Mortal Kombat 1 RECENSIONE Semplice asciutto e divertente

Recensito su PC

Mortal Kombat 1 Recensione

Mortal Kombat si è guadagnato un posticino speciale nella cultura pop grazie a una particolare alchimia di fattori, che spazia dalla rappresentazione del grottesco, incarnato dalle iconiche fatality, culminando con un cast forte di un character design degno di nota.

E come dimenticare la canzoncina che urla sguaiata Mortal Kombat, il cui reale titolo è Techno Syndrome, erroneamente attribuita al videogioco, ben più calzante se accoppiata al film del ’95 di Paul Anderson? Ed Boon e i ragazzi di Nether Realm Studios sanno tutto ciò e ben padroneggiano il medium videoludico per confezionare prodotti per tutti i palati.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE | Dove eravamo rimasti

Mortal Kombat ormai prima di essere un picchiaduro è un fenomeno culturale e una enorme attenzione dedicata ad una story mode ricca di cinematics ne è sia il riflesso che la testimonianza della storia recente e delle ultime incarnazioni del videogioco targato Warner Bros.

È circa una settimana che mi cimento con il neonato Mortal Kombat 1 ed è il momento perfetto per affrontare la fase di recensione, dove vi parlerò di tutti gli aspetti del titolo, nel limite dell’economia di lettura. Titolare questo Mortal Kombat con il numero 1 è commercialmente valido al fine di attrarre le nuove leve del gaming verso il titolo, senza sollevare il timore di approcciare un titolo alla sua millesima iterazione (direzione presa da molti studi di sviluppo nella storia recente)

Questo è un chiaro ammiccare al finale di Mortal Kombat 11, dove Liu Kang, sconfitta la titanessa custode del tempo Kronika, si sbarazza una volta per tutte del perfido Shang Tsung e riscrive da capo la storia dell’universo. Cercherò di mantenermi il più possibile spoiler free, tuttavia quello del reboot è un misero specchietto per le allodole.

Mortal Kombat 1 è ASSOLUTAMENTE da interpretare come un sequel diretto, infatti ben presto scopriremo che la vecchia linea temporale non è esattamente andata distrutta. La storia principale viene come sempre narrata tramite delle cinematiche stupefacenti, dove saremo chiamati a Kombattere durante i momenti salienti, interpretando i vari personaggi del roster a seconda del capitolo in corso.

L’effetto spaccamascella è assicurato per due terzi della narrazione, ma un finale decisamente troppo affrettato spezza la magia senza possibilità di redenzione, andando a mancare un bersaglio che avevo fino al quel momento perfettamente centrato.

Sarebbe stato ben più saggio far concludere la storia di Mortal Kombat 1 tramite cliffhanger su uno dei colpi di scena finali e riprendere con cura e con le dovute attenzioni in un sequel. La modalità storia dura circa 4 ore, dato variabile a seconda della familiarità con il sistema di gioco e dalla conseguente difficoltà scelta.

Invasioni, torri e single player

Come vi accennavo, l’ammiccamento al single player è doveroso per un titolo come Mortal Kombat, forte di un brand che vive di un pubblico tanto eterogeneo che spazia dal giocatore competitivo al semplice fan che torna di titolo in titolo per la storia e il comparto brutality/fatality.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE Invasioni, torri e single playerMortal Kombat 1 RECENSIONE Invasioni, torri e single player
Invasioni, torri e single player

Oltre alle canoniche torri (una sequenza di scontri single player con premio finale), NetherRealm propone una modalità nuova di zecca: le Invasioni, un contenuto stagionale rappresentato da una sorta di tabellone sul quale muoversi di tappa in tappa, che propone scontri e minigiochi, spesso con modificatori casuali volti ad un’esperienza poco impegnativa, ma non per questo poco divertenti.

Il personaggio che sceglieremo di utilizzare sarà in grado di salire di livello, spendere punti per aumentare le parametrie (attacco, difesa, velocità etc.) e non mancano segreti da scoprire, strade alternative da percorrere e azioni speciali da compiere per sbloccare tesori e forzieri.

