RAIDOU Remastered Recensione

Giocare RAIDOU Remastered per una persona che non ha mai avuto il piacere di provare l’originale è un’esperienza molto strana. Nonostante Atlus abbia ormai definitivamente preso la scelta di togliere il titolo “Shin Megami Tensei” da tutti i suoi titoli non mainline, l’avventura di Raidou Kuzunoha XIV è immediatamante collegabile ai Megaten.
Non solo perché l’immaginario è lo stesso, con il medesimo approccio alla collezione dei mostri e alla loro fusione, ma anche perchè l’originale Raidou Kuzunoha vs The Soulless Army è uscito nell’era in cui ogni spin-off di Megaten aveva un suo sottotitolo; in questo caso Devil Summoner.
A differenza di quanto successo con Soul Hackers 2 o persino Persona, però, forse l’idea di togliere Shin Megami Tensei del titolo in questo caso è molto più condivisibile. RAIDOU Remastered è un gioco che nasce si dall’immaginario dei Megaten, tuttavia si distacca dalle proprie radici molto più di ogni altro titolo del franchise.
Giocarlo da fan della serie mainline e degli spin-off principali è appunto un’esperienza strana perché ciò che il titolo offre è completamente diverso da quanto ci si possa aspettare. RAIDOU Remastered non ha nulla del dungeon crawling che ha caratterizzato la serie e porta anche poco della difficoltà strategica per cui i suoi cugini sono noti (specie da Shin Megami Tensei III Nocturne in avanti).
L’approccio al combattimento action è solo la punta dell’iceberg di ciò che rende RAIDOU Remastered unico nella libreria Atlus, ben più distinto anche dei Devil Survivor. L’esperienza è essenzialmente quella di un’avventura abbastanza concentrata, dalla durata di una decina d’ore, con lievi componenti RPG ad arricchire un sistema di combattimento semplice ma mai noioso.
RAIDOU Remastered Recensione
Ad introduzione conclusa, voglio ricordarvi che non è la prima volta in cui vi parlo di RAIDOU Remastered. Potete invece trovare il mio provato a questo link. Nell’articolo anteprima sono già entrato molto nel dettaglio del combattimento e ho iniziato ad accennare alle peculiarità strutturali del gioco, vi invito a recuperarlo perché potrei glissare alcuni dettagli già citati allora.
La storia inizia con la nascita di Raidou Kuzunoha XIV. Il nome originale che sceglierete per il protagonista verrà immediatamante sovrascritto dal titolo di Raidou Kuzunoha e verrà introdotto il ruolo dell’evocatore: proteggere la capitale del Giappone dalle minacce del Mondo Oscuro.
Per farlo, la società a capo dei Kuzunoha, la Yatagarasu, si appoggia ad un detective privato chiamato Narumi ed è tramite l’agenzia investigativa che viene inquadrata la struttura narrativa del gioco.

Il ruolo di investigatore del protagonista è molto importante nel corso di tutto il gioco, in quanto sia la struttura narrativa che quella di gameplay si baseranno su una sequenza fissa composta da: scopri nuova mappa, investiga su un piccolo mistero, scopri che è collegato al mistero principale, esplora la stessa mappa nel Mondo Oscuro, investiga ancora un po’, sblocca il dungeon di fine capitolo.
Ci sono alcuni episodi che cambiano la struttura, ma per la maggior parte del tempo il gioco mantiene questa formula. L’avventura è quindi piuttosto lineare ma soprattutto praticamente priva di prolungate sezioni di puro gameplay.
La formula che ho descritto fa rimbalzare costantemente il giocatore tra dialoghi, combattimenti brevi ed esplorazioni, costruendo un ritmo accattivante ma che mi ha lasciato un retrogusto amarognolo.
Se è vero che RAIDOU Remastered diverte costantemente, è anche fattuale come ci sia relativamente poco contenuto nel quale il giocatore è lasciato libero di affrontare una sfida o esplorare un dungeon.
Level Design molto semplice e combattimento action per un gioco che va veloce
Proprio parlando di dungeon arriviamo a quello che ho trovato il più grande limite del gioco: il level design. Gran parte dei livelli considerabili “dungeon” sono limitati ad un paio di corridoi oppure alle mappe esplorabili normalmente ri-utilizzate con qualche piccola gimmick.
Il primo livello anche solo reminiscente della struttura esplorativa che ci si aspetta da uno Shin Megami Tensei arriva a capitolo 8, su 12, ed in totale ci sono solamente tre di queste istanze, escludendo le zone che si limitano ad essere un paio di strade con un boss alla fine.

