Sword and Fairy: Together Forever – Recensione

Recensito su PlayStation 5

L’ignoranza videoludica è una barriera molto complessa da buttare giù. Molto spesso si tende a ignorare molti prodotti, magari per gusto personale o per mero rifiuto verso universi ludici estranei alla propria concezione, con tutto ciò che ne consegue anche e soprattutto a livello di background personale. In questi casi, il rischio più alto è quello di lasciare per strada tantissimo materiale, spesso e volentieri anche di grande qualità, fino a perdere completamente di vista alcune perle difficilmente ritrovabili altrove. Alzi la mano chi, ad esempio, non ha mai giocato a un titolo in maniera completamente ignara, per poi scoprire la sua appartenenza a una serie lunga anche di diverse decadi e dal successo più o meno importante. Questo è un po’ quanto avvenuto con Sword and Fairy: Together Forever, affascinante e stilossisimo Action RPG di stampo orientale, che ha il difficile compito di portare per la prima volta in occidente una serie che sfiora quasi i trent’anni di vita. Per l’occasione, i ragazzi di Softstar hanno apportato alla formula ludica del titolo (e non solo) diverse novità, anche radicali, che hanno contribuito alla creazione di un prodotto fresco, appagante e ludicamente interessante ma anche carico di limitazioni che gli hanno impedito di affermarsi come uno dei must have del genere. Dopo aver passato diverse ore nella Cina fantasy, a metà tra folklore e paesaggi mozzafiato, siamo pronti a tirare le nostre somme, con la speranza che questo primo capitolo occidentale (il settimo in totale per la serie) possa portare nuova linfa a un brand che ha dimostrato di avere un ottimo potenziale ma che deve ancora imparare a sfruttarlo a dovere.

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La guerra dei mondi

Immaginate di mettere insieme un’abile guerriera con la capacità di “assoggettare” gli esseri demoniaci, un esercito di demoni divenuti improvvisamente e misteriosamente super aggressivi e un manipolo di creature divine in lotta sia tra di loro sia contro i demoni, proprio a protezione dell’ordine naturale del corso della vita. Aggiungeteci un immaginario variopinto e ispiratissimo dal punto di vista scenico – che affonda le proprie radici (un po’ come fa Nioh con la cultura nipponica) nel folklore cinese – e una spruzzata molto convinta di un classico film anni 90 che mette in scena l’eterna battaglia tra il bene e il male. In tal modo avrete ottenuto buona parte dell’impianto narrativo di Sword and Fairy: Together Forever che però, badate bene, non è certamente tanto scontato di quanto potrebbe sembrare. Grazie anche alla presenza, appunto, di un ricco e affascinante bestiario, di antagonisti ispirati e di un cast sufficientemente orchestrato, il plot narrativo e tematico della storia riesce comunque a risultare interessante e non un semplice espediente per sfoggiare le incredibili abilità della protagonista Yue QingShu e di quelli che, via via, si uniranno al party (il personaggio utilizzato cambia più volte durante la storia).

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Il rovescio della medaglia, però, è che proprio la narrazione, o per meglio dire il ritmo con cui essa va ad impattare sul gameplay, è fin troppo soverchiante, a causa di una quantità di cut-scene generosa (per non dire ingombrante) sia per quantità sia per durata, che hanno un impatto importante sulla gestione dell’avventura, che finisce troppo spesso per sacrificare l’azione a favore proprio dell’aspetto narrativo, spesso e volentieri identificabile come una continua carrellata sulle varie forze in gioco. Sia chiaro, ovviamente questo aspetto è classificabile come “degustibus” ma siamo convinti che, oggettivamente, la predominanza delle sequenze animate sia stata gestita in maniera poco a fuoco, perché va a togliere spazio a quello che è un Gameplay divertente e spettacolare e che, soprattutto, rappresenta una delle principali novità di questo Sword And Fairy: Together Forever.

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La svolta action che ci piace… ma non del tutto!