Kollektakon che passione

Vi ho parlato ti tesori, forzieri da aprire e oggetti da collezionare. Bentornati dunque nell’universo delle personalizzazioni di Mortal Kombat (leggermente più contenuto rispetto a quanto visto in Injustice 2).

Ogni personaggio può scegliere tra una delle molte personalizzazioni specifiche da collezionare e modificare, come ad esempio per Kitana i ventagli e per i ninja le maschere, che si dividono per rarità. A tutto questo aggiungiamo la presenza di Skin e recolor delle sopracitate e tanto tanto grind per ottenerle tutte.

Skin, armi, artwork, musica e altro si potranno sbloccare grazie all’avanzamento della maestria di personaggi e assist (parleremo delle assist nella sezione dedicata alle meccaniche di gioco), tramite le battaglie e i feroci boss delle invasioni e spendendo le monete di gioco per partecipare al classico gacha game che ci spillerà improperi e lacrime.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE Kollektakon che passione
Kollektakon che passione

C’è anche un negozio per le skin e i cosmetici stagionali, riscattabile tramite i punti farmabili nel PvP online e addirittura delle skin speciali fornite come ricompensa per ogni rank up nella classifica competitiva. Non può naturalmente mancare il negozio con skin ottenibili tramite valuta a pagamento e la rotazione degli elementi cosmetici in vendita.

Il collezionista e l’amante della saga si vede quindi garantito tantissimo contenuto cosmetico a disposizione a patto di grindare la modalità più consona al suo stile di gioco. Per questo motivo ritengo che Mortal Kombat 1 sia il titolo più accogliente di questa generazione di picchiaduro, che guarda oltre la player base competitiva ma cerca di ammiccare a tutti.

Kombattenti Kameo e assist

Per me che vivo di una bruciante anima competitiva, l’interesse è naturalmente volto al PvP, alle meccaniche del gameplay e alla giocabilità del titolo. Dopo due beta a dir poco disastrose, giocate durante l’estate, sono stato veramente sorpreso di attestare la bontà della build rilasciata al lancio, ma andiamo per gradi.

Mortal Kombat 1 si lascia finalmente alle spalle le varianti Kombat introdotte nel capitolo X, che alla lunga si sono dimostrate inefficaci per ben due titoli di seguito, semplifica il sistema di barre e introduce le assist.

Quando selezioneremo il nostro Kombattente, subito dopo dovremo scegliere un Kombattente Kameo tra i 15 proposti. Potremo chiamarli durante lo scontro tramite una barra a cooldown per fargli eseguire uno dei colpi che hanno a disposizione. Questo aspetto è decisamente interessante, perché a seconda del Kameo scelto potremo veramente sbizzarrirci.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE Kombattenti Kameo e assist
Kombattenti Kameo e assist

Immaginate di scegliere un personaggio senza proiettili: ci penserà il Kameo Sareena a fornire la potenza di fuoco, così da bilanciare il nostro campione. Scegliamo Skorpion e puntare su una strategia che ruota attorno al chip damage? Perfetto, verrà in nostro aiuto Cyrax a coprire stringhe in grado di infliggere parecchi danni da parata e infliggerne a sua volta.

La creatività è nelle mani del giocatore e stiamo vivendo giornate meravigliose di scoperte, proposte e strategie ed è veramente meraviglioso partecipare attivamente a questo florilegio di idee ed entusiasmo. Siate coscienti che presto si definirà un meta e che la sperimentazione terminerà presto, come tutte le cose affascinanti.

Sistema di Kombattimento

Mortal Kombat 1 continua la tradizione del gameplay da 4 bottini: pugno anteriore e posteriore, calcio anteriore e posteriore. A tutto questo andiamo a sommare il bottone per le assist e quello per la parata.

Unico nel suo genere, la visione creativa di Ed Boon e dei ragazzi di Nether Realm continua a proporci il sistema con parata su tasto, con tutte le importanti conseguenze che ne derivano, andando a differire dagli altri colleghi 2D che replicano la secolarizzata soluzione dell’input di movimento all’indietro.

