Suikoden III – Recensione Suikoden III

Il ritorno delle 108 stelle del destino

Nel 1995 Konami dava vita ad una saga di jrpg che con il tempo sarebbe riuscita, per lo meno in madre patria, a ritagliarsi una buona fetta di appassionati. Il titolo che debuttava su psx si chiamava Suikoden (in Europa uscirà solamente nel 1997), e pur presentando un comparto tecnico di certo non strabiliante, il primo capitolo della serie si faceva apprezzare per un’ottima trama e per un gameplay che, pur non essendo originale, riusciva ad essere semplice, veloce e allo stesso tempo strategico al punto giusto.
Il secondo titolo della serie pur mantenendo lo stesso motore grafico e la stessa identica giocabilità del primo episodio, presentava una trama sicuramente più ad ampio respiro, ed una longevità decisamente migliorata, ben conservando però alcuni aspetti che con il tempo sono diventati dei veri e propri tratti distintivi della saga targata Konami, come le 108 stelle del destino e le 27 vere rune.
Nel 2002 la software house nipponica si preparava a fare un salto di qualità su più fronti, lanciando il proprio rpg anche su PS2: nasce così Suikoden III, che ci viene presentato sullo schermo da una presentazione animata a dir poco mozzafiato.


Trinity System.

Suikoden III è ambientato 15 anni dopo il primo episodio, in una terra di confine chiamata Grassland, una vasta regione pianeggiante sulla quale sono sparpagliati i 6 clan, ognuno autonomo e con le proprie tradizioni, ma tutti uniti al fine di  mantenere la propria indipendenza, più volte messa in pericolo dal regno di Harmonia, confinante con Grassland ad est, e dalle frequenti schermaglie con la federazione di Zexen, una florida nazione mercantile.
L’equilibrio e la pace in questa sconfinata terra nella quale vivono più popoli è sempre a rischio, anche se recentemente è stata stipulata una pace tra Zexen e i 6 clan.
Tutto sembrerebbe andare per il meglio, ma il destino ha in serbo un altro scenario, e pian piano cominciano a circolare alcune voci sul ritorno di un eroe scomparso oltre mezzo secolo or sono.

La vera novità di questo jrpg non è data tuttavia dallo scenario e dalla trama, di per sé abbastanza classica, ma dal Trinity System, grazie al quale potremo immergerci nel mondo di Suikoden III attraverso gli occhi di ben 3 protagonisti differenti:

Geddoe
Uomo enigmatico dall’oscuro passato, e capitano di una piccola unità di mercenari a difesa della frontiera del sacro regno di Harmonia. Geddoe decide di adentrarsi con i suoi uomini nelle lande dei 6 clan quando cominciano a circolare strane voci sul ritorno dell’eroe che 50 anni prima aveva salvato quelle terre dall’ invasione del regno di Harmonia.

Lady Chris
Nuovo comandante in capo dei cavalieri di Zexen. Le è appena stato dato l’incarico dal consiglio di stipulare un armistizio con i 6 clan di Grassland. Nota per la propria forza in battaglia e per il proprio temperamento, è venerata come un eroina in tutta la capitale del regno.

Hugo
Figlio di Lucia, donna a capo del clan Karaya, è considerato il miglior cacciatore del clan. Viene inviato dalla madre nella capitale di Zexen, a Vinay, per portare una lettera di pace al consiglio.

La trama del titolo Konami è divisa in più capitoli, e ad ogni capitolo potrete decidere se proseguire la storia con lo stesso personaggio scelto in precedenza oppure cambiare protagonista e prospettiva.
Solo dopo oltre 30 ore di gioco potrete avere una visione chiara dell’insieme, che si svelerà un po’ alla volta fino a congiungere tutte e 3 le avventure dei protagonisti, momento in cui potrete anche scegliere il personaggio principale.
La trama del titolo pur rimanendo in linea con ciò che la saga ci aveva già offerto precedentemente (intrighi politici, armate che si muovono alla conquista di nuovi territori, la ricerca delle vere rune), è sicuramente ottima: attraverso il trinity system è stata resa possibile anche una maggiore cura dei protagonisti, pian piano verranno infatti svelati sia il loro background che le loro paure; oltre a quella della maggior parte dei personaggi che andranno a costituire il vostro esercito e le 108 stelle del destino.


