Stormrise – Recensione Stormrise
Mai giudicare dalla box art
Prendete un RTS, rimpinzatene le anteprime di trionfanti comunicati stampa della serie "Il primo vero gioco di strategia in tempo reale in 3D" e fatelo distribuire da una autorevole software house come Sega. Dopodichè fatelo sviluppare dallo staff della Creative Assembly, già creatori di buoni giochi RTS come Medieval, portatelo sugli scaffali e avrete il miglior gioco di strategia della storia. Giusto? Assolutamente no. Eppure è la prima cosa che potremmo pensare non appena ci ritroveremo il case di Stormrise fra le mani, tornando a casa dal nostro negozio di videogame di fiducia. L’impatto visivo è buono, ok, ma tutti sappiamo che un gioco non si può giudicare dalla sola copertina: ci vuole una aggregazione complessiva di qualità tra grafica, trama, giocabilità e longevità, per non parlare poi del sonoro. Insomma, la sensazione di aver fatto un buon acquisto con Stormrise svanisce appena inseriamo il disco nella nostra Xbox360.
A che ora è la fine del mondo?
Il gioco è ambientato in un futuro post-apocalittico in cui le enormi tecnologie acquisite per salvare la Terra da una catastrofe naturale si sono alla fine ritorte contro l’umanità, determinandone la quasi totale estinzione. In questo nuovo mondo, sopravvivono due fazioni: gli Echelon, che sono sopravvissuti alla distruzione ibernandosi, e i Sai, una specie di popolazione tribale che si è adattata al nuovo ambiente e lotta contro gli Echelon per la sopravvivenza. Noi vestiamo i panni del Comandante Geary, che risvegliatosi dal sonno criogenico si vedrà catapultato nel bel mezzo della battaglia fra i due eserciti. Inizieremo con un livello-tutorial in cui prenderemo confidenza con i comandi, per poi ritrovarci nel vivo delle battaglie. La trama, ironicamente, è uno degli aspetti buoni di Stormrise, ma convive con una longevità che è fine solo alla modalità storia: niente segreti insomma, niente easter egg nascoste o trucchi particolari, solo il lento, sterile e inesorabile scorrere della storyline fino a che non vedremo i titoli di coda. Dopodichè, avremo due possibilità: o giocare di nuovo oppure cimentarci in una battaglia rapida. Così, per ammazzare il tempo… Prima di spegnere la console in preda alla noia!
"Chi vuole un enorme ragno meccanico arrosto?"
Cosa ci tocca vedere!
In un’epoca in cui su console possiamo trovare titoli graficamente massicci come Assassin’s Creed o Resident Evil 5, ancora dobbiamo vedere texture di basso livello, ambientazioni mal progettate, curve "poligonizzate" e pensate un po’, mimiche e movimenti facciali dei personaggi assolutamente ridicole. Questa è davvero la next generation? Con ridicoli effetti di fumo, scie di razzi che sembrano luci al neon, character design poco definiti e alcuni personaggi che si passano attraverso come se fossero fantasmi?! Allora bisogna dirlo ai capoccioni della Creative Assembly: per fare un buon gioco occorre un bel motore grafico che faccia impallidire perfino i giochi più blasonati. Non chiedevamo di certo un clone perfetto del CryEngine, ma almeno una grafica che fosse decente e degna di un hardware del calibro del mostro di Redmond. E cosa abbiamo qui? Un gioco che sembra che giri su una PS2! Ciò ci porta a dire che in generale, la grafica di Stormrise è ridicola e senza nessuna attrattiva.
Un’idea dei campi di battaglia che ci troveremo a supervisionare…
Buone idee mal sfruttate
Come già detto, assumeremo i panni del comandante in battaglia e dovremo controllare tutte le nostre truppe nell’avanzata. Il sistema di controllo è stato pensato per coprire la totalità del campo di battaglia e basilarmente è costruito sull’utilizzo della levetta analogica destra per selezionare le truppe che devono avanzare insieme a noi. Inoltre, è stato anche introdotto il concetto di "verticalità", ovvero la possibilità che hanno le truppe di raggiungere spazi alti come tetti o scale, per agevolare il lavoro dei soldati a terra. Con queste idee interessanti, il sistema di gioco di Stormrise potrebbe essere la feature che spicca davvero nell’esperienza di gioco, se non fosse per il fatto che anche questo è macchinoso e a tratti frustrante. Dovrete per forza far avanzare un’unità alla volta, cosa che di certo nel bel mezzo di una battaglia non aiuta. Non avrebbe fatto di certo male una funzione per selezionare le truppe che devono avanzare in un colpo solo, stile mouse per pc.
A te t’ho già sentito…
Il sonoro purtroppo ha ricevuto la stessa medesima cura impiegata nell’aspetto grafico, risultando quasi totalmente inesistente. I dialoghi in italiano sono ben tradotti ma doppiati a tratti con troppa estasi e le voci a volte non si accordano con la situazione. A ciò potete aggiungere anche uno script che propone volgarità gratuite senza soluzione di continuità (con la presenza onnipotente delle "random F word") e le stesse frasi anche due volte di seguito. Anche la musica non si salva, sembra che la Creative Assembly abbia ingaggiato due musicisti dilettanti che hanno composto tutte le tracce su due sintetizzatori da quattro soldi, sperando forse di risparmiare soldi per uno sviluppo più accurato del comparto sonoro.
Finita la battaglia? No, era solo l’inizio…
Destinazione: cestino
Un titolo di cui l’unico aspetto positivo è la trama, assieme forse alle innovazioni che avrebbe dovuto introdurre il suo sistema di controllo. Un gioco senza attrattiva, mediocre, senza alcuna possibilità di emergere dalle file, soprattutto se consideriamo l’uscita di quel mostro sacro che risponde al nome di Halo Wars che di certo non aiuterà questo titolo rendendolo un vero e proprio suicidio commerciale. Qualche prova? Poche vendite, una patch in dirittura d’arrivo e poi cancellata e un direttore creativo del progetto sollevato dall’incarico dopo i risultati deludenti. Chissà che questo non faccia pensare alla Creative Assembly che non sarebbe stata male una bella conversione per la console Microsoft magari di Medieval o Empire.