NB: Mortal Kombat non è l’unico picchiaduro ad avere la parata su bottone, molti altri titoli hanno scelto in passato questa particolare configurazione, basti pensare a Dead or Alive, Pokken, SoulCalibur e perfino quel meraviglioso platform Fighter chiamato Smash Bros. viene in ogni caso considerato desueto e peculiare per un 2D fighter adottare questa soluzione.

Torna l’amatissima meccanica delle Kombo aeree, in grado di aggiungere una buona dose di spettacolarità all’azione su schermo, che tuttavia non intacca la struttura base delle combo, che vedono replicata la formula divisa in tre tempi: starter (spesso con launcher), filler (in questo titolo spesso in aria) ed ender (culminando nella maggior parte dei casi con una mosse speciale).

Le barre special sono in totale 3, inizieremo il round con 1 barra carica a disposizione e ne guadagneremo una ulteriore se saremo noi a mettere a segno il primo colpo. La barra si guadagna infliggendo e subendo danno, tutto ciò rende il guadagno di meter molto veloce.

La barra può essere spesa in due modi: 1 segmento per amplificare una mosse speciale, che spesso ne modifica le caratteristiche non solo a livello di danno, ma anche di frame o tipologia di colpo. L’altro modo per spenderla è consumarle tutte e 3 ed interrompere una stringa in corso che stiamo subendo. Semplicissimo, asciutto ed efficace.

L’altra meccanica speciale del titolo è rappresentata dal ritorno delle Fatal Blow, potenti mosse disponibili solo quando scenderemo sotto la soglia del 30% di HP. Questa mossa, attivabile con la pressione simultanea dei dorsali del pad, se andata a segno è disponibile solo una volta per tutta la durata della partita e non solo del round.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE Sistema di Kombattimento
Sistema di Kombattimento

Se invece il fatal Blow sarà stato parato o andato a vuoto, tornerà disponibile nel giro di una manciata di secondi.

Il titolo è molto asciutto a livello di move set, avremo a disposizione poche stringhe per personaggio (con dovute eccezioni, perché il bilanciamento sembra tutt’altro che sobrio e ci sono kombattenti ben più forniti a livello di kit) e meno di dieci mosse speciali a personaggio (esempio: mossa speciale= Hadoken), più tutte le variante potenziate dalla barra delle sopracitate.

A differenza di Street Fighter, profondo e complesso, Mortal Kombat è molto semplice e divertente, ottimo per iniziare a giocare ai picchiaduro, a patto di studiare i fondamentali del gioco. Non saremo mai chiamati a cancellare input in altri input con super ardue da performare, non sembra ci sia nulla del livello del run cancel di Ken di SF6.

La difficoltà sta più nella gestione dei giusti tempismi per chiamare l’assist e la capacità di bufferare gli input delle combo, basta un pochino di legacy knowledge per prendere il pad in mano e divertirsi fin da subito, vista la creatività delle stringhe, che a seconda dello starter vanno a modificare il loro corpus.

Altro elemento da tenere in considerazione è il chip damage, ovvero il danno da parata, sempre presente sia sulle normal che sulle special. Questa meccanica (sebbene sia inusuale vedere il chip damage anche sulle normal) ben si bilancia nell’economia degli scontri, che si susseguono piacevoli e fluidi.

Naturalmente alla fine dell’ultimo round, lo sconfitto inizierà a vacillare sul posto, la voce fuori campo ci suggerirà il canonico: FINISH HIM! E sarà il momento della Fatality. Le immancabili Fatality e Brutality tornano in pompa magna, incarnando lo spirito di Mortal Kombat.

Aspetti tecnici e SSD

Mortal Kombat 1 gira fluidamente su PC di fascia alta e media, mantenendo stabili i 60 FPS, con un comparto grafico piacevole, in grado di bilanciare l’azione gore su schermo, rendendola il più delle volte buffa e ricca di ironia.

Tutto questo a patto di possere un SSD, installando MK1 su normale HDD i tempi di caricamento saranno stellari e risulterà praticamente impossibile giocare online. Sulla scheda tecnica del prodotto un SSD è consigliato, ma fidatevi, a conti fatti è indispensabile.