Il cambiamento più importante introdotto con il nuovo capitolo della serie Swords And Fairy è certamente quello relativo al gameplay e in particolare al sistema di combattimento. Per questa nuova avventura, il team di Taiwan ha deciso di fare un “balzo della fede” non indifferente, cambiando radicalmente l’ossatura ludica del combat system passando da un classico e ormai familiare sistema a turni a uno stilema action più moderno, che strizza l’occhio in maniera affascinante a diverse produzioni e a svariate influenze esterne. Da Bayonetta a DMC, passando per un po’ di MMO in stile Black Desert, il sistema di combattimento unisce spettacolari combo con pirotecniche abilità uniche per ogni guerriero, e risulta decisamente interessante e appagante per buona parte della durata della storia ma specialmente nelle fasi iniziali. Ciò è dovuto alla poca profondità che viene data proprio al combat system, che al netto della ventata di freschezza e del cambio radicale dato alla formula ludica generale, risulta eccessivamente semplicistico e ripetitivo, un dettaglio che si carpisce sin dalle prime battute, in cui il gioco mette praticamente subito sul tavolo tutte le sue carte, dimostrando così una progressione generale decisamente limitata. Sia chiaro, combattere rappresenta una delle cose più divertenti della produzione, ma è palese che i tatticismi e le molteplici sfaccettature potenziali lasciano ben presto spazio a una ripetitività di fondo anche piuttosto marcata e che, purtroppo, vanifica in qualche modo l’ottimo lavoro svolto in fase di concezione di un sistema di combattimento che poteva decisamente offrire di più, soprattutto in termini di varietà e quantità di combo, che risultano in verità basilari e tendenzialmente macchinose.

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Le movenze che accompagnano gli eroi di Sword and Fairy: Together Forever, infatti, per quanto spettacolari, risultano molto spesso legnose e rigide, anche per alcune scelte di game design sicuramente poco felici, che tendono a smorzare in maniera innaturale il ritmo di scontri sulla carta molto interessanti, anche grazie alla vastità e alla cura con cui i nemici sono stati realizzati. Nel complesso, comunque, il nuovo sistema di combattimento creato da Softstar riesce a divertire e a risultare una buona base di partenza per il futuro, ma necessita di numerosi accorgimenti per poter ambire a uno status qualitativo più elevato. Al di là del combattimento in sé, Sword and Fairy Together Forever offre al giocatore svariate possibilità in termini di “power up” e strumenti di morte in generale.

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La protagonista, ad esempio, può invocare divinità che possono aiutarci in battaglia, così come è anche in grado di stipulare contratti con creature demoniache per portarle sempre al suo fianco. Da questo punto di vista, le possibilità di personalizzazione sono veramente alte e donano al giocatore diversi motivi per scegliere uno spirito anziché un altro, a seconda magari dell’avversario o delle diverse situazioni in cui si possono ritrovare. Sfortunatamente, questa stessa libertà di personalizzazione non si vede anche nei personaggi principali del party, la cui progressione è invece fin troppo basilare. Livellando, infatti, i parametri vengono aumentati in maniera automatica, lasciando al giocatore pochissime possibilità nel rendere proprio l’avatar in questione. A tal proposito, però, va detto che è invece possibile variare (e successivamente potenziare) le armi per donare un tocco diverso al gameplay, ma si tratta comunque di un sistema molto classico e che offre ben pochi spunti innovativi.

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Dalla Cina con furore…ma lentamente

