Onimusha Blade Warriors – Recensione Onimusha Blade Warriors
Un nuovo episodio
La saga di Onimusha è sicuramente una tra le più degne di nota presenti nel parco titoli della Playstation 2; sono parecchi ormai i fan delle gesta eroiche di Samanosuke e company. Dopo un secondo capitolo reputato “un autentico capolavoro” da più di una testata giornalistica, il team di sviluppo di Capcom ha ben pensato di regalare al pubblico uno spin-off della serie sotto forma di picchiaduro, giusto per smorzare parzialmente l’attesa dell’uscita del terzo capitolo.
Onimusha Blade Warriors tenta di entrare a far parte della (purtroppo esigua) schiera dei picchiaduro su livelli, puntando principalmente sulla popolarità ed il carisma dei suoi protagonisti, più che sulle scelte tecniche o l’originalità. Vediamo insieme di che cosa si tratta.
Una storia che non si ripete
Purtroppo Onimusha Buraiden (questo è il nome del gioco nella terra del Sol Levante) non ha una collocazione all’interno della linea temporale della saga; cosa che può sembrare sia un bene che un male a seconda del punto di vista, ma quello a cui ci troviamo di fronte non è altro che un semplice miscuglio di personaggi, principali e non, dei primi 2 episodi. Ogni singolo giocatore avrà un suo scopo o missione, e intreccerà le proprie vicende con gli altri protagonisti, per dare una minima parvenza di filo logico, seppur a volte con risultati piuttosto scarni.
L’unione fa la forza… o la rissa ?
Se avete giocato a titoli come Super Smash Bros, la somiglianza con questo Onimusha sarà la prima cosa che vi verrà in mente, questo proprio perché il sistema di gioco e il gameplay sono molto simili a quelli già visti nel famoso capolavoro di casa Nintendo. I personaggi da noi gestiti potranno darsele di santa ragione all’interno di livelli dalla parvenza tridimensionali, e passare da un piano di profondità all’altro, tramite la semplice doppia pressione dei tasti su e giù della croce direzionale; un sistema di gestione dei combattimenti già visto negli anni 80 e 90 nella famosa serie targata SNK dal titolo Fatal Fury. Per il resto il sistema di controllo resta quasi del tutto invariato rispetto ai due precedenti giochi: il tasto quadrato per gli attacchi semplici, il cerchio per l’assorbimento delle anime, il triangolo per gli incantesimi e così via.
Inizialmente il roster dei personaggi sarà composto da 12 elementi principali. Durante il procedere delle varie storie avremo la possibilità di prendere strade diverse a seconda all’andamento dei combattimenti, in base a parametri come: tempo impiegato, difficoltà selezionata, anime raccolte e cose simili. In questa maniera si potranno sbloccare nuovi personaggi giocabili (anche alcuni nuovi appositamente creati per questo titolo), ambienti di combattimento e qualche piccolo extra. L’unico problema di fondo di questo sistema è l’eccessiva ripetitività; infatti per completare ogni singola storia, sarà necessario intraprenderla più volte con diversi livelli di difficoltà, prendere ogni singolo bivio e potenziare al massimo le capacità del personaggio tramite l’ausilio delle anime raccolte per infonderle nelle armi a disposizione, proprio come si fa dal primo Onimusha.
Per il resto, come da classico canone dei picchiaduro ad incontri, il meglio del titolo viene fuori quando si gioca in multiplayer, specialmente se si dispone di un multitap per poter collegare fino a 4 pad e darsele di santa ragione in una mega rissa all’ultimo sangue a base di spade e magia.
“Fatti non foste per viver come bruti”
Nonostante i numerosi difetti e i riciclaggi del gameplay, Onimusha Blade Warriors gode di una realizzazione tecnica discreta, sinonimo di un certo impegno da parte degli sviluppatori.
Il motore grafico svolge tranquillamente il suo lavoro senza troppi intoppi, tenendo sullo schermo fino ad 8 combattenti senza il minimo rallentamento. La grafica è piuttosto buona dal punto di vista dei dettagli, con personaggi ben caratterizzati e degli effetti di luce carini nei momenti più topici, forse una delle cose che stona in questo campo è la legnosità dei movimenti di alcuni dei protagonisti, incentrata maggiormente nelle fasi di salto.
Per quanto riguarda l’audio si può dire che l’accompagnamento è azzeccato e particolarmente d’atmosfera; le musiche sono ben collocate nelle aree senza stonare mai nelle situazioni di combattimento, il tutto poi è arricchito da effetti sonori di buon livello, come di consuetudine in questa serie.
Il sistema di controllo, come precedentemente accennato, non gode di grosse variazioni se non per l’inclusione della funzione di salto, ma incide negativamente su molti degli aspetti del gameplay, rendendo la giocabilità di ogni singolo personaggio quasi del tutto identica. Con questo sistema infatti, ci renderemo conto in fretta che le differenze tra i vari protagonisti sarà davvero esigua, quasi a sottolineare che la preferenza tra uno e l’altro può essere dettata anche solo dalle peculiarità dei suoi incantesimi.
Per farla breve
Le persone che potrebbero apprezzare questo titolo sono solamente i fan o gli amanti di picchiaduro “particolari”; Onimusha Blade Warriors ha ben poco divertimento da offrire se non a chi di norma gioca in compagnia di amici per farsi qualche risata, ma può comunque piacere. La maggiore varietà la si potrebbe estrapolare dalla definitiva grandezza del roster, che include personaggi unici ed anche un paio di special guest da una delle famigerate serie della Capcom. Volete sapere di chi si tratta ? Vi daremo un piccolo indizio… “Jack In !”