Ho giocato circa 50 ore su PC senza problemi, anche se in questi giorni si sta mostrando una versione Nintendo Switch da mettersi le mani nei capelli, ma visto che non ho avuto la fortuna (o sfortuna che dir si voglia) di provarla, mi limito a parlare della mia esperienza empirica col titolo e esclusivamente della versione PC.

Il netcode si è dimostrato stabile in una percentuale soddisfacente di match online, ma naturalmente tutto fuorché infallibile, ma andremo ad approfondire l’argomento nella sezione della recensione di Mortal Kombat 1 dedicata al comparto online.

Online e Kombat League

Abbiamo esplorato i meandri del single player e le meccaniche del combat system di Mortal Kombat 1, è dunque giunto il momento di approfondire ciò che concerne l’esperienza online, tanto cara a chi come me predilige l’esperienza classificata e competitiva del titolo.

Premetto doverosamente che l’esperienza online (a patto di possedere il sopracitato SSD) è nella maggior parte dei casi fluida e piacevole. Tuttavia diversi aspetti nell’infrastruttura mi hanno fatto storcere il naso.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE Online e Kombat League
Online e Kombat League

In primis non potremo filtrare gli avversari in base alla connessione, andando come di consueto ad escludere i wi-fi warriors e gli avversari con connessioni instabili, ma una volta accoppiati con l’avversario nella Kombat League, saremo costretti a kombattere.

Gli incontri online sono strutturati in modalità FT3, ovvero il primo giocatore che arriverà a 3 set vinti, metterà fine una volta per tutte alla contesa classificata, tuttavia se vinceremo il game, non avremo la possibilità di ritirarci. Sarà l’avversario a scegliere se continuare a combattere in cerca della rimonta o lasciare la lobby.

Unite quest’informazione con l’impossibilità di filtrare gli avversari: ne conseguono scenari apocalittici. Mettiamo caso di dover affrontare un avversario in wi-fi armato di una pessima connessione. Se non vorremo perdere punti saremo costretti a vincere 3 match di fila, giocando a scatti.

La Kombat League offre inoltre ricompense stagionali basate sul rank, come skin e armi per i nostri beniamini e dal mio punto di vista è stimolante e una ghiotta opportunità per unire utile e dilettevole, dopotutto sono una nota fashion victim dei comparti cosmetici dei titoli che preferisco e adoro le ricompense legate alla ladder.

C’è naturalmente la possibilità di affrontare avversari in match casual e amici online. Nient’altro.

Mi duole osservare che rispetto al meno recente Street Fighter 6 del quale potete trovare qui la recensione, sono assenti parecchie quality of life che ormai davo un po’ per scontate. Anche la mancanza del crossplay al lancio mi ha fatto storcere il naso e ha frammentato le community in base alla piattaforma preferita.

Mortal Kombat 1 RECENSIONE C'è la possibilità di affrontare avversari in match casual e amici online
C’è la possibilità di affrontare avversari in match casual e amici online

Mortal Kombat 1 è un gioco per tutti, dagli amanti del brand che preferiscono il comparto single player, agli accaniti amanti del competitive online. Ed Boon ha saputo ascoltare la community e ha corretto il titolo in corso d’opera recuperando la velocità di movimento e confezionando un gameplay niente male, sicuramente il migliore dal 9 capitolo.

Purtroppo la mancanza di un supporto online in linea con le necessità e le proposte della current gen gli impediscono di centrare del tutto il bersaglio del comparto online, così come il finale frettoloso e il drop di qualità della story mode vanno a inficiare negativamente su un prodotto dal gigantesco potenziale.

Dal canto mio, vedo all’orizzonte un paio di migliaia di ore di gioco, per un Mortal Kombat 1 semplice, asciutto e decisamente divertente. Test your Might! E non dimenticarti di unirti alla nostra community su Steam, fresca fresca di creazione (qui ti lascio il link).

8.5
Semplice asciutto e divertente

Pro

  • Semplice e divertente
  • I Kameo sono una valida aggiunta
  • Buon comparto single player

Contro

  • Pessimo finale della Story Mode
  • Modalità online ingenue
  • SSD obbligatorio
Vai alla scheda di Mortal Kombat 1
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