Star Ocean: The Last Hope International – Recensione Star Ocean: The Last Hope

360 e Jrpg, rapporto di amicizia?

Oramai è palese che la seconda incarnazione della celebre scatola X della Microsoft, la 360, abbia surclassato sia in vendite sia in parco giochi la prima Xbox. Quello che nella prima console Microsoft scarseggiava erano le esclusive davvero ghiotte. Oltre Fable, e pochi altri, non vi erano motivi validi per scegliere la scatola X a dispetto di altre rivali ben più dotate, come ad esempio la Playstation 2. Ma ora, con in campo la 360, il discorso cambia radicalmente. Il colosso americano ha imparato dai suoi errori e, forte di un potere commerciale senza pari, ha finalmente aperto la strada a diverse tipologie di giochi (gli FPS erano la specialità maggiore della console X) e a molte esclusive succose. Ne è un esempio il recentissimo Star Ocean: The Last Hope, non solo esclusiva 360 ma anche, per la gioia ed incredulità di molti, Jrpg.
Che la console bianca sia diventata la casa di molte tipologie videoludiche, e soprattutto di molti Jrpg, lo provano molte esclusive (temporali e non) come Blue Dragon, Lost Odyssey, The Last Remnant, Infinite Undiscovery e molti altri. Star Ocean si aggiunge dunque alle molte saghe che hanno scelto la 360 per continuare il loro discorso, e specialmente questo The Last Hope, prequel della saga sviluppato dall’ormai onnipresente Square-Enix, pare dimostrarsi una ghiotta esclusiva ed un’ottima avventura per tutti i possessori di Xbox 360. Ma bando alle ciance e vediamo con i nostri cosa ci riserva questo quarto episodio dell’oceano di stelle.
 

 

L’ultima speranza? Quell’oceano di stelle!

La terza guerra mondiale, la temutissima calamità che avrebbe potuto portare l’umanità sull’orlo dell’estinzione, si verifica nell’anno 2061 A.D. La Confederazione Mondiale e alcune fazioni opposte scendono in campo dopo piccoli ma intensi scontri che, arrivati alla classica goccia che fa traboccare il vaso, scatenano una guerra di scala mondiale. Dopo uno sconsiderato uso di potentissime armi di distruzione di massa, come le testate atomiche, la popolazione del pianeta viene ridotta drasticamente e la Terra devastata. Osservando scioccati la distruzione del mondo, i capi delle due fazioni decidono, in sole due settimane, di siglare un trattato di pace in grado di mettere fine al conflitto. Ma ormai la frittata era fatta e le avverse condizioni ambientali costrinsero i pochi superstiti a rifugiarsi in città sotterranee. 
Con un pianeta in rovina l’unica speranza rimaneva la volta stellata e i pianeti extrasolari così, con i paesi di tutto il mondo che si riunivano per formare le grandi Nazioni Unite, nasceva una disperata corsa allo spazio grazie alla fondazione di un organismo chiamato USTA (Universal Science and Technology Administration).
E così, nel 2087, dopo la scoperta della velocità curvatura, nasce finalmente una nuova era per l’umanità. Creata in gran segreto la SRF, la forza di ricognizione spaziale, ecco che ci si appresta a compiere la prima, grande missione: allontanarsi dal sistema solare per scoprire strani, nuovi mondi ed una nuova casa per l’umanità. Membri di questa straordinaria missione sono giovani ben addestrati e pronti per l’ignoto, tra i quali troviamo il nostro protagonista: Edge Maverick, ragazzo impulsivo ed imprudente ma dal grande cuore e senso del dovere, e la sua amica d’infanzia, Reimi Saionji, estremamente gentile e sensibile.
Questo, in linea di massima, il concept alla base del quarto Star Ocean, capace di dare il via ad un plot decisamente interessante, ma, ahinoi, incapace di coinvolgere veramente il giocatore. Certo, gli spunti ci sono e più di una volta vorrete sapere come il tutto andrà a concludersi, ma nonostante ciò, la trama rimane molto spesso prevedibile. Interessante, certo, a tratti anche profonda, ma non proprio irresistibile.
Anche i personaggi, lasciata da parte qualche piacevole sorpresa, daranno l’idea di stereotipi, ben sviluppati certo, ma pur sempre stereotipi. Ma questo rimane comunque un difetto veniale e assolutamente sorpassabile, visto che dal punto di vista concettuale e visivo tutte le nostre marionette virtuali faranno la loro bella figura, essendo addirittura capaci di evolvere nel prosieguo dell’avventura. Non soprammobili dunque, ma nemmeno grandi personaggi; la verità, in questo caso, rimane nel mezzo.
 

Edge e Reimi in una bella cut scene!

E’ ora di combattere!

