Superliminal – Recensione

Recensito su Xbox One

Ci sono giochi che nascono da una storia, che aspetta solo di essere raccontata. Ci sono giochi che nascono da un luogo, che vuole solo essere rappresentato virtualmente. Ci sono invece giochi che nascono da una singola, buona idea e che da quella vogliono diventare veri e completi video game. Superliminal fa parte chiaramente dell’ultimo di questi gruppi: un piccolo titolo indipendente nato da una buonissima idea, da un concept abbastanza innovativo e intrigante; peccato che però non bastino una – o anche due – intuizioni geniali per realizzare un videogioco corposo e di qualità, specialmente nell’altamente competitivo 2020.

Superliminal

Titolo d’esordio per lo studio Pillow Castle Games (con base a Seattle) e in lavorazione dal lontano 2013, Superliminal è un puzzle game in prima persona che in un paio d’ore mal contate ci farà vedere i titoli di coda, dopo aver cercato di aiutare il nostro innominato alter ego digitale a sfuggire agli effetti collaterali di quella che era partita come un’innocua terapia dei sogni e che invece si rivelerà un “trip” abbastanza serio, per uscire dal quale servirà superare una serie di stanze e enigmi basati sull’ambiente che ci circonda e la dimensione onirica nella quale ci troveremo.

Questione di prospettiva

E quindi qual è questa idea geniale alla base di Superliminal? È presto detto: si tratta di un gioco che si fa beffe di quello che pensate normalmente della prospettiva e della percezione visiva. Nelle sue stanze troveremo ogni genere di rompicapo che fa uso di un concetto arduo da spiegare ma facilissimo da capire appena lo vedrete in azione (vi lasciamo un trailer qui sotto per aiutarvi). Proviamo con un esempio: immaginate di tenere in mano un dado, davanti al vostro viso. Spostandolo a diverse angolazioni davanti al vostro sguardo (avvicinandolo, mettendolo più lontano, di lato o allineando la visuale a oggetti in lontananza) potrebbe sembrarvi più o meno grande, per un gioco di prospettiva. E proprio qui arriva il concept di Superliminal: la prospettiva non esiste e, se posizionate il vostro dado di fianco a un palazzo lontano, in questo gioco il dado assumerà la dimensione che ha nel vostro sguardo rispetto al già citato palazzo, crescendo in maniera esponenziale.

Ripetiamo: difficile da spiegarsi, ma speriamo che il video vi abbia aiutato a capire. E da questo concetto alquanto strambo si sviluppa buonissima parte degli enigmi di Superliminal: dovete salire su una piattaforma molto alta e avete solo con voi una piccola fetta di formaggio triangolare? Perfetto, basterà allineare nella vostra visuale la fetta alla piattaforma e rilasciarla, facendola diventare abbastanza grande per usarla per salire con comodità, come fosse una rampa. Si tratta solo di un esempio di questi enigmi che – vista anche la risicatissima longevità – non vogliamo svelarvi in anticipo, e con i quali Superliminal tenterà di mettere alla prova il vostro cervello, non solo tramite questa meccanica di ridimensionamento degli oggetti, ma continuando a scherzare in altri modi con la vostra vista e la percezione della profondità.

Superliminal

Tutto molto interessante, peccato che il livello di sfida, soprattutto per un patito del genere come chi scrive, sia davvero ridotto all’osso e – paradossalmente – scenda con il passare dei minuti. Se nelle prime stanze vi sentirete stimolati dalla sfida che avete davanti, man mano che avanzerete nei livelli i puzzle inizieranno ad assomigliarsi tutti, fino ad arrivare a una sequenza finale al limite dell’accettabile, dove meccanicamente parlando basterà camminare “a random” per procedere nel gioco.

“Che succede?” (cit.)

Se quindi il gameplay vive di alti e bassi e avremmo voluto sicuramente vederlo espanso con nuovi concetti e variazioni sul tema (soprattutto pensando che in una maniera o nell’altra il gioco è in sviluppo da 7 anni!), a farci storcere il naso ulteriormente è la storia che Superliminal vuole raccontare. Se di storia proprio si vuol parlare.

Superliminal

La narrazione è affidata a una voce robotica che commenterà i nostri risultati nei test (GLaDOS, sei tu?) in maniera disillusa e piatta, alle registrazioni di un certo dottor Glenn Pierce (Cave Johnson, sei tu?) e a quell’environmental storytelling che tanto va di moda ai giorni nostri. Sfortunatamente il tutto si riduce a qualche lavagna scarabocchiata e un paio di documenti trovati in giro: in Superliminal, dall’inizio alla fine, faremo fatica a capire cosa stia succedendo. Al di là di un pescare da Portal fin esagerato nella sua ispirazione (forti le – apprezzate – influenze anche da Inception), il team di sviluppo è sembrato quasi fin troppo preso dalla sua idea e dal voler creare un’apparente grandeur nelle vicende del gioco, che ha preferito inondarci – soprattutto nel già citato e delirante finale – di strane immagini e suoni che volessero riportare alla mente il mondo dei sogni, senza però pensare a cosa un ignaro utente avrebbe compreso di tutto quello che si palesava davanti ai suoi occhi.

Si può a fatica seguire un filo conduttore, certo, ma, anche a causa di una suspence e una tensione impalpabili e che non vengono costruite correttamente, sono le emozioni che gli sviluppatori volevano chiaramente trasmettere che non riescono a raggiungerci. A questo punto tanto valeva concentrarsi meno sul cercare di trovare una giustificazione all’idea iniziale in termini di storia e magari regalarci qualche impegnativa oretta in più di esplorazione e spremitura delle meningi.

Superliminal

Volete un consiglio? Date una chance a giochi come Q.U.B.E. 1 & 2, The Turing Test o ovviamente sua maestà Portal 2 se volete trovare il meglio che i puzzle 3D in prima persona possono offrire: Superliminal parte davvero bene, ma poi si perde una volta svanita la sorpresa iniziale e, considerata anche la sua durata così limitata, non possiamo che consigliarlo solo a chi avesse già spolpato le già citate alternative o magari ai primi saldi dello store digitale della vostra piattaforma preferita.

6

Pro

  • Il trailer e i primi venti minuti vi faranno gridare “GENIO” in pieno stile Boris
  • Ispirato a Portal e Inception

Contro

  • Storia difficile da seguire e futile
  • Livello di sfida limitato
  • Davvero corto (2h)
  • Dopo l’entusiasmo iniziale, c’è poca “ciccia”
Vai alla scheda di Superliminal
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