Resident Evil 3 Remake – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Capcom l’ha fatto di nuovo: non bastava prendere il più famoso survival horror della storia e riproporlo in salsa remake come fatto con Resident Evil 2. Lo hanno fatto anche con Resident Evil 3: Nemesis, e ci sono (anche se con risultati altalenanti) riusciti ancora una volta. Il Resident Evil di mezzo, quello che sanciva la fine di una trilogia che sarebbe passata alla storia e, allo stesso tempo, si immolava a pietra tombale di un genere che avrebbe da lì in poi subito sempre più contaminazioni action, con Resident Evil 3 Remake ci viene riproposto dopo essere stato sottoposto a una cura di steroidi non indifferente, con il RE Engine e un redesign di personaggi, situazioni e trama che dopano l’esperienza tanto quanto il Virus T ingigantisce il terribile antagonista che rende memorabile questo titolo.

A suo tempo ci eravamo permessi un paragone musicale, rapportando Resident Evil 2 Remake alla Sweet Dreams di Marylin Manson. Per Resident Evil 3 Remake ci sentiamo di fare un paragone un po’ meno marcato e, continuando sullo stesso filone, potremmo prendere d’esempio la Come Togheter degli Aerosmith: un gran brano, ci mancherebbe, ma che non incupisce o stravolge con così tanta incisività l’opera originale traccia dei Beatles, limitandosi a renderla più moderna e ritmata per un pubblico affamato di rock n’ roll.

Resident Evil 3 Remake prende tutto quello che di buono c’era nel remake precedente e affina ulteriormente la ricetta per sfornare un prodotto finale che rende giustizia a un Resident Evil sempre troppo poco citato nelle chiacchiere tra amici, schiacciato tra il titanico RE2 e l’altrettanto innovativo RE4. Il problema più grosso di RE3 Remake è – non sappiamo come dirlo in altra maniera – essere Resident Evil 3, in tutti i suoi pregi e difetti: la quantità dei contenuti, la trama, i personaggi, sono sì rivisitati ma, seguendo la strada tracciata con RE2 Remake, l’universo narrativo e la composizione del gioco originale non vengono stravolti. Questo fa sì che sia un buon gioco, ma allo stesso tempo lo mette a confronto con un diretto avversario impossibile da battere: quel Resident Evil 2 Remake che ci ha abituato a una mole di contenuti e rigiocabilità decisamente più succulenta.

Resident Evil 3 Remake

Ma andiamo con ordine: Resident Evil 3 Remake si svolge negli stessi giorni di RE2, con l’avventura dei protagonisti – Jill Valentine e Carlos Oliveira – che si interseca con quella di Claire e Leon per situazioni e luoghi visitati, senza però che questi vadano mai a incontrarsi. Conclusa la missione a Villa Spencer narrata nel primo Resident Evil, Jill è rimasta a Raccoon City per delle indagini, e le mancano pochi giorni prima di poter tornare a casa. Peccato che la situazione precipiti in modo irreparabile e, durante le poche ore di sonno che la ragazza si concede dopo una dura giornata di lavoro, la città sia infettata dal temibile Virus T.

Resident Evil 3 Remake inizia con il botto, sbattendo fin dai primi secondi in faccia al giocatore la bontà del comparto tecnico, la forza di sopravvivenza di Jill e lui, l’antagonista più coriaceo dell’intera serie: il Nemesis, che tra fiamme e distruzione vi darà del serio filo da torcere durante tutto il corso dell’avventura. A parte il taglio narrativo più moderno con questo inizio al fulmicotone (che per i primi secondi richiama addirittura Resident Evil VII), il resto della storia procede ostentando un’incredibile fedeltà al RE3 originale, prendendosi qua e là alcune doverose licenze poetiche che rendono più cinematografica la vicenda, oltre a legare molto meglio rispetto al passato le citazioni agli accadimenti raccontati in Resident Evil 2 Remake. Dal trailer mostrato alla fine della demo sapete già che nel gioco saranno presenti Marvin e Mr. Kendo di RE2: non possiamo (né mai vorremmo -N.d.R.) spoilerarvi nulla, ma sappiate che anche se si tratta di semplici camei si tratta di momenti che da fan abbiamo apprezzato moltissimo.

Resident Evil 3 Remake

Ma anche Capcom ogni tanto si merita una tirata d’orecchi, in questo caso per aver eliminato una delle caratteristiche più interessanti di Resident Evil 3: nell’originale era possibile, in diversi momenti dell’avventura, decidere come comportarsi nei momenti chiave tramite un sistema di scelta multipla. Nascondersi piuttosto che saltare fuori da una finestra mentre si era in fuga dal Nemesis, così come scegliere se accecarlo o tramortirlo sfruttando l’ambiente circostante erano opzioni che, sebbene portassero a lievi variazioni nella trama che tornava presto sui binari prestabiliti, rendevano intrigante il gameplay grazie alla componente “what if?” e spingevano a rigiocare la campagna solo per assistere alle scene dettate dalle differenti scelte possibili. Bene, tutto questo, nel remake, non esiste.

