Terminator Salvation – Recensione Terminator Salvation

Robots&Co.

John Connor è un nome che suona sicuramente familiare a chi segue dall’inizio la saga di Termintor, all’epoca del quale era poco più che un ragazzino. La serie è andata avanti, e con essa anche John è cresciuto, forgiando il suo carattere attraverso le mille battaglie cui ha preso parte. Ora, finalmente, il suo futuro, quello che già si era lasciato presagire ai primordi della sua storia, sta per avverarsi: a capo della resistenza umana, Connor partirà per sconfiggere una volta per tutte la minaccia chiamata Skynet, in un mix di robot, cyborg, velivoli e auto pilotate. 
L’intero gioco ripercorrerà completamente la storia vista nell’omonimo film, Terminator Salvation, uscito nelle sale cinematografiche in contemporanea del gioco. Resta da capire se in questa guerra tra robot ed esseri umani, Terminator Salvation riuscirà a colpire anche sotto l’aspetto videoludico oltre che nell’aspetto cinematografico.
 

Forza Soldato!

Un futuro combattuto

Vi trovate in un campo di battaglia dove cyborg e cruiser d’intercettazione scansionano la zona per trovare superstiti umani da eliminare. Il vostro compito è di combattere con la vostra squadra di assalto militare, raggiungendo i vari punti di fuga; in questa guerra dovrete lottare tra le macerie, affrontando apparati scheletrici indistruttibili, navicelle armate e sentinelle robotizzate. Dovete sopravvivere e sfuggire all’immensa rete di Skynet, ogni luogo non è sicuro ed i T-1000 sono sempre in agguato pronti a trivellare ogni vostra via di fuga; sarete obbligati a combattere su auto fatiscenti con mitragliatrici pesanti per difendervi dagli attacchi aerei e dai cyborg che tenteranno di eliminarvi. L’umanità è sull’orlo dell’estinzione, dovete sfuggire dal controllo delle I.A. che vi circondando per poter avere una speranza per il futuro, quella di riprendere il controllo sulle proprie vite. Tenete gli occhi aperti, le macchine sono ovunque, il cielo vi osserva e la rete ascolta.
 

Si nota la scarsa attenzione posta su esplosioni ed oggetti

Pupazzi

Entrando nella parte tecnica del gioco, si nota che la grafica è stata brutalmente abbandonata: si è di fronte ad un lavoro a livelli minimi se contiamo i vari motori grafici di cui si dispone di questi tempi. I personaggi sono per nulla definiti, la visuale in terza persona non permette nessuno zoom verso il personaggio, quindi non si possono notare dettagli o particolari rilevanti; una scelta data dalla scarsa cura delle texture. Quando appare il primo T-1000 sembra di avere davanti uno scheletro di metallo legato a dei fili, e oltre alla pessima riproduzione strutturale di un vero Terminator, i movimenti vanno a peggiorare la visione grafica globale. In sostanza sembra di combattere contro dei pupazzi. L’unica nota che salva il gioco sono i robot volanti, che sembrano essere stati curati più dei loro similari; in ogni caso nulla di spettacolare, siamo nel 2009, ci si potrebbe aspettare molto di più da un gioco che dovrebbe essere definito di "ultima generazione".
 

La Banda Bassotti solo un po’ scheletrica


Un suono metallico

Ora, spostandoci sulla sezione dedicata all’acustica, capiamo subito che le colonne sonore non si possono chiamare tali, in quanto molte volte sembrano "loop" ripetuti all’infinito; inoltre avremo forse dieci tracce differenti tra loro. La qualità del suono è mediocre, si salvano solamente gli effetti sonori che sono buoni nel complesso, soprattutto i rumori delle mitragliatrici. Il doppiaggio non è pessimo, anche se è solo in inglese e quindi dobbiamo accontentarci dei sottotitoli, anche se questo è uno dei mali minori a confronto di tutto il resto.

So easy so boring

In questo titolo la parola “easy” rispecchia perfettamente lo scenario in sintesi. L’unica cosa di cui ci si deve preoccupare è di tenere il mirino centrato sul bersaglio, poi tutto il resto potete tralasciarlo. Non esistono cure, la vita sale velocissima dopo qualche secondo che non subite danni, siete praticamente immortali, e se morite è perché avete deciso voi di farlo. Nella prima sessione di gioco troveremo solo dieci avversari da uccidere, un numero ridicolo, ma si resta fiduciosi. Nella seconda sessione siamo circa a venti, ma tenendo conto che in squadra si è in quattro e che tutti i giocatori (non giocanti) uccidono almeno due nemici a testa, non resta molto divertimento. Oltre ad alcune piccole imprecisioni nel prendere la mira contro i nemici troviamo, come altra problematica che affligge il lavoro della Grin, lo scarso equilibrio di danno: una macchina volante altamente tecnologica non può essere abbattuta da un solo colpo di una normale arma da fuoco di media potenza, e questo sicuramente va ad incidere sul realismo ludico che dovrebbe accompagnare queste produzioni. In seguito potremmo trovare anche alcuni avversari difficilmente abbattibili, come ad esempio il T-1000, praticamente indistruttibile, ma anche in quel caso non si risente di nessuna difficoltà di gioco visto che basta ignorare il nemico e procedere per la propria strada senza curarsi di quello che può accadere. Sicuramente niente di eccezionale a livello di giocabilità, dove difficilmente si può trovare qualcosa di piacevole o positivo, e, come avete potuto leggere finora, è molto più visibile un lavoro poco sviluppato e poco curato.
 

On the road
 


E’ il caso di dire “TERMINATO”

Anche sulla longevità ci sarebbe da discuterne a lungo data l’esigua quantità di ore che vi occuperà Terminator Salvation. La campagna in singolo, unica modalità a nostra disposizione, privata anche di una possibile coop online, non va oltre le 10 ore. Per quanto riguarda la difficoltà, poi, non troviamo nulla di eclatante, come spiegato già in sede di disamina della giocabilità; insomma 10 ore o qualcosa di più non avrebbero cambiato la situazione sicuramente poco piacevole a livello di longevità e giocabilità. Terminator Salvation resta sicuramente un prodotto che si erge sulla solita strada dei videogiochi su licenza cinematografica che nascono esclusivamente per pubblicizzare la pellicola del grande schermo: d’altra parte il film dura intorno alle 2 ore, e sicuramente portare il videogioco a più del triplo è un traguardo probabilmente anche invidiabile. 

 

ED209 di Robocop? No è solo il suo fratello mancato!


Salvation: che c’è davvero bisogno

Concludendo, i pochissimi punti positivi riscontrati non bastano per colmare l’enorme delusione che ci lascia questo videogioco. Una produzione simile si può forse paragonare a qualcosa di molto casual sviluppato in epoca pre next-gen. Non si riesce a trovare un motivo per consigliare il titolo, se non quello di essere rimasti incantati dalla pellicola cinematografica e non vedete l’ora di tuffarvi nel pieno dell’azione. La GRIN avrebbe comunque potuto fare qualcosa di più a riguardo invece di mostrarci una produzione così scadente e che, ma molto silenziosamente, prova ad eccellere solo in alcuni momenti grafici, come già si era notato in WANTED, altra produzione Grin di recente fattura. È probabile che anche gli amanti più accaniti degli sparatutto in prima persona possano trovare gloria per questa produzione videoludica.

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