Giocabilità rinnovata e debutto in 3D

La giocabilità di questo terzo titolo della serie è stata indubbiamente ampliata, e se alcuni aspetti sono rimasti pressoché invariati (incontri casuali, 6 personaggi nel party, stesso tipo di shop presenti nei precedenti capitoli, armi che non verranno mai cambiate ma vengono potenziate dai fabbri, magie utilizzabili attraverso le rune, duelli 1 vs 1 basati sul principio della morra cinese), d’altro lato sono state implementate alcune novità. Per prima cosa è da sottolineare il nuovo sistema di combattimento a coppie, che rende il gameplay molto più tattico ed aumenta la difficoltà del gioco: così come in Suikoden I e II esistono diversi tipi di personaggi, quelli che possono stare in prima linea, quelli da seconda linea e quelli che possono essere posizionati in ognuna delle due file; la novità sostanziale è che a differenza di ciò che accadeva in passato, sono vitali l’abbinamento e l’affinità che ci sono tra le coppie di personaggi (1° personaggio della prima fila con 1° personaggio della seconda fila etc), poiché non solo le mosse combinate saranno utilizzabili solamente con questo criterio e tra personaggi abbinati, ma sarà vitale anche proteggere il lancio delle magie da parte del pg possessore di rune, dal momento che le magie avranno un tempo di lancio (visualizzabile come ogni altra azione in una barra posta in basso sullo schermo) ed un area d’effetto (se sbaglierete tattica potreste anche colpire un vostro personaggio, perché una volta scelto il bersaglio, il membro del party si sposterà sul campo di battaglia, così come faranno i nemici), e se il pg che sta lanciando un incantesimo viene colpito da un nemico, perderà la concentrazione e non riuscirà a lanciare la propria magia. Oltre a questo è stato anche inserito il Ride System che da la possibilità di cavalcare numerosi animali, che permettono attacchi potenziati (pensiamo a Hugo e al suo grifone Fubar).
In Suikoden III, oltre al classico avanzamento di livello, è presente una nuova forma di potenziamento: le skills.
Dopo ogni combattimento non otterrete solo punti esperienza, ma anche punti skill, che potrete utilizzare per potenziare vari parametri del vostro personaggio nelle città; tenete conto però che ogni personaggio è maggiormente portato per alcuni tipi di abilità, mentre è svantaggiato per altre, dove dei maestri del combattimento corpo a corpo o di magia vi potranno insegnare o far avanzare di grado in alcuni aspetti: come la precisione o la potenza dei vostri attacchi, l’abilità di schivare o parare colpi avversari, la velocità di lancio e la potenza delle vostre magie, e molto altro ancora.
Tutto ciò garantisce un gameplay ben superiore ai precedenti titoli sviluppati per psx.

Le novità del terzo titolo della saga tuttavia non si fermano al gameplay, ma vanno ben oltre, andando ad influenzare anche il comparto grafico, grazie al nuovo engine 3D.
I personaggi, anche in questa nuova veste grafica sono ben dettagliati e caratterizzati al meglio così come in passato, vantando un discreto numero di poligoni e un buon utilizzo delle texture (pur non raggiungendo i livelli a cui ci aveva abituato Squaresoft), conservando anche grazie all’aggiunta della nuova dimensione, quel caratteristico aspetto super deformed che, unito all’effetto cell shading, riesce a rimanere fedele ai vecchi modelli 2D dei precedenti episodi, da sempre molto vicini alla caratterizzazione tipica delle produzioni animate del sol levante.
Gradevoli anche gli effetti luminosi, che danno vita a magie molto spettacolari, mentre non si può certo chiudere un occhio di fronte alle ambientazioni che sono nel migliore dei casi spartane e a dir poco scarne. Altro difetto grafico che ahimè intacca anche il gameplay è dato dalla telecamera fissa, che segue gli spostamenti del personaggio a capo del party.

Il sonoro del titolo Konami è certamente positivo: ancora una volta la OST è di buona fattura ed anche gli effetti sonori (pur notando con disappunto la totale assenza di un doppiaggio) sono ben curati. Spicca certamente per bellezza la splendida opening theme Trascendine Love.

Se in special modo il primo episodio di Suikoden aveva un grosso tallone d’achille nella longevità, potremmo certamente dire che questo problema nel terzo capitolo è stato a dir poco risolto: oltre 50 ore di gioco per completare il tutto, senza contare le numerose side quest (ci sono addirittura capitoli opzionali che avranno protagonisti alternativi) e la classica ricerca di tutte le 108 stelle del destino. Aggiungiamoci anche il nuovo approccio strategico dato al gioco da Konami e ci renderemo facilmente conto di come questo sia senza ombra di dubbio il più longevo tra i primi 3 capitoli della serie.


Un titolo di nicchia…purtroppo.

Suikoden III è un titolo che ogni amante dei jrpg non può ignorare: una trama ricca, basata sul nuovo Trinity System e una giocabilità migliorata ne fanno un degno seguito dei primi due capitoli.
Resta da capire per quale motivo questo ottimo titolo non sia mai sbarcato in Europa, divenendo a tutti gli effetti un gioco di nicchia per scelte di mercato difficili da comprendere, e che ancora una volta dimostrano come la saga targata Konami sia ingiustamente sottovalutata dal pubblico occidentale, ben più affamato forse di jrpg carichi di effetti speciali che di titoli costruiti su solide trame.

 

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