Ed è un vero peccato perché, a completare la campagna impiegherete poco più di quattro ore e, anche riaffrontando la sfida ai diversi livelli di difficoltà per scoprire i vari segreti, i potenziamenti per le armi e sbloccare perks (acquistabili con moneta di gioco virtuale) e modalità di gioco aggiuntive, la longevità di RE3 Remake risulta comunque limitata se comparata alle diverse quattro run che è possibile affrontare nei panni di Leon e Claire in Resident Evil 2.

Resident Evil 3 Remake

Resta comunque il fatto che la storia, anche se semplice, nella sua breve durata mantiene un ritmo sempre alto e serrato: calcare nuovamente le strade di Raccoon City, esplorare (anche se brevemente) la stazione di polizia e svelare i piani della Umbrella è sempre un piacere, su questo non si discute.

A RE3 Remake va anche il merito di bilanciare maggiormente tra Jill e Carlos: benché la ragazza sia la protagonista indiscussa dell’avventura, in questo Remake avremo più occasioni che in passato per imbracciare il fucile nei panni del co-protagonista maschile della vicenda, che come da copione si cala a sua volta nei panni del Chris Redfield di turno, mostrando muscoli e testosterone in alcune situazioni dove solo un soldato addestrato può gettarsi a testa bassa.

Resident Evil 3 Remake

Lato gameplay, confermiamo l’ottima impressione già avuta nell’analisi della demo: Resident Evil 3 Remake è stato maniacalmente curato per essere veloce e preciso in ogni dettaglio, oseremmo dire quasi chirurgico. È così che, per la felicità degli speed runner – sempre parlando di longevità, per il grado S dovrete completare il gioco a difficoltà normale in meno di due ore e mezza – i miglioramenti introdotti con RE 2 Remake si fanno ancora più tangibili: l’incredibile velocità dei caricamenti e dei salvataggi, il passaggio tra i vari ambienti senza rallentamenti e nessuna soluzione di continuità, l’eliminazione dello zoom con descrizione ogni volta che si raccoglie un oggetto, la mappa che indica le aree in cui sono ancora presenti oggetti da raccogliere… potremmo andare avanti ancora, ma avete capito che stiamo parlando di un lavoro di regia complessiva in cui nulla è stato lasciato al caso.

Resident Evil 3 Remake

Parlando del Nemesis, dimenticatevi del Mr. X di Resident Evil 2, che a confronto sembra un pupazzetto di pezza: il Nemesis vi darà serio filo da torcere, e quando diciamo serio intendiamo dire che al livello di difficoltà più alto vi sentirete come un Toad nell’universo di Dark Souls: sono permessi davvero pochissimi errori e il Nemesis, soprattutto durante le prime due ore di avventura, vi starà quasi sempre alle calcagna costringendovi a memorizzare i suoi pattern di attacco, a ragionare velocemente e, manco a dirlo, ad affrontare qualche sessione di trial and error per identificare il percorso migliore da seguire per raggiungere l’obiettivo senza che l’immenso Tyrant vi massacri con un solo gesto.

Resident Evil 3 Remake

La buona notizia è che rispetto a Resident Evil 2 Remake gli zombie – escludendo la difficoltà estrema – sono molto più semplici da abbattere e, grazie all’ampio raggio d’azione dei barili esplosivi e delle granate, unitamente alla capacità di Jill di schivare gli attacchi nemici premendo il tasto R1 con il giusto tempismo, non vi daranno poi così tanto filo da torcere se non quando ve li ritroverete di fronte in gruppi numerosi, o quando vi coglieranno di sorpresa comparendo da dietro un angolo.

Discorso a parte per gli Hunter che, quando non lo farà il Nemesis, saranno in grado di uccidere Jill con un solo colpo anche al livello di difficoltà più basso: sarà quindi fondamentale mantenere sempre alta l’attenzione, perché se è vero che il gioco mette a disposizione abbastanza munizioni e polvere da sparo (da combinare per ricavare i diversi tipi di proiettili), è altrettanto importante che vi ricordiate di mirare alla testa e verificare che i nemici a terra siano effettivamente morti del tutto, pena una vostra dolorosa e truculenta dipartita.