Fondendo il level design semplicistico con il sistema di combattimento action, decisamente più veloce ma anche meno strategico dei cugini a turni visti negli altri spin-off, si ottiene un gioco molto veloce e sono convinto la cosa sia intenzionale.
Tuttavia che questo sia l’intento o meno, non posso fare a meno di provare un certo senso di insoddifazione a ripensare all’avventura. Si può completare in circa tredici ore, le varie sezioni di gioco volano molto in fretta e l’esperienza non è riuscita a lasciarmi il segno con nessuno dei suoi livelli, se non quel dungeon di capitolo 8 che ho già citato ed il livello finale.
Una storia freneticamente giapponese
Più penso all’interezza di RAIDOU Remastered più mi rendo conto che la sua intera struttura sia pensata a supporto della narrazione. La storia di Raidou Kuzunoha XIV è il vero e proprio selling point del gioco…o meglio, Raidou stesso è pensato per essere il punto di forza.
Non perchè sia un bel personaggio, anzi è muto per tutta l’esperienza praticamente, ma perché analizzandolo si capisce il vero scopo di questo spin-off. RAIDOU Remastered The Mystery of the Soulless Army è un “power fantasy” esageratissimo che vuole far sentire al giocatore di essere il più forte.

Nonostante il nome scelto all’inizio venga sovrascritto dal titolo di Raidou Kuzunoha, il protagonista è scritto come “self-insert”, come avatar del giocatore. I dialoghi di conseguenza di concentrano esclusivamente sullo spiegare quanto puro, forte e coraggioso sia Raidou, come sia la speranza del Giappone, come la sua esistenza sia la discriminante tra una realtà distopica e una…meno distopica.
Questo approccio potrebbe risultare molto infantile, persino noioso…ma gli scrittori hanno saputo farlo funzionare con una scelta semplice. Tutti gli NPC amano Raidou, quindi è d’obbligo dimostrare come lui sia degno di tale adorazione, cosa che la storia procede a fare mettendo l’investigatore in situazioni progressivamente più assurde.
La storia del gioco porta Raidou ha fare cose assurde, sconfiggere nemici ridicoli con metodi estremamente memorabili. Dove i dungeon han fallito a rimanermi impressi, le varie scene in cui il cattivone di turno fa qualcosa di esagerato e Raidou riesce ad uscire le ricorderò a lungo.
Non è una narrazione profonda, non ha personaggi particolarmente profondi (per quanto siano tutti ben scritti nella loro semplicità) di contro, RAIDOU Remastered è una delle storie più divertenti che abbia mai giocato in un action RPG. Ironicamente la durata ridotta di cui ho lamentato poco fà gioca a favore del puro divertimento della scrittura.
In definitiva, RAIDOU Remastered è uno spin-off molto strano della serie Shin Megami Tensei e non posso consigliarvelo per nessuno dei motivi per cui solitamente si consiglia la serie. Non ha il dungeon crawling soddisfacente dei main line o di molti spin off, non offre sistemi di combattimento strategici e soddisfacenti come i titoli che utilizzano il Press Turn system e non brilla nemmeno particolarmente in atmosfera, come un Soul Hackers 2 o un Nocturne.
Tuttavia posso consigliare RAIDOU Remastered per un motivo completamente diverso e unico nella serie. Giocatelo per la storia, giocatelo per sentirvi dei mostri del combattimento, divertitevi in questa avventura folle che ha più in comune con un Ultraman che con uno Shin Megami.
RAIDOU Remastered è un'avventura divertente ma pecca in level design
Pro
- Storia memorabile
- Ritmo veloce che diverte costantemente
- Ottima colonna sonora
Contro
- Level Design molto limitato
- Il combattimento pecca in strategia