Al pari del combat system, anche in generale la linea della progressione e della struttura ludica di Sword and Fairy: Together Forever affonda i propri lineamenti nelle più classiche iterazioni ruolistiche nipponiche, nel bene e soprattutto nel male. Durante le nostre sessioni di gioco, infatti, abbiamo intravisto ancora una volta un mondo tanto spettacolare quanto “vuoto” che offre al giocatore ben pochi motivi per lasciarsi trasportare dalla voglia di esplorare e di vivere a pieni polmoni lo spettacolare ambiente circostante. Sword and Fairy Together Forever è un prodotto che presenta una classica struttura in cui le missioni secondarie vengono intervallate da un buon numero di attività collaterali, molte delle quali, purtroppo, fin troppo ripetitive e davvero poco interessanti. In molti casi, inoltre, le missioni in questione consistono nel recuperare un oggetto o sconfiggere un determinato nemico, per quanto però alcune di esse siano risultate molto interessanti e decisamente scritte molto meglio. Ciò chiaramente rende ancora una volta sprecato il grande lavoro svolto nella creazione di un mondo di gioco affascinante, ampio e variegato, ma che in realtà offre ben poco anche ai giocatori più arditi e meno pretenziosi. L’esplorazione, per quanto anche sufficientemente libera e stimolante, fornisce comunque ben pochi stimoli, anche perché non ci sono dei veri e propri punti di interesse particolari da raggiungere e in generale i “segreti” da scoprire non ci sono sembrati nemmeno poi così numerosi o particolarmente importanti. E, lasciatecele dire, questo aspetto è veramente una grande occasione sprecata, poiché il grande fascino del mondo di gioco, ricco di riferimenti alla cultura cinese e non soltanto, avrebbe potuto garantire una maggiore “ricchezza” se fosse stato sfruttato più a dovere.

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Spettacolare, ma con qualche compromesso di troppo

Proprio tornando alla bellezza del mondo di gioco, è doveroso chiudere il discorso parlando dell’aspetto tecnico e artistico della produzione. Sword and Fairy: Together and Forever offre un comparto artistico splendido, fatto di scorci mozzafiato, creature incredibili da vedere e da affrontare e in generale un character design capace letteralmente di fare scuola, ma che purtroppo viene supportato soltanto a metà dalla struttura tecnica, decisamente più altalenante e meno a fuoco. Da vedere, di primo acchito, Sword and Fairy: Together Forever è una vera e propria gioia per gli occhi, ma almeno la versione da noi provata in fase di recensione (versione PS5, grazie a un codice fornitici dal pubblisher) ha evidenziato più di qualche incertezza, soprattutto in termini di stabilità.

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Sia giocando su un monitor con refresh a 165hz sia su un classico televisore 4K/60hz, infatti, il gioco ha perso parecchi colpi in termini di frame rate, che è risultato decisamente incerto nei momenti più concitati e in generale soggetto a diverse incertezze in numerose sezioni del gioco. Ciò ha reso anche le numerose QTE, talvolta, più complicate del previsto, funestate in qualche modo da una rigidità eccessiva e difficilmente spiegabile. Al netto di queste incertezze, però, è innegabile quanto gli sviluppatori abbiano compiuto un grandissimo sforzo nella concezione sia del mondo gioco sia in generale di tutta la struttura ludica, anche, ad esempio, nel comparto audiovisivo. Questo episodio della serie è infatti il primo capitolo doppiato e tradotto in inglese, cosa che certamente ha significato uno sforzo notevole per la compagnia, che si è comunque ben comportata in termini di “sensazioni”, offrendo ai giocatori un prodotto sempre super scenico e pirotecnico e anche a livello sonoro interessante, appagante e stimolante, a patto chiaramente di chiudere un occhio su quanto detto poco sopra.


Sword and Fairy: Together Forever è un ottimo entry level per chi conosce la serie ma è, in generale, un prodotto figlio di tante incertezze. Il titolo di Softstar vive di troppi alti e bassi, soprattutto nella gestione del passaggio a un sistema di combattimento più action, a cui si aggiunge una componente “ruolistica” fin troppo basilare e quasi mai predominante. È un peccato, certo, anche perché a livello di potenzialità, soprattutto audiovisive, il titolo della compagnia di Taiwan aveva veramente tantissime possibilità, e ci piace pensare che lo farà nei prossimi capitoli della serie che, ormai, ha comunque conquistato una buona fetta dell’utenza occidentale.

7.5

Pro

  • Visivamente spettacolare
  • Grande fascino del bestiario e del character design
  • Il nuovo sistema di combattimento diverte...

Contro

  • ...ma è fin troppo statico e poco variegato
  • Troppe cutscene che rompono l'azione del gioco
  • Tecnicamente non al meglio
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