutti gli elementi vincenti dei precedenti capitoli e di nuovi spunti interessanti e rivoluzionari.

9

Pro

  • Il miglior Monster Hunter fino a questo momento
  • La Modalità Cacciamiao, le Arti e gli Stili cambiano completamente le carte in tavola
  • Longevità quasi infinita

Contro

  • Grafica riciclata priva di miglioramenti
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