Parte centrale di ogni buon Jrpg che si rispetti è il suo sistema di battaglia. Per uno sviluppatore la scelta ricade sicuramente in due grandi gruppi: i BS a Turni e i BS in tempo reale. Star Ocean deve tutto a quest’ultima tipologia, che lo rende un Jrpg fortemente votato all’azione, ma mai a scapito di una sana componente strategica.
Mentre ci troveremo a gironzolare per le vaste aree di gioco, immersi in mondi esotici e molto spesso tutt’altro che amichevoli, noteremo mostruose creature camminare qua e là. Avvicinandoci ad esse faremo notare la nostra presenza e, scontrandoci, daremo inizio ad un combattimento. Ecco che ci si aprirà l’arena di battaglia, cosa totalmente differente da molti rpg in tempo reale che non dividono le fasi esplorative da quelle di battaglia. Giunti finalmente nell’arena di lotta, non ci resta che muovere il nostro personaggio, che chiameremo leader, in maniera totalmente libera grazie alla levetta analogica sinistra (ma potremo cambiare in ogni momento il personaggio controllato grazie ai tasti LB o RB). In questo modo potremo muoverci dove vorremo in tutta l’arena, avvicinandoci all’avversario che riterremo più opportuno e, così, aggredirlo; e proprio negli attacchi si cela la vera forza del titolo. Premendo il tasto addetto all’attacco potremo compiere una serie di azioni offensive sequenziali, tutte diversi da personaggio a personaggio, concatenandole anche a una serie di combo prestabilite che potremo apprendere con l’avanzare del gioco. In questo modo non solo le battaglie acquisiranno un po’ di pepe (che non guasta mai), ma si riveleranno raramente noiose o superficiali.
La giusta dose di strategia viene regalata da una serie di scelte che, in seno ad un gameplay puramente action, si dimostrano davvero azzeccate. Potremo aggirare un avversario semplicemente puntandoci a vicenda e premendo con la giusta tempistica l’apposito tasto; in questo modo gli scivoleremo alle spalle pronti ad attaccarlo. Ma non solo, perché la stessa tecnica ci servirà, nel caso ci trovassimo troppo distanti dal nostro bersaglio, ad avvicinarci in maniera rapida. Si aggiunge inoltre la possibilità, appena caricata l’apposita barra al 100%, di utilizzare la modalità assalto. Quando saremo in assalto, il colore del nostro personaggio diverrà più chiaro, i suoi movimenti più veloci e i suoi attacchi più devastanti. E’ possibile anche iniziare una combo nel momento stesso in cui si comincia un assalto, in questo modo inizierà un quick time event nel quale dovremo premere velocemente un determinato tasto che apparirà sullo schermo. Così facendo, non solo potenzieremo di tantissimo la combo, ma potremo anche legarla a quella di altri membri del party per un risultato certamente devastante.

Eseguire un aggiramento si rivelerà sempre appagante!

 

Sommando tutte queste possibilità, ecco che ci si spalanca un Battle System decisamente divertente, adrenalinico ma al contempo velatamente strategico. Il Button Smashing più sfrenato non sarà mai un ottima strategia, tutt’altro, poiché anche i mostri potranno avvantaggiarsi dell’assalto e di molti altri poteri "fastidiosi". Inoltre, sarà bene ponderare anche come e quando attaccare un mostro sulla mappa. Se ci scontreremo fronte a fronte la battaglia inizierà normalmente, mentre se lo prenderemo alle spalle saremo avvantaggiati sia per posizione che per parametri; di contro, se verremo attaccati di soppiatto, sarà ben più ostico portare a casa la vittoria. Inoltre, sommato a tutto ciò, se attacchiamo un mostro che si trova nei pressi di un altro avversario, finito il primo scontro, apparirà la scritta imboscata che ci aprirà la strada ad un secondo combattimento, finito il quale avremo finalmente la vittoria e tutto quanto ne consegue (punti esperienza e così via).
Parlando dei punti esperienza e dei premi a fine battaglia, ecco che a questo fine si aggiunge una possibilità niente affatto malvagia. Nella parte destra dello schermo sarà presente una strana griglia formata da cellette, la cui funzione potrebbe inizialmente apparire davvero misteriosa. In realtà, durante la battaglia, compiendo determinati attacchi, una certa serie di aggiramenti e così via, riempiremo una celletta per volta di colori differenti. Ogni colore ci donerà un bonus finale che andrà ad aumentare i premi finali in base ad una percentuale legata al numero di cellette di quel colore posizionate. Bisogna però fare attenzione poiché, se ci colpiranno con dei particolari attacchi, i nemici riusciranno a romperci la griglia facendoci così perdere tutti i bonus acquisiti. Legando diversi colori tra loro, comunque, riusciremo a limitare la perdita di quel particolare bonus solo della metà.
Se la strategia può risultare importante ai fini degli scontri standard (anche se spesso il vecchio e caro button smahing ci darà una mano), diventerà indispensabile quando si parla di Boss. Ci accorgeremo subito che menar la spada all’aria si rivelerà dannoso per i nostri fini. Per avere la meglio sui vari Boss sarà bene imparare la giusta strategia, oppure, se siamo maniaci del livellaggio, presentarsi all’incontro super potenziati. Ne viene fuori una difficoltà di gioco altalenante, sopratutto in virtù del fatto che sarà possibile sceglierla all’inizio dell’avventura (per un totale di ben quattro livelli di difficoltà).
 

Utilizzare gli oggetti in battaglia sarà indispensabile
 
 

Concludendo, dunque, non rimane che premiare il sistema di battaglia di questo The Last Hope. Legato al passato ma con incredibili e interessantissimi spunti verso l’innovazione, il BS del titolo si dimostra non solo divertente, ma anche profondo e mai noioso. In fin dei conti, dunque, ci troviamo di fronte ad un prodotto che farà la gioia di tutti gli amanti degli action Jrpg, ma non solo!

 

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