Resident Evil 3 Remake

Interessante la rivisitazione di alcuni degli enigmi e delle boss fight di questa versione di RE3, che ovviamente strizzano l’occhio a più riprese al gioco originale: se i momenti in cui vi ritroverete costretti a battervi contro il Nemesis hanno sicuramente trovato nuova vita grazie alle possibilità offerte dall’hardware dell’attuale generazione di console, lo stesso non si può dire degli enigmi, che sono purtroppo pochi e non sicuramente memorabili: anche contando i puzzle opzionali, necessari per lo più a recuperare risorse consumabili o potenziamenti permanenti per le armi, il livello di sfida offerto non eguaglia nemmeno da lontano quello offerto dai primi due Resident Evil. Per intenderci, il solo puzzle dei pezzi degli scacchi per aprire la porta e salvare Sherry in Resident Evil 2 Remake vale tanto quanto tutti gli enigmi presenti in Resident Evil 3 Remake: se siete fan dei vecchi RE, quelli pieni di backtracking per raccogliere e posizionare medaglioni, gemme, e chiavi con i simboli delle carte da gioco, non dite che non vi avevamo avvisato.

Resident Evil 3 Remake

Se c’è un comparto in cui Resident Evil 3 Remake stupisce, è quello tecnico: il RE engine mostra i muscoli, la console soffia come sono solite fare le macchine a ridosso del cambio generazionale e il Nemesis non ci ha mai lasciati così di stucco. Se in RE3 il Tyrant aveva a disposizione “solo” un lanciarazzi, nel remake Capcom lo ha fornito anche di un lanciafiamme, e vi garantiamo che il motore grafico vi metterà di fronte a una realizzazione del fuoco così intensa da farvene percepire il calore. Allo stesso modo le animazioni di Jill e degli zombie, così come il terrificante look dei ragni giganti e il design degli ambienti in generale, sono di ottima fattura e concorrono come mai prima d’ora a trasmettere qual brivido di orrore che vi correrà lungo la schiena quando vi ritroverete improvvisamente circondati dai non morti nella penombra di una strada, o quando il Nemesis irromperà improvvisamente pronto a rendervi la vita un inferno fiammeggiante.

Di ottima fattura anche le musiche, gli effetti sonori – lo “Stars” pronunciato dal Nemesis non poteva non essere d’altronde ripreso e reso ancora più pauroso nel remake – e il doppiaggio italiano, in grado di rivaleggiare con la (sempre ottima e di altissimo livello) controparte inglese.

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Completa il pacchetto Resident Evil Resistance, il gioco multiplayer asimmetrico in cui quattro giocatori combattono contro i mostri e le trappole scatenate loro addosso da un quinto player, il “Mastermind”. Per quanto l’idea di fondo si rifaccia a titoli come Dead by Daylight, il fatto che il “mostro” di turno non scenda direttamente in campo ma giochi le sue mosse da una sorta di control room, unita al fascino del ricchissimo universo narrativo di Resident Evil, è avvincente e ricca di spunti interessanti per garantire una buona longevità e una qualità tale da spingere a ritornare in game per completare le varie sfide giornaliere proposte da Capcom. Per il momento, se speravate di provare questa modalità con la open pubblica, pare che dovrete attendere ancora qualche giorno, dal momento che su PlayStation 4 e PC al momento del rilascio si sono presentati diversi problemi di matchmaking. Ci riserviamo quindi anche noi di approfondire questa modalità multigiocatore attendendo eventuali patch e valutando – come per qualsiasi titolo online – la costanza e la bontà del supporto post-lancio. Non sarà la modalità Mercenari che tanti speravano di ritrovare rifatta anche in questa versione di RE3, ma sicuramente si tratta di un’interessante aggiunta in grado di garantire ore di gioco aggiuntive dando un senso al prezzo del biglietto.


Resident Evil 3 Remake continua la strada tracciata da Resident Evil 2 Remake: è sostanzialmente RE3: Nemesis portato sull’attuale generazione di console, con tutte le migliorie tecniche e di gameplay che la tecnologia di oggi permette di ottenere. Allo stesso modo, è anche molto fedele al Resident Evil 3 di vent’anni fa, caratteristica che gli impedisce di puntare a un voto di recensione pari a quello del suo predecessore: la longevità, gli enigmi e il gameplay sono meno profondi rispetto a Resident Evil 2, oggi come allora. Se lo avete amato a suo tempo, o se avete conosciuto la saga con il Remake del secondo capitolo, aspettatevi un more of the same di quest’ultimo, meno longevo e più action. Nonostante il fardello di doversi confrontare con un metro di paragone inarrivabile – è un titolo che coinvolge, che spinge alla rigiocabilità per scovare tutti i segreti e per provare i diversi gradi di sfida. E poi ammettiamolo: noi fan dell’horror amiamo saltare sulla sedia, e questa volta il Nemesis fa davvero tanta (ma davvero tanta!) paura.

8.7

Pro

  • Fluido, veloce, terrificante
  • Il Nemesis fa una paura pazzesca
  • Il RE Engine è una gioia per gli occhi
  • I collegamenti con RE2 Remake sono geniali

Contro

  • Longevità limitata, anche considerando la rigiocabilità
  • Pochi enigmi e molto semplici rispetto ai primi due RE
  • Mancano le scelte multiple del RE3 originale
Vai alla scheda di Resident Evil 3 Remake
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